venerdì 2 marzo 2018

Salvatore Borsellino e la lezione negata, nascosta, di suo fratello Paolo Borsellino.

Lo scorso lunedì 26 febbraio 2018 , a Pinerolo, la testimonianza di Salvatore Borsellino a fare memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta uccisi nella strage di Via D'Amelio: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Eddie Valter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio TrainaA Salvatore Borsellino è stata  pure consegnata la pergamena della Cittadinanza Onoraria di Pinerolo a Nino Di Matteo. Il giudice Nino Di Matteo, lo ricordiamo, ha condotto a Palermo il processo sulla cosiddetta "trattativa Stato-mafia". Un processo "nascosto" all'opinione pubblica, un processo nel quale sono emersi elementi e coinvolgimenti inquietanti,  comprovanti una sorta di "patto" tra mafiosi e uomini delle istituzioni, patto al quale si sarebbe opposto il giudice Paolo Borsellino. 

Lo scandalo dell'uccisione di Paolo Borsellino costituisce una delle pagine fra le più vergognose del nostro Paese. Nell'ultima passeggiata sul lungomare di Carini il ricordo  di Agnese Piraino Leto, la moglie del giudice, è preciso: "Ricordo perfettamente che il sabato 18 luglio 1992 andai a fare una passeggiata con mio marito sul lungomare di Carini senza essere seguiti dalla scorta. In tale circostanza, Paolo mi disse che non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo, della quale non aveva paura, ma sarebbero stati i suoi colleghi ed altri a permettere che ciò potesse accadere". 

Questo lo scandalo, fra gli altri, che pesa sulla storia del nostro Paese.

Tutti noi dovremmo avvertire quindi il debito morale che abbiamo nei confronti di uomini quali Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, le loro famiglie. Salvatore Borsellino è il fondatore del Movimento Agende Rosse, presenti all'incontro anche con la referente regionale Carmen Duca, e continua coraggiosamente la battaglia per ottenere Verità e Giustizia per una vicenda drammatica che getta ombre oscure anche sul nostro presente. Sono in molti a ritenere che l'agenda rossa di Paolo Borsellino -agenda scomparsa dalla borsa del giudice- contenesse appunti, nomi e circostanze che hanno permesso, a coloro che ne sono in possesso, di costruire quel sistema di ricatti e relazioni sulle cui fondamenta si regge  il sistema di intrecci vergognosi  fra mafie e "mala-politica".
Ma come ha detto e scritto Salvatore Borsellino: "(...)il sogno di Paolo non morirà mai, perché era soltanto un sogno d’amore. E non potranno mai intentare una bomba che uccida l’amore". Ed il sogno di Paolo Borsellino era davvero un sogno d'amore: quello di farci comprendere come tutti noi, ognuno per quello che può e quello che sa, possiamo contribuire a costruire un Paese più bello e più giusto. 
Un sogno d'amore" che ha emozionato i tanti giovani  che hanno partecipato all'incontro. 




La lezione di Paolo Borsellino
Guardando alla situazione della classe politica italiana, si comprende perchè uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dovessero essere "eliminati", affinchè fosse possibile vivere i giorni che viviamo. Le mafie nascono e prosperano sulle "relazioni" che queste sono in grado di intrecciare con "pezzi" delle istituzioni e le mafie italiane, 'ndrangheta in testa, non sono mai state così ricche e potenti. Eppure, nella campagna elettorale che si sta per concludere le parole mafie-corruzione sono state opportunisticamente scansate dall'intera classe politica italiana. Nessun accenno, nessun impegno concreto contro mafie e corruzione (facce della stessa medaglia) è stato sventolato neppure dalle "maschere dell'antimafia" che affollano i palcoscenici della politica; cosicché indagati, impresentabili, opportunisti, sono presenti nelle liste elettorali dei partiti politici. Ricordiamolo sempre: mafiosi e amici dei mafiosi votano ma, soprattutto, fanno votare!
La lezione di Paolo Borsellino è stata quaindi cancellata, oscurata. La "lezione" a cui si facciamo riferimento è quella che il giudice Paolo Borsellino tenne davanti ai ragazzi dell'Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa, il 26 gennaio 1989. 


“(...) L'equivoco su cui spesso si gioca  è questo: si dice 'quel politico era vicino ad un mafioso', 'quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto'. 
E no! questo ragionamento non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: 'beh... Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria, che mi consente di dire quest'uomo è mafioso'. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi, che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: 'questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto'. Ma, dimmi un po, tu non ne conosci gente che é disonesta ma non é mai stata condannata perché non ci sono le prove per condannarlo, però c'è il grosso sospetto che dovrebbe quantomeno indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati.”

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