mercoledì 8 ottobre 2014

Quanto vale la Legalità?

LA LEGALITA' LIBERA TUTTI
Ce lo siamo dimenticati. Ce lo hanno fatto dimenticare le cosche, le cricche, le caste: LA LEGALITA' LIBERA TUTTI.
Anche questa, Legalità, è una di quelle parole speso abusate e -paraddossalmente- sempre presente proprio nei discorsi di coloro che poi si scordano poi di farla seguire da atti di Giustizia vera.
"Quanto vale la Legalità" se lo chiede anche Leonardo La Rocca, esponente di LIBERA Milano, impegnato sul tema dei  "beni confiscati". Riportiamo una sua riflessione, nella quale egli cerca si dare  peso e forma alla parola Legalità

Leonardo La Rocca
Tutte le volte che mi viene chiesto di parlare di legalità, ho una difficoltà enorme a trovare il modo. Mi sembra sempre che tutte le parole non riescano a spiegare il significato profondo e le sfumature meravigliose di questo termine. In effetti credo che il problema stia nel fatto che spesso si ha difficoltà a dare un connotato alla legalità: in un mondo così legato all’immagine, all’immediatezza del concreto, se non vedi è tanto difficile misurare. Ecco perché questa volta ho deciso di approcciare in un modo diverso: vedere quanto misura la legalità.
Ecco la prima misura: con 120 miliardi di Euro, considerando che una moneta da un euro è circa 2 cm di diametro, potremmo coprire la circonferenza terrestre con monete da un euro per ben 40 volte. Con 120 miliardi potremmo creare tre torri di monetine da un euro che vanno dalla Terra alla Luna. Potemmo addirittura coprire di monete da un euro, come fece Pollicino, la strada che parte da Peschiera Borromeo, porta a Lisbona, torna a Barcellona, va a Parigi e poi Amburgo, Mosca, Bucarest, Atene, Roma e torna a Peschiera per ben 200 volte.
Ma perché ho scelto 120 MILIARDI di euro? Semplice, perché si stima che il peso della corruzione, del sommerso, del lavoro nero, dell’economia in nero, in Italia (soltanto in Italia), valga circa 120 miliardi l’anno. Ecco, adesso comincio a misurarla questa legalità. Ma non sono ancora sazio, perché non mi serve a nulla coprire l’equatore con monete da un euro, non percepisco ancora il valore ma solo la grandezza.
E allora faccio una seconda misura: considerato che la mia bimba il prossimo anno inizierà le scuole medie, mi sono informato sul costo dei libri. 300 euro. Con 120 miliardi ci compro i libri per 400 milioni di bambini. Secondo quello spione di google, pare che ci riuscirei a pagare i libri per la metà dei bambini di età scolare (6/14 anni) del mondo.
Ma non mi basta mandare a scuola tutti i bambini, al momento ho speso solo i soldi di un anno di illegalità: voglio immaginarmi almeno tre anni di legalità totale!
E allora penso che ho dovuto cambiare gli ammortizzatori della macchina perché ho le strade piene di buche. Ed ecco che scopro che con 120 miliardi potrei asfaltare 800.000 km di strade. Caspità! più economico del gioco di pollicino. E siamo a due anni. 
Ed al terzo anno? Al terzo anno mi occupo di wellfare! Ecco che mi rispondono quegli spioni di google tramite Unicredit. Pare che il valore economico del Wellfare italiano nel 2013 (e se lo dice una banca direi che ci possiamo credere) si aggiri intorno ai 400 milioni di euro annui. Quindi con la mia brava calcolatrice faccio due conti e scopro che, se da domani smettessero tutti di comportarsi illegalmente, io potrei avere un wellfare del terzo settore pagato per 300 anni. E che me ne faccio? Non so potrei per esempio aumentare di 10 volte il peso del terzo settore e portarlo a 4 miliardi di euro l’anno per 30 anni. Wow! Così anche lo vedo finchè son vivo!
Ma adesso che ho trovato un senso al valore economico della legalità non sono ancora soddisfatto. Non lo sono perché non ho dato un valore etico alla legalità, non sono riuscito a dare una misura a quanto bella sia la legalità così com’è raccontata dalla mia Costituzione (si, mi piace pensare che chi l’ha scritta me ne abbia regalato un pezzo da proteggere e coccolare!). 
E allora faccio un’ultima misura. La faccio pensando al 22 marzo 2014, a Latina, alla manifestazione per la giornata della memoria e dell’impegno organizzata da Libera. La giornata in cui si rinnova l’impegno di ciascuno di noi come garanti della legalità, l’impegno alla partecipazione attiva per la legalità e contro le mafie, la corruzione, il lavoro nero, il gioco d’azzardo, il voto di scambio, il malaffare, lo sfruttamento dei minori, lo sfruttamento dei deboli e l’indebolimento della democrazia. La stessa giornata in cui si ricordano (la memoria…) le vittime delle mafie e se ne leggono i nomi, uno per uno, sul palco. Ed in cui si versa una lacrima, ed un brivido ti brucia lungo la schiena a sentirli quei nomi, uno per uno. I nomi di chi ha dato la vita per la legalità. I nomi "famosi" che fanno breccia nel cuore, come quelli di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Pio La Torre e quelli come Hyso Telaray, un bracciante albanese che in pochi ricordano: ammazzato a 22 anni perché si era ribellato allo sfruttamento "negriero" nei campi della Puglia (ma non nel 1800, solo quindici anni fa!).
Caspita! Ora la misura è colma! Ora è chiaro cosa significa legalità e cosa non lo è. Ora anche a me è più chiaro perché non esiste la mezza legalità, quell’alibi di molti per il quale “ma è solo uno scontrino…; ma è solo una fattura, però se mi fa lo sconto…; ma è solo una piccola mazzetta, però l’appalto lo fa bene…;” lo si può sempre dire.
Ora è chiaro. Perché ho capito che ogni volta che rinuncio a quel pezzo di legalità devo immaginare che quel pezzo è un grammo dei 400 chili di tritolo che massacrarono Giovanni. Sì, Giovanni lo chiamiamo in casa, perché per noi è uno di famiglia: lui come la legalità.


Leonardo La Rocca,  presidio Libera Milano


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