Bruno Caccia
Fonte: Cascina Caccia
Nato a Cuneo nel 1917, Bruno Caccia dedicò la sua
vita a far rispettare la legge.
Iniziò la sua carriera in magistratura nel 1941 nel
Palazzo di giustizia torinese. Nel capoluogo piemontese ci rimase sino al 1964
ricoprendo la carica di Sostituto Procuratore, per poi passare ad Aosta come
Procuratore della Repubblica. Nel 1967 Caccia ritornò nelle aule torinesi con
l’incarico di sostituto Procuratore della Repubblica e, nel 1980, gli fu
affidato il compito di presiedere l’organo giudiziario all’ombra della Mole.
Caccia era un uomo scrupoloso, attento ai dettagli,
inflessibile, fedele al ruolo di tutore della legge. Queste caratteristiche lo
hanno portato a portare a termine brillanti inchieste. Nel 1974 istituì
un’indagine che portò alla luce lo scandalo delle tangenti delle giunte rosse
del comune di Torino.
Diede inoltre un contributo di fondamentale
importanza per contrastare la ferocia del terrorismo. Grazie alla sua opera, la
Procura instituì i primi processi ai capi storici di Br e Prima linea. Il lavoro
di Bruno Caccia in Procura fece vacillare le basi del dominio malavitoso
imperante tra Torino e Provincia.
Nel capoluogo piemontese era arrivato un vero uomo
delle istituzioni che non si poteva corrompere. La malavita lo sapeva e decise
di eliminarlo. Bruno Caccia venne freddato con diversi colpi di pistola sotto
casa. Domenico Belfiore è stato condannato all’ergastolo come
mandante dell’omicidio. Era il 26 giugno del 1983, giorno in cui Bruno Caccia
pagò con la vita la sua fedeltà al dovere di magistrato. L’ennesima vittima di
mafia in Italia.
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