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venerdì 5 settembre 2014

Che cosa è la trattativa? Quello che ci hanno detto i mafiosi? O quello che non ci hanno detto i politici? “

Due giorni orsono, al Festival del Cinema di Venezia è stato presentato - fuori concorso- l'ultimo film-documentario di Sabina Guzzanti : " La trattativa". 

Attilio Bolzoni (giornalista):Di cosa si parla quando si parla di trattativa? Delle concessioni dello Stato alla mafia in cambio della cessazione delle stragi? Di chi ha assassinato Falcone e Borsellino? Dell’eterna convivenza fra mafia e politica? Fra mafia e Chiesa? Fra mafia e forze dell’ordine? O c’è dell’altro?(...) Vanno in scena gli episodi più rilevanti della vicenda nota come "trattativa Stato-mafia", tra mafiosi, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime e assassini, massoni, persone oneste e coraggiose e persone coraggiose fino a un certo punto.
È la lunga cronaca dell'estate più infame di Palermo che s'intreccia con misteri di Stato passati e futuri, tutti gli avvenimenti ordinati con puntiglio uno dietro l'altro senza aggiungere o togliere nulla, senza mai lasciarsi sopraffare dalle vicende esclusivamente giudiziarie o nell'inseguire tesi di questo e quell'altro magistrato. I fatti, solo i fatti - spesso mai negati persino dagli stessi protagonisti trascinati davanti a una Corte d'Assise per rispondere di "attentato a corpo politico dello Stato" - raccolti in un'ora e 40 minuti che alla fine lasciano senza fiato.
 Il film della Guzzanti comincia e finisce con una domanda seguita da altre due domande. Che cosa è la trattativa? Quello che ci hanno detto i mafiosi? O quello che non ci hanno detto i politici?".
Sabina Guzzanti ( non solo "attrice"): "(...) Mi sono chiesta come sarebbe l'Italia di oggi se quella trattativa non ci fosse stata, dopo le stragi del 1992 c'era la possibilità di cambiare e invece oggi noi abbiamo gli stessi imprenditori di trenta anni fa, abbiamo i rappresentanti del capitalismo più imbarazzante d'Europa e ancora le mafie più potenti d'Europa. (...) Purtroppo quelli che racconto sono fatti realmente accaduti, verificati più di mille volte nel lavoro di riscontro che ho fatto insieme agli esperti di questa materia. In Italia dagli anni Novanta in poi ci siamo abituati ad aspettare i risultati di un processo prima di poter parlare di qualcosa, ma non è che finché non si trovano i responsabili penali di un fatto, l'opinione pubblica non può venirne a conoscenza. Sulla mancata perquisizione del covo di Riina c'è poco da fare, è andata così; c'era la possibilità di venire a sapere i nomi di tutti i collaboratori della mafia nel mondo politico e imprenditoriale e si è vanificata questa possibilità. Lo stesso Borsellino in una celebre intervista ( n.d.c.s.: la lezione che P. Borsellino tenne a bassano del Grappa nel 1989) diceva che non è che se un politico ( sul quale gravano pesanti indizi) viene assolto vuol dire che è innocente, ma che non sono state trovate prove per condannarlo. L'opinione pubblica però dalla conoscenza di alcuni fatti può trarre le sue conclusioni".(...)Nell'apprendere certe cose e nell'approfondire queste questioni ho avuto momenti di paura e di depressione - conclude Guzzanti - ho pensato le solite cose che pensiamo tutti: me ne vado, che ci sto a fare qui? Ma lo scopo del film era mettere in grado tutti, anche chi non legge il giornale tutti i giorni o non lo legge mai, di capire quei fatti che hanno cambiato il corso della nostra democrazia. Le istituzioni italiane hanno sempre avuto paura della democrazia e hanno finito per scegliere sempre un'altra strada con qualcuno che si prende la responsabilità di prendere decisione per noi, per il bene del paese. Il film dice che se non ci fosse stata questa trattativa il nostro sarebbe stato un paese migliore e forse oggi avremmo ancora Falcone e Borsellino". 
la locandina del film ha suscitato reazioni e discussioni
Come scrive Attilio Bolzoni su La Repubblica "(...) il film  ha già acceso discussioni dopo soli due minuti di trailer e dopo l'apparizione di quel logo che raffigura lo stemma della Repubblica italiana con al centro - al posto della tradizionale stella - un uomo nero con coppola e lupara, entra nelle pieghe più oscure di un'Italia che da sempre sopravvive fra patti e ricatti". 
Le discussioni, le reazioni "sdegnate, sull'icona del mafioso raffigurato nella locandina paiono davvero, ancora una volta, come tentativi maldestri di coloro che si ergono presti a difendere quegli anfratti del Potere oscuro su cui il film cerca di far luce;  la vecchia storia degli stolti che, anzichè guardare alla Luna, fissano inebetiti il dito che indica la Luna.

Scrive ancora A.Bolzoni: "La trattativa" spiega tutto con ordine. Chi vuole può capire, può anche intuire che i personaggi presentati non sono gli unici ad avere avuto a che fare con quegli accordi. Ci sono complici rimasti nell'ombra". 
Quanto è accaduto pare voler mostrare qualcosa di ancor più grave: ci pare di comprendere che continua ad essere vivo  quel patto  scellerato  fra "pezzi" del potere che domina l'Italia e che, come abbiamo detto più volte, si manifesta nell'intreccio forte, evidente e acclacrato, della famigerata triade: "cosche-cricche-caste". 
Le mafie, lo sappiamo bene (lo sa Sabina Guzzanti) , non sono più da un pezzo "l'uomo in coppola e lupara" ritratto nella locandina del film della Guzzanti: le mafie (cosche-cricche-caste) sono "relazioni" e capitali da ripulire  ed investire in attività redditizie; sono speculazioni immobiliari e finanziarie, attività imprenditoriali  per le quali  poco stimabili professionisiti, professori, mala-politica,  creano maschere di legalità;  sono nella gestione degli appalti pubblici; sono nell'affare sempiterno del Sistema Sanitario nazionale;  sono nelle cosiddette "grandi opere"... 
E allora lo scandalo vero di questa Italia, un paese dove le stragi - da Portella delle Ginestre- sono servite "a pezzi" del Potere per difendere e preservare se stesso ,  non risiede forse nella complicità  continua fra mala-politica e mafie, laddove questo intreccio consente ad alcuni esponenti di primo piano di quel sodalizio di sedere nelle aule parlamentari italiane a stabilire regole e dettami ad una intera nazione? 

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