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mercoledì 8 dicembre 2021

Associazione "Rita Atria" Pinerolo: "Una sentinella per il paesaggio e per l'ambiente"

Ringraziamo Vita Diocesana, ed il suo direttore Patrizio Righero, per averci invitato ad una riflessione su vari temi,  a partire dall'impegno della nostra associazione  nel contrasto culturale a mafie e "pensiero mafioso" (cercare di ottenere quel che non ci meritiamo). Pur non trattando direttamente di queste ultime entità, è evidenza storica il loro stretto legame con i temi dell'intervista che riportiamo: indipendenza dell'impegno associativo da forze politiche-partitiche; difesa del patrimonio paesaggistico-storico-urbanistico dallo scempio della speculazione edilizia e dall'impoverimento culturale delle comunità; la necessità di politiche coraggiose e sostenibili, necessarie a fronteggiare la crisi epocale che stiamo attraversando: una crisi che pare l'ultimo egoistico atto di un capitalismo e di una "cultura predatoria" a danno  dell'Ambiente, delle comunità e delle classi sociali più deboli. Inquietanti le similitudini con l'azione di mafie e del "pensiero mafioso" (pensiero che può albergare anche in coloro che non potrebbero essere definiti "propriamente mafiosi")!
A distanza di dieci anni dalla formazione del nostro gruppo, ancora piu fondato e necessario appare quindi  l'impegno che ci eravamo allora prefissato (puoi leggere qui): "(...) ci è parso necessaria la presenza -anche nel pinerolese- di un osservatorio che si ponga il compito di monitorare e analizzare i fenomeni presenti sul territorio. Azione che deve avvenire anche nei confronti delle amministrazioni, affinché dichiarazioni di principio e proclamazioni di intenti sul tema della Legalità e sulla necessità di una reale trasparenza nelle scelte della amministrazione della res-pubblica, il bene comune, non siano mere intenzioni verbali e principi enunciativi ma assumano concretezza e attuazione reale. Diventare ed essere “sentinelle del territorio”.

                                                    Pinerolo merita amore!


"Una sentinella per il paesaggio e per l'ambiente"

1.  Iniziamo con Rita Atria. Da presidio di Libera ad associazione "indipendente". Che cosa è successo? È cambiato lo spirito del gruppo? Quali sono gli obiettivi principali? 

Si è  trattato di una vicenda travagliata che ha raggiunto il suo acme allorquando il nostro gruppo ha espresso  ferme riserve  nei confronti di episodi e situazioni nelle quali, da altre parti, pareva accettabile-accettato il collegamento di LIBERA Piemonte con un partito politico. Riteniamo che una associazione che si proclama apartitica debba -per l'appunto- essere e mostrarsi “libera" da legami che rischiano di limitare lindipendenza della sua voce. Per quanto riguarda la nostra attività,  nulla è  cambiato nell'intento  che ci eravamo posti: provare ad essere “ sentinelle  del territorio” attraverso un attività di contrasto culturale a mafie e pensiero mafioso(cercare di ottenere quel che non ci meritiamo), pensiero che può albergare in ciascuno di noi a conferma della frase scritta da Rita Atria allindomani dell'uccisione di Paolo Borsellino:()  La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci.


2. Tra le vostre attenzioni c'è sempre stata quella al paesaggio e alla sua bellezza. Quale valutazione date dell'operato dell'amministrazione di Pinerolo in questo senso?

I padri costituenti insegnano che la Bellezza dell’Italia, la tutela del suo patrimonio paesaggistico, storico e artistico, costituiscono il fondamento dei valori etici e morali della Repubblica (art.9 della Costituzione Italiana). Per quanto riguarda l’attuale amministrazione, duole rilevare come una delle bandiere del M5S - lo stop al consumo del territorio- sia stata ammainata con la “Variante 3R” al PRGC: una Variante che lascia praticamente intatti gli indici di cubatura senza far tesoro di esperienze “ coraggiose”, ad esempio quelle delle sindache  Matilde Casa e Isabella Conti, le quali hanno dimostrato essere possibile far ritornare “agricoli”  terreni “edificabili”. A Pinerolo, ove si stimano esserci 2000 alloggi sfitti, dove abbiamo quotidiani problemi di traffico, di inquinamento atmosferico invernale, di allagamenti in occasione di forti eventi atmosferici, sarebbe stato logico “copiare” quelle esperienze virtuose agendo  nel rispetto dell’articolo 41 della Costituzione Italiana:L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale(…)”.

 

3. Veniamo alla questione del Turk. Che cosa è successo dall'incendio ad oggi? Che cosa prevede il Piano Esecutivo Convenzionato tra Comune e proprietà?

Nel 2014 si firmava un protocollo d’intesa tra la giunta dell’allora sindaco Buttiero e la proprietà dell’area Turk. Contestualmente, la ”Variante ponte” promossa dal sindaco concedeva a quell’area inspiegabili privilegi: cubature abnormi e l’assenza del limite in altezza per gli edifici, i quali potevano pertanto superare i canonici 5 piani. Nonostante queste criticità, l’attuale sindaco Salvai ha deciso di “stralciare” l’area dall’ennesima  variante al Piano Regolatore, confermando l’abbattimento dello storico edificio del TURK e l’abnorme edificazione. Esaminando ora il Piano Esecutivo Convenzionato (PEC) presentato si rimane sorpresi anzitutto dalla mancanza di normative stringenti su temi tecnici fondamentali. Inoltre non si offre una soluzione agli inevitabili disagi che provocherà l’enorme cantiere e le centinaia di auto dei nuovi condomini sul già trafficato Corso Piave: si consente infatti l’edificazione della maggior parte degli alloggi SENZA realizzare una strada di accesso alternativa.

 

4. Il M5S dice che non c'è speculazione edilizia perchè «La speculazione edilizia avviene quando il privato acquista un terreno non edificabile che, grazie ad intervento pubblico, diventa edificabile. Con relativo (ed alto) guadagno patrimoniale. L’area in questione è edificabile dagli anni 90». Siete d'accordo?

Una speculazione avviene quando si genera un guadagno tra il costo di acquisto di un bene ed il prezzo di vendita. L’area in questione è edificabile da fine anni ’70, quando il comune rimosse un vincolo a “verde pubblico” gravante sull’area gettando così le basi per una speculazione edilizia. Per contrastare  la “speculazione” sarebbe  quindi sufficiente rimettere il vincolo a “verde pubblico”, con argomentazioni ormai note non solo agli ambientalisti. Infatti quei 12.000 mq di prato + 41.000 mq di bosco contribuiscono non poco alla qualità della vita dei pinerolesi: attenuano il cosiddetto “effetto isola di calore”, la sovratemperatura estiva tipica delle aree urbane ; riducono la concentrazione delle polveri sottili, in aumento a causa dei lunghi periodi di siccità che impediscono il naturale dilavamento da parte della pioggia; limitano gli effetti delle forti precipitazioni, in aumento a causa del “riscaldamento globale”;  abbassano la concentrazione di tutti gli inquinanti atmosferici grazie all’emissione di ossigeno ed al degrado di determinati inquinanti (monossido di carbonio, ozono,ecc.) .

 

5. In quale modo, a vostro avviso, si potrebbe gestire la questione Turk in modo da preservarne la testimonianza architettonica e di rende un servizio alla città?

Il concorso di idee promosso nel 2014 dal circolo pinerolese di Italia Nostra e dagli eredi della famiglia Turk  aveva mostrato soluzioni urbanistiche di qualità che mantenevano e rivitalizzavano l’edificio del Turk, prevedendo contestualmente la creazione di nuovi edifici residenziali. Tuttavia, siccome a Pinerolo non abbiamo bisogno di altri alloggi quanto piuttosto di creare posti di lavoro ,magari a “km zero”, ci permettiamo di offrire una proposta “rivoluzionaria”: rendere nuovamente produttivi gli edifici presenti in quell’area, agevolando al massimo proprietari e potenziali affittuari. Come? Copiando l’esperienza del comune di Pesaro, creando una“no-tax area”: l’ACEA potrebbe fornire energia elettrica e gas a costo industriale, mentre l’adiacente centrale Telecom agevolerebbe la cosiddetta industria 4.0, in forte sinergia con le industrie ed gli istituti tecnici pinerolesi.

6. Allargando il cerchio da Pinerolo a Frossasco. Che cosa comporterebbe a vostro avviso l'avvio del co-inceneritore richiesto da Kastamonu. In che direzione si sta muovendo l'associazione Rita Atria su questo problema?

Il cambiamento climatico, la necessità di de-carbonizzare anche il settore dei trasporti, l’elevatissimo tasso di inquinamento in Pianura Padana, impongono un ritorno ad “economie di prossimità”. Pare  quindi anacronistica la previsione di un impianto colossale come quello di Frossasco, che comporta enormi consumi di gasolio sia per far arrivare da lontano i rifiuti legnosi sia per ridistribuire poi il prodotto finito. Come non bastasse, e nonostante la home-page di Rilegno reciti che “Il 97,1 % delle tonnellate di legno recuperato diventa pannello”, a Frossasco solo il 50 %  del legno recuperato diventerebbe  “pannello” mentre il 25 % verrebbe bruciato in quella che è già la pianura già più inquinata d’Europa(!). Ci pare questa una inaccettabile contraddizione! Auspichiamo invece  una visione politica nuova che privilegi la creazione di piccoli centri di trattamento, con delimitazione de  bacini di raccolta, a tutto vantaggio per l’ambiente e per l’occupazione.

 

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