lunedì 4 dicembre 2017

Il Dovere della Memoria. E' la notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007.Per Torino è la notte della strage alla ThyssenKrupp.

E' passata da poco l’una di notte quando, sulla sulla linea 5 dell’acciaieria di Torino della ThyssenKrupp, sette operai vengono investiti da una fuoriuscita di olio bollente nebulizzato che trasforma in "torce umane"  i poveri corpi degli operai. 
I loro nomi : Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino.
A dieci anni dal rogo che uccise sette operai la ferita è ancora aperta: "Vogliamo che i politici di Berlino ci spieghino perché i due manager tedeschi sono ancora liberi". Nonostante la condanna subita nel processo i manager tedeschi non hanno patito alcuna restrizione della libertà e sono ad oggi liberi.
Eppure dopo otto anni e mezzo la storia giudiziaria del rogo alla ThyssenKrupp si era chiusa definitivamente. Il 15 maggio 2015 la Cassazione conferma la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Torino un anno prima. L’ex amministratore delegato Harald Espenhahn è stato condannato a nove anni e otto mesi; i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz a sei anni e dieci mesi, il membro del comitato esecutivo dell’azienda Daniele Moroni a sette anni e sei mesi, l’ex direttore dello stabilimento Raffaele Salerno a otto anni e sei mesi e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafuer a sei anni e otto mesi.

Alle ore 1.15 del 6 dicembre i Vigili del Fuoco ricevono la chiamata drammatica riportata nel filmato 

Insieme ai Vigili del Fuoco arrivano le ambulanze del 118, e i feriti vengono trasferiti in ospedale. 
Alle ore 4.00 del mattino muore il primo operaio, si chiama Antonio Schiavone. Nei giorni che seguiranno, dal 7 al 30 dicembre 2007, moriranno le altre sei persone ferite in modo gravissimo dall’olio bollente: si chiamavano Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino

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