Il 2 giugno l’Italia ricorda il referendum del 1946 con cui gli italiani furono chiamati a scegliere tra la Monarchia e la Repubblica. Dopo la tragica esperienza del ventennio di dittatura fascista culminato con la II Guerra Mondiale, per la prima volta la società italiana visse l’esperienza di libere elezioni a suffragio universale maschile e femminile: si votò domenica 2 e lunedì 3 giugno per l’elezione di un’Assemblea Costituente, alla quale sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale. Contemporaneamente si tenne il referendum istituzionale per la scelta — appunto — tra Monarchia (che ottenne 10.719.284 voti) e Repubblica (12.717.923). Un milione e mezzo furono le schede bianche e nulle. La Repubblica prevalse quindi con 2 milioni di voti di scarto. Il voto referendario mostrò tuttavia una spaccatura evidente, tra Nord e Sud: il Nord votò a maggioranza repubblicana mentre il Sud confermò la tradizionale fedeltà all'istituto monarchico. Nel 1946 gli aventi diritto al voto erano 28 milioni, i votanti furono quasi 25 milioni
ll ricordo di quella giornata storica nei racconti di chi c’era e un appello da parte di Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano rivolto alle donne, a memoria di quel loro primo voto del 1946: " Ho un appello da fare per questo 2 giugno, ed è proprio a loro, le più giovani: impegnatevi in politica, scendete in campo, non solo per il vostro interesse personale (oggi vedo troppo individualismo in politica), ma per quello di tutti, per lo sviluppo democratico del nostro Paese e dell’Europa"
Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano: un secolo di vita antifascista, vissuta in difesa dei diritti delle donne: partigiana, deputata e senatrice comunista, tra le fondatrici dell'Udi, l'Unione donne italiane. “Gli episodi di odio e razzismo mi hanno riportato ai giorni più bui della nostra storia. Ma chi li ha vissuti non dimentica”
LA PRIMA VOLTA AL VOTO DELLE DONNE
È il 2 giugno del 1946. Lunghissime file di donne attendono di fronte ai seggi elettorali.
È una giornata storica per loro e per l’intero Paese, e non c’è nord o sud che faccia differenza.
Difatti, proprio in quella giornata, le donne vengono chiamate, per la prima volta, alle urne, per esprimere il loro voto su Monarchia o Repubblica e per eleggere i membri dell’Assemblea costituente.
Una data importante, che segna un punto di svolta: sino a quel momento alle donne è sempre stato proibito qualsiasi “avvicinamento” al mondo politico.
Nel corso degli anni precedenti al 1946, erano state numerose le lotte animate dallo spirito di emancipazione femminile. Nella loro ribellione a questo “sistema”, le donne avevano sempre chiesto il diritto di accesso all’istruzione e quindi alle università, cercando di ottenere la tanto agognata parità dei diritti.
Prima dell’Unità d’Italia, infatti, i vari Stati italiani avevano legislazioni molto diverse e contrastanti in materia: alcuni concedevano pochi diritti alle donne, mentre altri glieli negavano totalmente. Successivamente, con la nascita del Regno d’Italia e l’adozione del Codice Albertino, risalente al re Carlo Alberto, si decise di limitare quasi totalmente tutti i diritti delle donne.
Ho un appello da fare per questo 2 giugno, ed è proprio a loro, le più giovani: impegnatevi in politica, scendete in campo, non solo per il vostro interesse personale (oggi vedo troppo individualismo in politica), ma per quello di tutti, per lo sviluppo democratico del nostro Paese e dell’Europa».
- Adele Bei
- Bianca Bianchi
- Laura Bianchini
- Elisabetta Conci
- Maria De Unterrichter Jervolino
- Filomena Delli Castelli
- Maria Federici
- Nadia Gallico Spano
- Angela Gotelli
- Angela M. Guidi Cingolani
- Leonilde Iotti
- Teresa Mattei
- Angelina Livia Merlin
- Angiola Minella
- Rita Montagnana Togliatti
- Maria Nicotra Fiorini
- Teresa Noce Longo
- Ottavia Penna Buscemi
- Elettra Pollastrini
- Maddalena Rossi
- Vittoria Titomanlio
VIVA L'ITALIA CHE NON HA PAURA
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