Nella seduta del Consiglio Comunale del 30 novembre 2016 è stata approvata all'unanimità la mozione per giungere al conferimento della cittadinanza onoraria al giudice Nino di Matteo.
Esprimiamo la nostra soddisfazione per l'atto di solidarietà espresso dal Consiglio Comunale di Pinerolo . Tuttavia, non dobbiamo pensare che una azione culturale concreta ed efficace contro le mafie, ma soprattutto contro "il pensiero mafioso" diffusissimo anche tra coloro che "mafiosi" in senso stretto non potrebbero esere definiti, si possa esaurire con questo atto pure significativo. Ribadiamo pertanto quanto avevamo auspicato nell'articolo riportato anche da ANTIMAFIADUEMILA (leggi qui): «Riteniamo – che alla formazione di una cultura della comunità contro “il pensiero mafioso” possa servire anche riprendere quanto avviato nel passato, sia pure con scarsa convinzione: l’azione conoscitiva, culturale, che doveva essere svolta dalla cosiddetta Commissione Consiliare antimafia, formata dalla passata Amministrazione pinerolese. Insediata proprio su proposta del presidio “Rita Atria” il giorno 19 luglio 2012, anniversario della strage di Via D’Amelio, quella commissione si era riunita in realtà una sola volta per poi “sparire”».
La battaglia culturale contro le mafie ed il pensiero mafioso abbisogna dell'impegno e dell'assunzione di responsabilità e consapevolezza di ciascuno perchè questo ci insegna Rita Atria: " Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici. La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci.(...)".
MOZIONE
CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA
AD ANTONINO DI MATTEO
PREMESSO CHE
ANTONINO DI MATTEO, DETTO NINO, È UN MAGISTRATO ITALIANO:
Nato a Palermo nel 1961, è entrato in magistratura nel 1991 come sostituto procuratore presso la DDA di Caltanissetta.- Divenuto pubblico ministero a Palermo nel 1999, ha iniziato ad indagare sulle stragi di mafia in cui sono stati uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte, oltre che sugli omicidi di Rocco Chinnici ed Antonino Saetta; per l'omicidio Chinnici ha rilevato nuovi indizi sulla base dei quali riaprire le indagini e ottenere in processo la condanna anche dei mandanti, riconosciuti in Ignazio e Antonino Salvo, mentre per l'omicidio Saetta otteneva l'irrogazione del primo ergastolo per Totò Riina;
In seguito alle minacce ricevute, Di Matteo è stato sottoposto ad eccezionali misure di sicurezza (compresa l'assegnazione del dispositivo Bomb Jammer), annunciate alla stampa dallo stesso ministro dell'interno Angelino Alfano nel dicembre 2013, elevando il grado di protezione al massimo livello.- Purtroppo dietro l’ipocrisia delle dichiarazioni ufficiali, le cose non stanno così: da mesi Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso in via D’Amelio, porta avanti una battaglia per ottenere che sulla jeep blindata di Di Matteo possa essere montato il jammer, meccanismo che intercetterebbe i segnali radio scongiurando così l’eventuale deflagrazione di un esplosivo azionato da un telecomando. “l’unico strumento che potrebbe realmente tutelarlo dal rischio di un attentato”.
Nel settembre 2015 si ha notizia che, dopo due anni di continue intimidazioni, il tritolo per il pm della “trattativa” è pronto, nascosto da qualche parte nelle borgate di Palermo, e che il neopentito Vito Galatolo ha raccontato come il piano di morte per Nino Di Matteo sia pronto a scattare.
E' inoltre notizia di queste settimane che ci sarebbero ulteriori elementi, non divulgati alla stampa, tali da spingere il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, a trasmettere con urgenza gli atti a Caltanisetta e al Consiglio superiore della Magistratura con un invito ad intervenire per l'alto rischio che lo stesso Pm, titolare delle indagini sulla trattativa Stato-Mafia, si trova a correre. Csm che, alla luce dei suddetti avvenimenti, pare aver recepito la gravità della situazione al punto da proporre un trasferimento del Pm per motivi di sicurezza.
CONSIDERATO CHE
Coltivare la passione civile è nostro dovere per evitare di adeguarci alla deriva prevalente di un Paese sempre più indifferente alla giustizia, insofferente alla verità, all’indipendenza della magistratura ed alla tutela vera dei valori costituzionali.
La cittadinanza onoraria al Magistrato Nino Di Matteo, rientra nella logica di non lasciare soli i servitori dello Stato che svolgono con diligenza il proprio lavoro, ed è un atto dovuto, per l’attività che sta svolgendo ed i rischi a cui è esposto, la massima attenzione e vicinanza da parte dei cittadini, come sta avvenendo in questi giorni attraverso la Scorta Civica, dalle Agende Rosse, ma anche e soprattutto dalle istituzioni.
Riteniamo che ogni Comune italiano abbia il dovere di mandare un messaggio forte, chiaro ed inequivocabile di grande solidarietà e chiediamo a tutte le coscienze civili e democratiche del Consiglio Comunale di Pinerolo, di non lasciare solo questo coraggioso magistrato e di sostenere la mozione, mettendo da parte bandiere ed appartenenze politiche.
Ricordando le parole di Paolo Borsellino: “Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.”
Il Consiglio Comunale di Pinerolo
IMPEGNA SINDACO E GIUNTA
ad attivarsi per il conferimento ad Antonino Di Matteo detto Nino, della cittadinanza onoraria, esprimendo con questo gesto vicinanza, piena solidarietà, senso civico e morale di una comunità che intende rendere omaggio ad un uomo, simbolo di un’Italia che con dedizione, impegno e senso del dovere, porta avanti il proprio lavoro di ricerca della verità, nonostante le violente pressioni a cui lui ed i suoi familiari sono sottoposti.
Pinerolo, XX novembre 2016