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martedì 26 giugno 2012

Bruno Caccia. Magistrato ucciso dalla 'ndrangheta il 26 giugno 1983


Bruno Caccia



Fonte: Cascina Caccia

Nato a Cuneo nel 1917, Bruno Caccia dedicò la sua vita a far rispettare la legge.
Iniziò la sua carriera in magistratura nel 1941 nel Palazzo di giustizia torinese. Nel capoluogo piemontese ci rimase sino al 1964 ricoprendo la carica di Sostituto Procuratore, per poi passare ad Aosta come Procuratore della Repubblica. Nel 1967 Caccia ritornò nelle aule torinesi con l’incarico di sostituto Procuratore della Repubblica e, nel 1980, gli fu affidato il compito di presiedere l’organo giudiziario all’ombra della Mole.
Caccia era un uomo scrupoloso, attento ai dettagli, inflessibile, fedele al ruolo di tutore della legge. Queste caratteristiche lo hanno portato a portare a termine brillanti inchieste. Nel 1974 istituì un’indagine che portò alla luce lo scandalo delle tangenti delle giunte rosse del comune di Torino.
Diede inoltre un contributo di fondamentale importanza per contrastare la ferocia del terrorismo. Grazie alla sua opera, la Procura instituì i primi processi ai capi storici di Br e Prima linea. Il lavoro di Bruno Caccia in Procura fece vacillare le basi del dominio malavitoso imperante tra Torino e Provincia.
Nel capoluogo piemontese era arrivato un vero uomo delle istituzioni che non si poteva corrompere. La malavita lo sapeva e decise di eliminarlo. Bruno Caccia venne freddato con diversi colpi di pistola sotto casa. Domenico Belfiore è stato condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio. Era il 26 giugno del 1983, giorno in cui Bruno Caccia pagò con la vita la sua fedeltà al dovere di magistrato. L’ennesima vittima di mafia in Italia.

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