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domenica 27 marzo 2016

L'augurio di Pasqua ha bisogno di Pace e Giustizia per l'intera 'Umanità.




La parola ebraica pesach - da cui deriva Pasqua- significa "passare oltre", "tralasciare". L'azione di "passare oltre" fa riferimento al racconto della "decima piaga", nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l'inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa.  Pasqua è la resurrezione del Cristo che sconfigge la morte: "passa oltre".
Ai nostri giorni, Pablo Picasso disegna una "Colomba del Futuro", immagine di un futuro possibile, in cui il simbolo della Pace, la Colomba, si posa su strumenti di guerra di morte distrutti, sconfitti; strumenti di morte distrutti, sconfitti, da una Umanità che "passa oltre". Ma non vi è Speranza di Pace senza Giustizia; e quando vi è Giustizia, c'è salvezza per chiunque si adoperi e si offra a quel disegno, cristiani e non cristiani. 
Questo il tema della riflessione di Vito Mancuso che riportiamo di seguito.

"Colomba del Futuro" di Pablo Picasso

Fonte : La Repubblica 

Cristiani o no siate giusti e sarete salvi. Il senso vero della Pasqua è che la redenzione riguarda tutti gli esseri umani ed è legata al bene e all’amore


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«La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni», dichiarò il cardinal Martini nell’ultima intervista, ma io penso che tale ritardo ecclesiastico sia l’espressione di un più preoccupante ritardo del cristianesimo in quanto tale, sempre più incapace di sostenere il suo annuncio fondamentale. Fa problema il centro stesso della fede cristiana, cioè la salvezza. Come pensarla? Qual è la sua specificità? Roger Haight, gesuita americano, descrive così la situazione: «Il significato della salvezza rimane elusivo; ogni cristiano impegnato sa che cos’è la salvezza finché non gli si chiede di spiegarla». Non c’è religione senza salvezza, ci sono religioni senza Dio, nessuna senza salvezza. Per il cristianesimo la salvezza scaturisce dalla Pasqua di Cristo, al cui riguardo si legge nel Catechismo cattolico: «Vi è un duplice aspetto nel Mistero pasquale: con la sua morte Cristo ci libera dal peccato, con la sua Risurrezione ci dà accesso ad una nuova vita» (art. 654). Questo è il centro del messaggio: la salvezza come redenzione operata da Cristo. Il concetto di redenzione è sconosciuto alle altre religioni: Mosè, Buddha, Confucio, Maometto sono legislatori, maestri, profeti, saggi, non redentori, non sono cioè essi a dare la salvezza, che è invece ottenuta dai fedeli seguendo i loro insegnamenti. Il cristianesimo si distingue perché ritiene l’umanità corrotta dal peccato originale e incapace di meriti spirituali, e quindi annuncia la salvezza come operata gratuitamente da Dio mediante la redenzione ottenuta da Cristo …

Ogni anno la Pasqua è la solenne celebrazione di questo evento. Esaminando la storia di tale dottrina si vede che il primo a formularla fu San Paolo. Egli scrive: «Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue» (Romani 3, 23-25). Paolo afferma che la morte di Cristo è stata voluta direttamente da Dio e altrove aggiunge: «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore» (2 Corinzi 5,21). Leggendo i suoi scritti in ordine cronologico si scopre però che non sempre San Paolo la pensava così. Nella sua lettera più antica infatti egli non parla della morte-risurrezione di Cristo come di un atto redentivo, né dell’evento salvifico come già avvenuto. Al contrario per lui la salvezza deve ancora attuarsi. Ecco come: «Il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi per andare incontro al Signore» (1Tessalonicesi 4,16-17).
Paolo scrive che Cristo è morto «per noi», ma non fa dipendere la salvezza da quella morte, prova ne sia che non ritiene quest’ultima voluta da Dio (come invece sosterrà in seguito) ma dagli ebrei, come appare da queste parole destinate nei secoli ad alimentare l’antisemitismo: «I giudei hanno persino messo a morte il Signore Gesù e i profeti, e hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini» (2,15-16). Qui non c’è un piano di Dio che manda il Figlio a morire, c’è piuttosto l’inimicizia degli ebrei che hanno ucciso Gesù, il quale però è stato risuscitato da Dio a chiara dimostrazione della mutazione della storia che si realizzerà con il suo imminente ritorno. La stessa impostazione si ritrova in 1Corinzi.
San Paolo cambia presto prospettiva ed è facile capire il perché: la mancata venuta di Cristo lo induce a porre il centro focale non più nel futuro ma nel passato, Cristo è il salvatore non perché tornerà vittorioso ma perché è morto offrendosi al Padre e riconciliandoci a lui con il suo sangue. Cristo diviene così il redentore crocifisso. È in questa luce che vent’anni dopo vengono composti i Vangeli. Essi però, riportando anche il pensiero di Gesù, permettono di sollevare la questione decisiva: Gesù pensava la salvezza come redenzione oppure, da ebreo osservante, la legava al responsabile esercizio della libertà?
Vi sono testi evangelici in linea con la teologia della redenzione, per esempio quando Gesù dice di essere venuto per «dare la propria vita in riscatto per molti» (Marco 10,45) o quando nell’ultima cena pronuncia le note parole: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati» (Matteo 26,28). Nei Vangeli però vi sono molti altri testi che presentano la salvezza legata non a un evento esterno ma alle azioni liberamente poste, secondo la tradizionale concezione ebraica della salvezza come esito della fedeltà all’alleanza, cioè come giustizia. Io penso anzi che a Gesù la dottrina della redenzione non sarebbe piaciuta per nulla, c’è tutto il discorso della montagna a dimostrarlo, a partire dalle parole del Padre Nostro sul ruolo attivo della libertà: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Gesù prosegue: «Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe» (Matteo 6,12-15). La mossa decisiva spetta alla libertà umana, la quale per Gesù è in grado di operare anche il bene perché non è irrimediabilmente corrotta, come invece dirà San Paolo e più radicalmente Sant’Agostino.
L’idea di una libertà efficace in ordine alla salvezza si ritrova in molti altri passi evangelici tra cui: «Col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati» (Matteo 7,2). Il principio salvifico è quindi legato alla prassi responsabile: «Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Matteo 7,21). Il Discorso della montagna, cuore del messaggio di Gesù, è un appello alla libertà quale via efficace per il conseguimento della salvezza.
A questo punto appare evidente la problematicità della successiva costruzione teologica cristiana basata sulla redenzione, da cui la difficoltà nel rispondere alle seguenti questioni: 1) In cosa consiste propriamente la redenzione operata da Cristo? 2) L’atto redentivo vero e proprio è la morte di croce o è la risurrezione? 3) Qual è la sorte di chi non vi partecipa? 4) Da cosa si viene redenti: dalla morte, dal Diavolo, dall’egoismo, dal mondo, dal castigo di Dio, dalla Legge, dal peccato, o da tutto questo messo insieme? La radice dell’aporia risiede a mio avviso nell’idea di una specificità cristiana della salvezza in quanto legata a un determinato evento storico, cioè nell’impostazione data al cristianesimo da san Paolo ed estranea a Gesù. In realtà occorre pensare che la salvezza è sempre stata disponibile agli esseri umani, a qualunque religione o non-religione appartengano, perché è legata al bene e alla giustizia. È il Vangelo ad affermarlo: «Venite, benedetti dal Padre mio, riceverete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito» (Matteo 25,34-36). Nel Libro dei Morti dell’antico Egitto vi sono parole analoghe: «Ho soddisfatto Dio con ciò che ama: ho dato pane all’affamato, acqua all’assetato, vestiti all’ignudo, una barca a chi non ne aveva» (cap. 125). Il testo risale a 1500 anni prima di Cristo e dicendo le stesse cose mostra il vero senso della salvezza, che mai mancò al genere umano, ben prima del cristianesimo storico: la liberazione dall’ego e l’apertura al bene, all’amore, alla giustizia. Io ritengo non implausibile pensare che, in chi pratica questo stile di vita, possa generarsi una peculiare disposizione della sua energia costitutiva (ciò che tradizionalmente si chiama anima) in grado di vincere la curvatura dello spazio-tempo. 
Vito Mancuso, la Repubblica 26 marzo 2016

venerdì 25 marzo 2016

La Carta di Avviso Pubblico: un segno di trasparenza".

Sentinelle del territorio. Ritorniamo sul tema dell'etica nella pratica politica. Nella lettera aperta di alcuni giorni orsono, "E' finita l'era dei fossili"? avevamo espresso sconcerto riguardo "(...) a perniciose liturgie della politica” quali nomine e deleghe frutti di accordi “sotto-traccia”, oppure “antichi personaggi”, detentori di “pacchetti di voti”, portatori di interessi particolari e privatistici.
Aggiungi didascalia
Al contrario, fra altre cose, avevamo  auspicato che i candidati-sindaco e tutte le forze politiche pinerolesi agognino sinceramente il fresco profumo” di una azione politico-amministrativa nuova, saldamente ancorata a principi etici e morali.
Uno degli strumenti che indicavamo era la Carta di Avviso Pubblico", un documento alla cui adesione avevamo invitato i candidati sindaco. Accogliamo pertanto con piacere la scelta di spontanea adesione  a quel documento da parte di Enrica Pazè, la candidata sindaco di SEL Pinerolo.
Vita Diocesana pubblica un interessante articolo di Giancarlo Chiapello nel quale si evidenziano le peculiari finalità del documento: "(...) Il Codice si rivolge ai politici e ne chiede impegni precisi per diventare testimoni visibili di una concreta azione di educazione alla legalità, di un impegno destinato a cancellare potenziali zone d’ombra nell’azione politico-amministrativa.". 
Invitiamo ad una attenta lettura.

Fonte: Vita Diocesana
"Un’associazione per gli amministratori che non hanno nulla da nascondere
La Carta di Avviso Pubblico: un segno di trasparenza". 
Giancarlo Chiapello

UN CODICE ETICO – comportamentale, ecco in sostanza cos’è la Carta di “Avviso Pubblico”, l’associazione che raggruppa alcune centinaia di istituzioni locali, Regioni, Provincie, Comuni, Unioni di Comuni e che si è data come obbiettivo, dichiarato (cfr. www.avvisopubblico.it), quello «di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati».
Non serve di fatto a sostituire i politici con chissà quali figure “messianiche” o “tecniche”, spesso digiune di una vera visione comunitaria, non ha un’impostazione demagogica e meramente teorica, ma rappresenta un sostegno alla buona politica per emergere, in particolare in territori e situazioni dove si potrebbero evidenziare rischi legati a clientelismo, conflitti di interessi, pressioni indebite, ecc… (e nel territorio metropolitano questi rischi in molti casi forse non appartengono solo a storie passate).
In particolare, all’articolo 5 parla proprio delle situazioni di conflitto di interesse, come ad esempio «la sussistenza di interessi personali dell’amministratore che interferiscono con l’oggetto di decisioni cui egli partecipa e dalle quali potrebbe ricavare uno specifico vantaggio diretto o indiretto»; «la sussistenza di preesistenti rapporti di affari o di lavoro con persone od organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni»; «rapporti di frequentazione abituale con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto di decisioni di rilevanza economica cui l’amministratore partecipa direttamente, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme».
Questo documento è entrato in maniera sostanziale nel dibattito politico pinerolese, grazie all’azione del Presidio di Libera “Rita Atria”, apertosi da tempo sul tema della governance del territorio, dell’urbanistica, in una Città destinata a vedere l’elaborazione di un nuovo Piano Regolatore: molte realtà aggregative cittadine hanno iniziato ad interrogarsi su un tema di spinosa attualità, ossia trasparenza e conflitto di interessi.
Il Codice si rivolge ai politici e ne chiede impegni precisi per diventare testimoni visibili di una concreta azione di educazione alla legalità, di un impegno destinato a cancellare potenziali zone d’ombra nell’azione politico-amministrativa.
Nell’ambito delle primarie del Pd è stato accolto e rilanciato a seguito della personale sottoscrizione da parte di Luigi Pinchiaroglio.
Anche sul fronte dell’impegno sociale nel mondo cattolico, i giovani cattolici democratici del “Comitato Primo Mazzolari” che cercano di riorganizzare nella comunità una presenza radicata nella triplice autonomia di analisi, valutazione ed azione, considerano importante una così significativa presa di posizione.
GIANCARLO CHIAPELLO

mercoledì 23 marzo 2016

MIGLIORIAMOCI! NOI CONTRO IL PENSIERO MAFIOSO


Le ragazze ed i ragazzi del Consiglio Comunale dei Ragazzi di San Secondo invitano all'incontro pubblico che si terrà questa sera, alle ore 21.00 presso la Sala Consiliare.
MIGLIORIAMOCI! NOI CONTRO IL PENSIERO MAFIOSO
Perchè la lotta alle mafie comincia davvero nel rendere coscienti le nuove generazioni
che tutti noi possiamo fare qualcosa: anzitutto rifiutando e contrastando il "pensiero mafioso" in cui tutti noi possiamo incappare quotidianamente. Se le mafie sono innanzi tutto Ingiustizia, il "pensiero mafioso" è il pensare di poter ottenere qualcosa senza averne merito: la raccomandazione, il privilegio, il favore...
E' sempre vivo l'insegnamento di Paolo Borsellino, la sua attenzione alle "nuove generazioni" , le parole pronunciate il 23 giugno 1992, alla commemorazione di Giovanni Falcone organizzata dall’Agesci di Palermo, nella parrocchia di S. Ernesto, ad un mese dalla strage di Capaci: "(...)

“La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità".Paolo Borsellino


Vi invitiamo


martedì 22 marzo 2016

SONO MORTE TREDICI RAGAZZE D'EUROPA.

SONO MORTE TREDICI RAGAZZE D'EUROPASognavano il futuro, queste ragazze. 
Oggi l'Europa è di nuovo colpita da un attacco terroristico, l'ultimo atto di un disegno criminale il cui obiettivo è quello di distruggere il principio di LIBERTA' e GIUSTIZIA: il sogno ( non ancora realizzato) dei padri fondatori dell'Europa unita.
"(...) Quello che noi dovremmo continuare a costruire anche per loro, che ci credevano e avevano respirato il profumo più antico e buono del mondo: la Libertà che deriva dalla Conoscenza".


SONO MORTE TREDICI RAGAZZE D'EUROPA. 
Fra loro, Francesca Bonello; Elisa Valent; Valentina Gallo; Elena Maestrini; Lucrezia Borghi; Serena Saracino; Elisa Scarascia Mugnozza

 FONTE: FANPAGE - di Saverio Tommasi

SONO MORTE TREDICI RAGAZZE D'EUROPA.
Tredici ragazze d'Europa sono morte in un incidente stradale.
Due quelle che abitavano a una manciata di chilometri da casa mia.
Quando parlo nelle scuole, la prima cosa che dico è: guardate il mondo. L'Europa. 
Non vi fermate nel Paese dove siete nati, qualunque esso sia. 
Respirate altre culture, altri cibi, altri profumi. 
Viaggiate. Incrociate sguardi, indossate le scarpe di altri, portate almeno per un po' i loro zaini. 
Baciatevi, e quando lo fate fatelo come se fosse per sempre.
Queste ragazze erano le figlie migliori della nostra Europa. 
Una sarebbe diventata farmacista, ci avrebbe curato. 
Un'altra economista, ci avrebbe aiutato a uscire dalla crisi. 
Una sarebbe andata a fare la volontaria in Africa. 
Un'altra dall'Africa era arrivata in Europa. 
C'era anche l'ingegnere, che avrebbe costruito ponti.
Queste ragazze hanno i profili facebook con le foto dei libri, i bicchieri, le linguacce, la frangetta, gli amici, i post scritti in italiano, inglese, tedesco, francese, romeno, austriaco, ceco, arabo e uzbeco, la lingua turca parlata in Uzbekistan e Afghanistan. Perché c'era il mondo, questa notte su quel pullman.
Quasi nessuna delle ragazze, al momento dell'incidente, era sveglia.
Dormivano, come si fa di solito a quell'ora e dopo essere stati tante ore svegli a parlare e a sognare. E perciò dormivano quasi tutte, come hanno detto i sopravvissuti, continuando a sognare quello che sogno anche io per mia figlia, o per mia sorella che in Spagna c'è stata, ci ha studiato, si è divertita e parla lo spagnolo come io parlo l'italiano. 
Sognavano il futuro, queste ragazze.
Quello che noi dovremmo continuare a costruire anche per loro, che ci credevano e avevano respirato il profumo più antico e buono del mondo: la Libertà che deriva dalla Conoscenza.


domenica 20 marzo 2016

Lettera aperta per un cambiamento non più rinviabile: "E' finita l'era dei fossili"

Abbiamo celebrato ieri, 19 marzo 2016, in anticipo con la data ufficiale, la Giornata della Memoria e dell'Impegno nel Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie. Ringraziamo le studentesse, gli studenti, i docenti, che hanno voluto partecipare in rappresentanza degli istituti pinerolesi nei quali abbiamo svolto gli incontri di quest'anno 2015-2916. Ringraziamo ovviamente anche il sindaco Buttiero e l'assessora Agnese Boni per aver partecipato ed essere intervenuti. 
A detta di tutti i partecipanti, si è trattato di un momento estremamente significativo che ha confermato quanto "fare memoria" ( conoscere, comprendere, impegnarsi) sia indispensabile per riflettere, indagare, comprendere la realtà che viviamo. Nei prossimi giorni daremo conto della GIORNATA.
alcune immagini della celebrazione del 19 marzo 2016
Proprio la qualità e la profondità degli interventi delle ragazze e dei ragazzi delle scuole pinerolesi, ci hanno confermato della necessità di quanto abbiamo scritto nei giorni passati: una "lettera aperta" che, prendendo spunto dai fatti che anche le cronache nazionali quotidianamente ci  offrono, si rivolge alla nostra comunità, alla comunità di Pinerolo, e alla sua classe politica. A noi è parso evidente che anche le ragazze ed i ragazzi presenti ieri all'Auditorium Baralis hanno fatto comprendere, con i contenuti dei loro interventi ( li pubblicheremo nelle prossimi giorni), che "E' finita l'era dei Fossili". 
E' necessario, anche a Pinerolo, un cambiamento necessario e non più rinviabile! 

Ringraziamo Vita Diocesana per aver voluto pubblica la nostra riflessione

E' finita l'era dei fossili”?
Riflettendo su vicende della vita politica pinerolese, le recenti primarie locali del PD che hanno visto prevalere Luca Barbero su Luigi Pinchiaroglio unitamente ad altri episodi, osserviamo quanto segue in una riflessione che –ovviamente- non riguarda solo Pinerolo.
Le componenti innovative contenute nelle azioni di due candidati-sindaco, Luigi Pinchiaroglio e Luca Salvai, nell'indicare preliminarmente i soggetti designati a ricoprire deleghe fondamentali (l'urbanistica!) nell'ambito della compagine amministrativa; l'adesione di Luigi Pinchiaroglio alla “Carta di Avviso Pubblico”; l'esperienza messa in atto nei mesi passati dal circolo pinerolese di SEL (gli incontri del ciclo “Human Factor”); la decisione dei giovani di Sinistra Solidale di volersi occupare della “res-pubblica” e della politica attiva come “luogo” di confronto e di impegno; questi esempi, a nostro parere, devono segnare uno spartiacque nel mondo della politica pinerolese. Un segnale di “non ritorno” a quello che, d'ora in poi, deve essere visto come “retaggio del passato”.
Per altre situazioni –il referendum sulle “trivelle”- stiamo dicendo: E' finita l'era dei fossili...”. E allora “fossili di un'era passata e preistorica” devono essere considerate, ad esempio, anche perniciose liturgie della politica” laddove nomine e deleghe sono frutti di accordi “sotto-traccia”: un “do ut des” ( io ti do affinchè tu mi dia...) che troppe volte mette a rischio la qualità della proposta politica-amministrativa, costituendo un ”vulnus” dello stesso sistema democratico. “Fossili” devono quindi essere giudicati anche quegli “antichi personaggi”, detentori di “pacchetti di voti”, portatori di interessi particolari e privatistici da far pesare sulla bilancia dell'azione politica-amministrativa. Inaccettabile deve essere considerato il ricorso a quei “personaggi” e a quei “pacchetti di voti”.
Plaudiamo pertanto al tentativo, concretizzatosi nelle azioni prima menzionate, di perseguire anche a Pinerolo “un cambiamento possibile, necessario e non più rinviabile”. Lo abbiamo detto altre volte ma occorre riaffermarlo con forza e convinzione.
Noi auspichiamo che i candidati-sindaco e tutte le forze politiche pinerolesi agognino sinceramente il fresco profumodi una azione politico-amministrativa nuova, saldamente ancorata a principi etici e morali.
Onestà e trasparenza delle persone che si candidano all'amministrazione della comunità come requisito preliminare -“non negoziabile”- sottolineato in questi giorni da Elvio Fassone; competenza e credibilità; qualità del progetto politico a servizio del “bene lungimirante” della comunità, un progetto libero da condizionamenti e “conflitti di interessi”. Non si tratta di suscitare polemiche quanto di ribadire l'importanza di valori che devono essere patrimonio condiviso a fondamento di qualsivoglia candidatura alla gestione della “cosa-pubblica”.
Se la politica pinerolese non saprà perseguire il cambiamento necessario, non più rinviabile, le cittadine e i cittadini responsabili devono assumersi la responsabilità di azioni coerenti: occorre parlare e reclamare il diritto ad una politica che sia concretamente al servizio del bene della comunità! Lo spirito nuovo, che a tratti si è materializzato negli episodi della politica locale prima citati, non deve essere ricacciato indietro né tanto meno cancellato. Altrimenti, noi stessi siamo “i fossili” che diciamo di voler combattere.


Presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo

giovedì 17 marzo 2016

19 marzo 2016. A Pinerolo XXI Giornata delle Memoria e dell'Impegno nel Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie"

"Ponti di memoria, luoghi di impegno".
Questo lo slogan scelto per la  XXI Giornata delle Memoria e dell'Impegno nel Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie. LIBERA  quest'anno ha scelto Messina e "100 altri luoghi" per celebrare la Giornata.

19 marzo 2016 Vi invitiamo a celebrare la GIORNATA anche a PINEROLO
La Giornata indetta da LIBERA è l'occasione per ricordare le storie di coloro che la violenza e la cultura mafiosa hanno portato via ai loro cari e alla nostra democrazia, per stringerci accanto ai familiari che ancora chiedono verità e giustizia.
Ma occorre soprattutto ricordare a ciascuno quanto sia necessaria una lotta concreta, tutti insieme, contro le organizzazioni criminali; una lotta nella quale ognuno deve fare la sua parte, “per quello che può e per quello che sa”, come ci ha insegnato Paolo Borsellino.
Anche in Piemonte, è necessario informarci e formarsi insieme, per rappresentare con forza una regione che dice “no alle mafie!”, perchè le mafie che hanno superato da tempo la “linea della palma”, la metafora di L.Sciascia, e sono presenti e radicate anche sul nostro territorio.


Per il presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo, la scuola e il valore che questa istituzione pubblica deve rappresentare, anche quest'anno è stato uno dei "luoghi" del nostro impegno: studenti, insegnanti, dirigenti scolastici pronti a dare testimonianza nella quotidianità della scelta di combattere tutti insieme, contro le mafie e il pensiero mafioso, per l'affermazione della giustizia sociale. 
Invitiamo le cittadine e i cittadini responsabili a dare testimonianza di partecipazione e di condivisione dei valori fondanti della nostra Democrazia

Programma della manifestazione

A partire dalle ore 10.00, presso l’Auditorium “ Baralis” in via A. Marro n. 4: 

  • presentazione della Giornata e saluto delle Autorità
  • presentazione dei lavori e delle riflessioni degli studenti delle scuole pinerolesi che hanno partecipato al  percorso che ci ha guidato alla celebrazione della Giornata della Memoria. Saranno presenti le rappresentanze dei seguenti istituti: Liceo Classico "Porporato";  Scuola Media Statale "F. Brignone"; Liceo Scientifico "M. Curie"; Istituto Tecnico "M. Buniva"; Istituto Alberghiero "A Prever" 
  • lettura dei nomi delle Vittime Innocenti delle mafie. 
Lo ricordiamo sempre: le Vittime innocenti delle mafie, oltre che dal ricordo e dall'impegno di tutti, sono legate dalla domanda di Verità e Giustizia che si alza forte ogni anno da parte dei loro familiari. Ancora oggi, infatti, per il 70% delle vittime innocenti di mafie non è stata fatta verità e, quindi, giustizia. 

giovedì 10 marzo 2016

ANCHE NOI CI PREPARIAMO A VOTARE "SI" PER FERMARE LE TRIVELLE

VI INVITIAMO! 
Serata informativa referendum NO-TRIV
Giovedi 10 marzo 2016 ore 21:00 allo STRANAMORE
Interviene Gian Piero Godio 
(Legambiente Piemonte e VdA – Settore Energia)

Domenica 17 aprile 2016 saremo chiamati a votare per il referendum sulle trivellazioni. Le scelte energetiche del Governo nazionale, che ha deciso il taglio delle rinnovabili e lo sfruttamento del petrolio in mare,ripropongono il vecchio modello basato sullo sfruttamento delle energie di origine fossile, inquinanti e destinate all’esaurimento, con il risultato di perpetuare enormi profitti per pochi, altissimi rischi e guasti per molti.
Il governo rimanendo sordo agli appelli per l’Election Day che avrebbe permesso l’accorpamento dei referendum con le elezioni amministrative ha deciso di utilizzare ( ...o sprecare?) denaro pubblico per 360 milioni di euro per anticipare al massimo la data del voto, puntando così sul fallimento della partecipazione degli elettori al referendum.
Il governo sta scommettendo sul silenzio del popolo italiano!
Invitiamo tutti e tutte: organizzazioni sociali, istituzioni territoriali, imprese che investono sulla sostenibilità, singoli cittadini/e, giovani e anziani a intervenire alla serata anche per capire come mobilitarsi per il voto.

Questo il comunicato di LIBERA:

VOTA SI PER FERMARE LE TRIVELLE

Il 17 aprile VOTA SI al referendum popolare sulle trivelle: per contrastare le lobby del petrolio, per combattere i mutamenti climatici, per difendere il tuo mare

Il governo ha deciso in tutta fretta la data del 17 aprile 2016 per chiamare i cittadini italiani ad esprimersi con un referendum popolare circa le trivellazioni in mare. In sostanza si chiede agli elettori di cancellare la norma, introdotta con l'ultima legge di stabilità, che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo.  
 
Se vogliamo mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere occorre votare "sì" al referendum. In questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza "naturale" fissata al momento del rilascio delle concessioni.  Si tratta di un passo importante per uscire dall'era del petrolio.
 
Il tempo delle fonti fossili è scaduto. Il futuro è già qui, si chiama energia pulita e rinnovabile. Al referendum del 17 aprile votiamo si perchè vogliamo un Paese moderno, democratico, pulito. 
 
Il 17 aprile è vicino, i tempi per informare e raggiungere quanti più cittadini possibile sono strettissimi. Mettiamo a disposizione informazioni utili e materiali per costruire la vostra campagna referendaria. Uniti vinceremo questa battaglia come già abbiamo fatto per il nucleare. Ci vediamo il 17 aprile nei seggi elettorali.  

martedì 8 marzo 2016

8 marzo. Non abbiamo abbastanza per festeggiare

Alle Donne , a noi tutti.
"(...) Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse, se ognuno di noi prova a cambiare , forse ce la faremo. " 
 Rita Atria - Erice 5 giugno 1992





Auguri alle donne e agli uomini che non hanno festa perchè c'è ancora tanto per cui dover lottare.
Auguri alle donne che, "nel nostro mondo", 
scelgono di vivere il loro essere donna 
con responsabilità e consapevolezza.
Auguri più grandi alle donne "di altri mondi"
dove non sanno che questa è la "Giornata della Donna"
ed hanno per traguardo la fine del giorno
per avere un altro giorno da vivere.



 
La BALLATA DELLE DONNE  (Edoardo Sanguineti)

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.