19 luglio 1992 - ore 16.58 - Strage di Via D'Amelio: a trent'anni dalla strage, siamo ancora a chiedere verità e giustizia sullo scandalo di una strage di Stato, sull'infamia di "pezzi" di Stato collusi con mafie e "zona grigia". Anche la Strage di Via D'amelio, come le altre che hanno insanguinato la storia del nostro Paese, attende piena Verità e piena Giustizia. Questo il debito che abbiamo nei confronti di coloro che persero la vita per essere, sino in fondo, fedeli servitori dello Stato e della comunità.
Agostino Catalano (43 anni) assistente-capo Polizia di Stato
Emanuela Loi ( 24 anni) agente Polizia di Stato
Walter Eddie Cosina (31 anni) agente scelto Polizia di Stato
Claudio Traina (27 anni) agente scelto Polizia di Stato
Vincenzo Li Muli (22 anni) agente Polizia di Stato
Fiammetta Borsellino: «Non partecipo agli anniversari di via D’Amelio. Mio padre fu lasciato solo e tradito. Una parte si è appropriata della memoria, anche indebitamente, monopolizzandola. Quando ho denunciato la solitudine di mio padre e il tradimento da parte dei suoi colleghi ho sentito il gelo intorno a me. Mio padre diceva sempre che molte cose non si possono provare, tuttavia se ne possono trarre conseguenze. All’indomani di via D’Amelio, mia madre aveva rifiutato i funerali di Stato. Allo stesso modo, noi figli abbiamo deciso di non partecipare mai più a cerimonie e celebrazioni di Stato finché non sarà chiarito, anche fuori dai processi penali, tutto quello che è accaduto. Per me fare memoria è avere risposte in termini di cose concrete, che ci avvicinino alla verità. Fare memoria non è dire vuote parole».
Salvatore Borsellino (fonte AGI): "Non vogliamo avvoltoi. Le
esternazioni del ministro Nordio al di là del loro esito, hanno mostrato
la volontà di demolire la legislazione pensata da Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino per dare alle forze dell'ordine, alla magistratura, alla parte sana
della società, gli strumenti per combattere la criminalità organizzata. Dalle
istituzioni vogliamo solo verità e giustizia e poi potranno onorare Paolo
se lo desiderano, in ogni caso non troveranno posto simboli di morte, corone e
cuscini di fiori. Impediremo ipocrite manifestazioni di cordoglio da chi poi fa
tutt'altro. Noi non facciamo contestazioni violente: se dovessero presentarsi
persone non gradite, diremo la nostra. In via D'Amelio può venire chiunque,
l'importante è che si venga come semplici cittadini, non come rappresentanti
delle istituzioni. Altrimenti manifesteremo il nostro dissenso, alzando le
nostre agende rosse e girandoci di spalle. Combattiamo una lotta che negli
ultimi anni è diventata sempre più difficile. Ci sono stati gli anni della
speranza, nei quali credevo che la morte di mio fratello avrebbe cambiato le
cose. Vedevo una grande reazione e sembrava che ci potesse essere la reazione
dello Stato. Sembrava... Sono durati poco gli anni della speranza. Ho visto il
puzzo del compromesso morale, della complicità, dei governi dell'uno e
dell'altro colore che hanno iniziato a pagare le cambiali di questa scellerata
trattativa costata la vita a mio fratello. Quella trattativa che abbiano
appreso non essere reato da una magistratura giudicante in stato confusionale. Una
sentenza che ha assestato un grave colpo al senso di giustizia. Sto perdendo la
speranza di vedere giustizia, ma ci sono tante persone che continueranno a
combattere per la verità".
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