Il confronto proposto da "Officina Pinerolese" e presidio LIBERA "Rita Atria"- Pinerolo sul tema del Referendum Costituzionale si è svolto in una cornice di pubblico davvero lusinghiera: tanta è stata la partecipazione del pubblico che Il Salone dei Cavalieri non ha potuto accogliere tutti coloro che avrebbero voluto assistere alla riflesione offerta dai relatori. Ringraziamenti doverosi quindi al sen. Elvio Fassone ( relatore per le ragion del Sì), al prof. Ermanno Vitale ( relatore per le ragioni del No), al dott. Giancarlo Chiapello che ha moderato il confronto, al pubblico che ha partecipato attento, rivolgendo poi numerose domande ai relatori.
La significativa presenza del pubblico giovanile ha mostrato chiaramente come il tema referendario susciti interesse anche nelle nuove generazioni. Non potrebbe essere altrimenti giacchè quello su cui saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 4 dicembre, le modifiche proposte alla Carta Costituzionale, riguarda proprio il documento fondamentale, "la regola delle regole" in cui tutti dovremmo riconoscervi il fondamento della convivenza civile e democratica nel nostro Paese.
E il difficile momento storico che viviamo, una crisi sociale ed economica che rende precario e problematico il presente ed il futuro di larghe fasce della comunità italiana (e dei giovani in particolare) non può non richiamare alla nostra memoria le parole, il monito, di uno dei padri della nostra repubblica, Piero Calamandrei. Quante volte, alla luce di queste parole, diciamo che la Costituzione prima di pensare a come modificarla occorrebbe forse pensare a come (finalmente!) attuarla, tanto sono "all'ordine del giorno" i diritti concreti -e non rispettati- che la nostra Costituzione pone a fondamento della stessa Democrazia: lavoro, istruzione, uguaglianza, dignità delle persone.
Principi bellissimi, mirabilmente sottolineati da Piero Calamandrei come principi ineludibili della Democrazia ma, sino ad oggi, non siamo ancora stati capaci di attuarli; anzi, in questi anni le diseguaglianze e le ingiustizie sociali sono evidentemente aumentate. Allora, proprio facendo memoria alle parole di Calamandrei, noi pensiamo che le azioni che si compiono sulla nostra Costituzione non debbano avere altro scopo se non quello di rendere evidente, concreta, la volontà di mantenere "le promesse" contenute nella Costituzione. Questa la discriminante, questo il metro di giudizio che ci pare si debba considerare riflettendo, esprimendosi, su quanto il quesito referendario propone.
L'obbiettivo più importante, ora, è perforare la corazza di chiacchiere dell'avversario e annichilirlo. Esamini, per cortesia, la modifica all'articolo 67 della costituzione e lo commenti per la sua pericolosità. Grazie. DAL COL CLAUDIO
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