lunedì 9 aprile 2012

L’ESTREMO GESTO CONTRO UNA CRISI DRAMMATICA, CONTRO IL FISCO OPPRESSIVO



Dall’inizio dell’anno, sono tante, troppe le persone che compiono l’estremo gesto, l’estrema ribellione contro una crisi drammatica, contro un fisco oppressivo. Ma lascia  sgomenti il fatto che, di fronte al dramma di coloro che non riescono più ad avere i mezzi necessari per condurre una vita dignitosa, loro e le loro famiglie, permanga lo scandalo di coloro che, in Italia,  continuano a disporre di privilegi inaccettabili che permettono lo sperpero di ricchezze e denaro pubblico. Ricchezze e risorse che potrebbero essere utilizzate per impedire le situazioni drammatiche di cui abbiamo notizia ma che invece continuano ad alimentare le tante caste, non solo quella politica, che dominano l’Italia
In questi ultimi giorni, guardando la televisione o leggendo i quotidiani, ci si rende conto che la crisi  paese inizia a fare vittime anche nel nostro.
Imprenditori, operai, dipendenti che decidono di togliersi la vita non riuscendo a far fronte alle tasse o perché non riescono ad arrivare a fine mese.  E’ di ieri la notizia di un artigiano edile cinquantatreenne, con due figli minorenni, trovato morto, impiccato, all'interno di una abitazione che stava ristrutturando, nel centro di Savona; si è suicidato perché il lavoro non era più sufficiente per andare avanti ed era strangolato dai debiti. Sono di questi giorni le notizie riguardanti un cittadino di 27 anni che si è cosparso di benzina e si è dato fuoco in Piazza Bra a Verona, perché  non percepiva lo stipendio da quattro mesi; e del cinquantottenne, che si è dato fuoco davanti alla sede di Equitalia di Bologna, soffocato dalle cartelle esattoriali dell'agente pubblico di riscossione. 
Purtroppo non sono casi isolati…
Il 27 marzo 2012, un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perché da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro.
Il 23 marzo 2012, un imprenditore di 44 anni si  impicca con una corda legata a un carrello elevatore nel capannone dell’azienda di cui era socio.
Il 21 marzo 2012 a Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60 anni, disoccupato da due anni e invalido civile, a causa dello sconforto per le precarie condizioni economiche, si rinchiude nello sgabuzzino della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi.
Il 15 marzo 2012 una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca.
Lo scandalo di morti che non suscitano scandalo

Federica

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