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giovedì 10 gennaio 2019

“Fuga dall'inferno”. Per cercare di ri-costruire il valore di sentirsi comunità


Abbiamo accolto con piacere l'invito dell''Associazione Teatrale Pathos" ad essere presenti alla rappresentazione teatrale de “Fuga dall'inferno”, certi che la cultura possa e debba svolgere un ruolo fondamentale nel ri-creare le fondamenta di comunità che riscoprano i principi della conoscenza, dell'accoglienza, della solidarietà, del confronto, del perseguimento di “stili di vita” equi, solidali e sostenibili.Oggi ci vuole coraggio anche solo per sentirsi “comunità”: esseri umani parte di una unica, grande, variegata, famiglia.

Raccogliendo l'appello lanciato da don Luigi Ciotti, lo scorso 7 luglio 2018 anche a Pinerolo si era svolta la manifestazione “Una maglietta rossa per  per fermare l’emorragia di umanità” Numerosi erano accorsi in Piazza Facta indossando una "maglietta rossa". Una maglietta dello stesso colore, lo ricordiamo, di quella che le mamme della tragedia della migrazione fanno indossare ai loro figli, bambine e bambine, per attraversare un mare sconosciuto e "il buio della coscienza dell'Occidente", per raggiungere la speranza di vita negata nella loro terra-madre. (vedi qui il racconto di quella giornata).
L'auspicio del presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo era stato tuttavia quello che l'evento di sabato  7 luglio, "la maglietta rossa",  potesse e dovesse costituire-costruire un cammino di conoscenza, di consapevolezza, di assunzione di responsabilità di ciascuno anche nei confronti di una questione epocale quale quella delle migrazioni. Lo dobbiamo alle vittime di questa “terza guerra mondiale, combattuta "a pezzi"”, come ha denunciato papa Francesco. Una guerra combattuta nel modo più  subdolo e vergognoso, spesso nell'indifferenza, nel silenzio, delle coscienze dell'Occidente, avendo come vittime i più deboli della Terra.


“Fuga dall'inferno”
Quando dal mare raggiungono la nostra terra, i profughi vengono identificati e mandati  in uno dei diversi  centri d’accoglienza  dislocati sull’intero territorio nazionale, ma  per molti di questi disperati  questi stessi  centri diventano  veri e propri luoghi di detenzione.  Da una sommossa in un centro di accoglienza che inizia la fuga del protagonista, Il suo obbiettivo è arrivare in Svezia per raggiungere la famiglia, ma la sua corsa in mezzo ai boschi, s’interrompe davanti ad un precipizio.



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