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domenica 7 agosto 2016

Papa Francesco svela "lo scandalo: non guerra non di religione ma per il potere

Nell'edizione di domenica 7 agosto 2016 Vita Diocesana pubblica una riflessione di Arturo Francesco Incurato sui fatti sanguinosi, stragi e uccisioni, accaduti in Europa negli ultimi mesi visti però alla luce delle affermazioni di papa Francesco il quale svela "lo scandalo: lo scandalo di una guerra non di religione ma di potere. Una guerra che, forse per la prima volta nella storia dell'umanità, vede all'opera un sistema di potere che non ha confini e non ha coloriperchè oggi le azioni dei potenti del mondo, gli “altri” citati da papa Francesco, hanno come scacchiere l'intero pianeta.

             Non guerra non di religione ma per il potere
Dopo i fatti di Rouen, l'uccisione in chiesa di padre Jacques Hamel, i media sono stati invasi da immagini e dichiarazioni riguardanti la partecipazione degli iman di molte città italiane alle celebrazioni che si svolgevano nelle chiese, accogliendo così l'invito e l'auspicio all'incontro e al dialogo fra le religioni, al fine di allontanare lo spettro della “guerra di religione” evocato da molti .
Al contrario, non altrettanto rilievo mediatico ha avuto il concetto espresso da papa Francesco mercoledì 27 luglio nel quale Egli non solo negava che vi fosse in atto una guera di religione ma addirittura spiegava quale fosse lo scandalo della guerra vera che è incorso.

Fare memoria
Una premessa necessaria, utile a riflettere: forse per la prima volta dopo decenni in Europa si è riusciti ad inculcare nuovamente il germe della paura. La paura di essere sull'orlo di una guerra, o addirittura che l'Europa sia già sotto l'attacco di una guerra (di religione) condotta dai terroristi (islamici) che, agli ordini del califfato o di qualche altra fantomatica organizzazione, seminano morti innocenti fra le genti europee.
Tuttavia, per comprendere quanto il demone della paura possa offuscare la realtà basterebbe pensare al fatto che le prime vittime dell'ultima sanguinosa strage compiuta a Nizza, la sera dello scorso 14 luglio, sono stati i membri di una famiglia mussulmana recatisi, anche loro, ad assistere allo spettacolo dei fuochi artificiali sul lungomare della cittadina francese.
La Storia dovrebbe insegnarci due cose fondamentali: che occorre diffidare di coloro che incutono paure ma che bisogna anche essere vigili e pronti contro chi provoca morti e distruzioni. Ma la Storia non è quasi mai “maestra di vita” e sono molti coloro che conosco bene l'arte di manipolare masse e pensieri per mascherare la realtà stessa, quella vera!
Che si sia per davvero nel mezzo di una guerra lo aveva detto addirittura lo stesso papa Francesco alcuni mesi orsono, inascoltato, silenziosamente irriso: egli aveva parlato esplicitamente, e testualmente, di “una terza guerra mondiale combattuta a pezziMercoledi scorso 27 luglio papa Francesco si è recato a Cracovia dove avrebbe incontrato i giovani provenienti da tutto il mondo, riuniti per la celebrazione della Giornata
Mondiale della Gioventù. Durante il volo, rivolgendosi ai giornalisti Egli è ritornato su quella affermazione per precisare ancora meglio, inequivocabilmente, il significato delle sue parole ed esplicitando i “pezzi” di questa guerra mondiale. Le parole di papa Francesco: Una sola parola vorrei dire per chiarire. Quando io parlo di guerra, parlo di guerra sul serio, non di guerra di religione. C'è una guerra di interessi, c'è una guerra per i soldi, c'è guerra per le risorse della natura, c'è guerra per il dominio dei popoli: questa è la guerra. Qualcuno può pensare: “Sta parlando di guerra di religione”. No. Tutte le religioni vogliamo la pace. La guerra la vogliono gli altri. Capito?Leggi qui il testo integrale


Chi vuole la guerra?
Papa Francesco offre considerazioni chiare ponendo a noi tutti la domanda fondamentale: abbiamo capito chi vuole la guerra? Per rispondere a questa domanda, per comprendere chi siano coloro che reggono le fila di questo disegno osceno, forse occorre riflettere proprio sulle questioni essenziali richiamate da papa Francesco: “Chi mette in atto una guerra di interessi? Chi mette in atto una guerra per i soldi? Chi mette in atto una guerra per accaparrarsi le risorse della natura? Chi mette in atto una guerra per il dominio dei popoli?”. Vien da pensare che coloro che operano per quegli scopi, per il potere, siano fra gli stessi che stanno conducendo la guerra vera di cui parla papa Francesco, “la terza guerra mondiale combattuta a pezzi”.
Quante volte, nel corso della storia, abbiamo visto ripetersi fatti analoghi a quelli a cui assistiamo ora. Cambiano i protagonisti, questo sì, e troppe volte anche le religioni sono state usate a “pretesto e giustificazione” di stragi e conquiste. Ma le questioni di dominio che si celavano dietro quelle azioni, le questioni fondamentali esplicitate da papa Francesco, sono sempre le medesime ed il riferimento alla religione è stato sempre il manto col quale coprire e celare pensieri e azioni di dominio che nulla avevano di “religioso” perseguendo invece disegni di potere meramente e brutamente “mondano”.

Abbiamo compreso “lo scandalo” rivelato dalle parole di papa Francesco?
Le parole di Francesco invitano quindi ad uno sguardo più profondo sulle cose che vediamo accadere, perchè oggi assistiamo a qualcosa che forse è ancora più grave di quanto avvenuto in passato. Forse perchè a noi, vittime o pedine di questo disegno osceno, continueranno a sfuggirci i contorni, i protagonisti e gli scopi di questa terza guerra mondiale combattuta a pezzi se non saremo capaci -anche noi- di allargare lo sguardo per saper cogliere l'insieme, il disegno complessivo che si cela dietro alle azioni di sigle e organizzazioni le quali hanno trovato utile indossare la maschera della religione per giustificare massacri e azioni criminali. Continueremo a non comprendere che il disegno osceno di cui parliamo forse si concretizza anche attraverso azioni meno eclatanti, ma sostanziali per il disegno stesso, che assumono le vesti di provvedimenti politici di nazioni, operazioni di finanza speculativa, progetti di investimenti -o disinvestimenti- i quali, muovendosi a piacimento sullo scacchiere mondiale, incidono sulla vita di milioni di persone, direttamente o indirettamente. Azioni spesso dettate unicamente dal perseguimento del profitto, del conseguimento del potere, i princìpi divenuti la vera idolatria in nome della quale si combatte la terza guerra mondiale dell'epoca che chiamiamo “moderna”.
Evocando lo spettro di guerra di religione o di civiltà si possono ottenere notevoli risultati: ad esempio, si possono far scomparire dalla sensibilità mediatica e dalla coscienza di molti connazionali gli undici milioni di italiane ed italiani esclusi dalla vita civile perchè poveri e impossibilitati sinanco alle cure mediche necessarie a salvaguardare il bene della salute. Altro esempio:. Evocando guerre, provocando crisi e sconquassi economico-finanziari che si tramutano in drammi sociali si sono resi accettabili ed accettati la cancellazione di diritti che parevano conquiste storiche, di civiltà, cosicchè diviene facile ora retrocedere quei diritti al rango di “bisogni” (a cui eventualmente rispondere solo in base a considerazioni di opportunità economica).
Tutto questo è cancellato dal vero nemico da combattere: il terrorista islamico, l'uomo nero, lo straniero, la guerra di religione, lo scontro di civiltà.
Le parole di papa Francesco paiono allora voler svelare lo scandalo di una guerra, la vera guerra che è in atto, che ha un unico grande comune denominatore-obiettivo-principio: l'esclusione: l'esclusione di fasce sempre più estese della popolazione mondiale dalle ricchezze del pianeta che vanno a concentrarsi in un numero sempre più esiguo di soggetti. Una guerra che, forse per la prima volta nella storia dell'umanità, vede all'opera un sistema di potere che non ha confini e non ha colori, perchè oggi le azioni dei potenti del mondo, gli “altri” citati da papa Francesco, hanno come scacchiere l'intero pianeta.
Ecco lo scandalo rivelato dalle parole di papa Francesco, sottaciuto dai media, nascosto alla coscienza dei molti: gli artefici della guerra vera sono là, sul palcoscenico delle vicende mondiali o, meglio ancora, sono quelli che dietro le quinte tirano le fila di disperate marionette a cui diamo nomi differenti: terroristi, criminali, integralisti...

...A me pare che quella da combattere sia la solita (sempiterna) battaglia contro l'Ingiustizia
Arturo Francesco Incurato

referente presidio LIBERA “Rita Atria” - Pinerolo

3 commenti:


  1. Caro Francesco,

    si, credo abbia ragione Papa Francesco: non siamo di fronte a una guerra di religione. Si tratta di una guerra tout court, come le altre, scatenate dai poteri economico – finanziari per la conquista delle ricchezze del pianeta Terra.

    Siamo orripilati ad es. dai tremendi fatti di sangue di Nizza avvenuti emblematicamente il 14 Luglio, in Francia, mentre si cantava la Marsigliese.

     A mio modesto avviso, se ci sono ancora nel mondo dei poteri liberi e democratici, ci vogliono due azioni: quella militare e quella di insegnamento-educazione all'universalismo ed alla tolleranza.
     
    Non sono solo due culture al confronto; sono due epoche, tutte due sbagliate (una atea, contemporanea e post-tutto, volta al consumismo economicistico cinicamente senza freni né regole -l'Occidentale-, ed una religiosa estremista medievale -l'Islamista- socio-economicamente feudale (come eravamo noi 1000 anni fa, quando i crociati ammazzavano i musulmani a migliaia nei modi più orrendi, o quando chi sgarrava dall'ortodossia romana saliva sul rogo dopo torture tremende (alla Giordano Bruno e come ad es. i massacri di massa dei Catari, Ugonotti, Valdesi, ecc. o 500 anni fa con lo sterminio dei popoli americani, continuato fino al XIX secolo con il genocidio dei Pellerossa nel West degli USA e con quello dei Mapuches con la Conquista del Desierto in Patagonia, per citare solo i più eclatanti).

     Dato che è un Medioevo con internet (come l'Americano alla corte di Re Artù - A Connecticut Yankee in King Arthur's Court di Mark Twain) la cosa è molto più difficile da risolvere, ma sono due mondi e non solo uno che devono evolversi e migliorare !

    Dario Seglie
    Direttore CeSMAP

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  2. Caro Dario
    Ti ringazio per la risposta che offre e aggiunge elementi storici utili per fare memoria di quello che è stato, nel passato, il confronto-scontro di popoli e civiltà differenti. Anche quelli, lo ricordi anche Tu, ricevevano spesso "benedizioni" improprie da religioni e stati che portavano al macello povera gente, mandata a morire per questioni che poco avevano a spartire- salvo rarissime eccezioni- con le alte questioni morali e patriotticche di cui quei massacri venivano ammantati. Ce la ricordiammo la "Ninna nanna " di Trilussa:
    "(...) Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna; che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro.(...)"
    Parrebbe quindi che non siano grosse differenze, se non nelle forme dell'apparenza superficiale, rispetto a quello che accadeva in passato, nel cinico gioco dei potenti della Terra. Per questo motivo sono fondamentali le questioni di cui parla papa Francesco!
    Tornando a quanto scrivi, interessante è la notazione che poni sull'a-sincronia dei contendenti nel corso dei conflitti che hanno insanguinato la storia dei popoli. Eppure, a fare memoria, non è forse neppure questa un elemento di vera novità: ripensiamo agli elementi di cultura e di civiltà di cui erano portatori popoli che la supremazia militare dell'Occidente ha praticamente cancellato ( per ultimi i pellerossa americani) e scopriamo di essere in debito di conoscenze scintifiche fondamentali (la matematica, l'astronomia...) di principi religioni ( il cristianesimo), persino del concetto stesso di Democrazia (!). A dimostrare che non sempre i piu forti sono anche i “più giusti”.
    Allora, la questione essenziale la poni sinteticamente anche Tu: “(...) sono due mondi -e non solo uno- che devono evolversi e migliorare! La responabilità a cui siamo chiamati è davvero universale, di tutti quanti, consci come dovremmo essere che in un “sistema finito” quale quello del pianeta Terra, la necessità di una cultura attenta e consapevole delle problematiche ambientali, ecologiche, umanitarie, impone scelte e comportamenti consapevoli a tutti. Del resto, come cercano di spiegarci studiosi di varie discipline, per la prima volta nella storia delll'Umanità siamo arrivati al punto che il peggior nemico dell'Uomo è l'uomo stesso, con gli sconvolgimenti ambientali e sociali provocati da condizioni di sviluppo che si rivelano spesso“insostenibili”. Ma rimane ancora sempre vero che, quando l'acqua sale, i primi a bagnarsi sono sempre quelli dei piani bassi...
    La novità di oggi rispetto al passato può essere Intenet, la rete, la comunicazione? La sensazione di appartenere al cosiddetto “villaggio globale” che certe volte ci assale quando accendiamo i nostri computer o “strisciamo” sui nostri smatphone? E' vero: in tempo reale, siamo praticamente in grado di sapere tutti, quasi tutti, tutto quello che accade su questo pianeta che, pure racchiudendo condizioni di vita estremamente e scandalosamente differenti, pare essere diventato improvvisamente più piccolo. Eppure, quanto siamo ancora distanti dal sentirci tutti parte di un unico villaggio globale! Quanto siamo ancora distanti dall'assunzione di una responsabilità universale. Anzi, assistiamo al paradosso che proprio gli strumenti che dovrebbero servire, e servono, ad una maggiore conoscenza ( fra popoli e culture differenti e variegate), vengono contemporaneamente utilizzati ora per veicolare e propagandare slogan e immagini di morte, ora per inculcare e produrre paure e timori (l'uomo nero che ora ci assale... facendo finta di non ricordare che nel passato quella paura è stata per “l'uomo rosso” o per “l'uomo giallo”).
    Concordo con te; dobbiamo cambiare questi due mondi.
    Lo riscriviamo: occorre avere il coraggio per un cambiamento necessario e non più rinviabile!
    Arturo Francesco Incurato

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    1. Caro Francesco, caro Dario, grazie per questo scambio di riflessioni molto stimolanti. sarebbe bello e utile se anche voi partecipaste alle riunioni del gruppo USCIRE DALLE GUERRE che si riunirà lunedì 28 agosto alle ore 21 nella sede dell'ALP in via Bignone 89.
      oltre a organizzare serate di controinformazione per chi viene, il gruppo è nato per fare AUTOFORMAZIONE per chi vi partecipa: gli approfondimenti sui temi che mettete in risalto sono per me esattamente pertinenti con le proposte che ho avanzato al gruppo prima della pausa estiva.
      non so come allegare qui quel file. lo faccio copn email a parte.
      Beppe Pavan - Uomini in Cammino e CdB Viottoli

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