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mercoledì 9 settembre 2015

"Capitale corrotta, nazione infetta" ma "Sono tutti uomini d'onore..."

Ieri sera, in prima serata è andata in onda la prima puntata di Ballarò per la stagione 2015/2016. Il contributo dei "comici"  sembra essere divenuto l'ingrediente indispensabile nei cosiddetti talk-show politici; laddove tutti ci siamo oramai accorti -da tempo- di quanto sia importante "lo spettacolo-vetrina -passerella" del politico di turno, metre scomparsa -da tempo- è proprio la politica, quella attività nobile che avrebbe lo scopo di mirare e perseguire il bene della collettività.  
La Tv moderna,  e un poco-tanto cafona dei nostri giorni, ha tuttavia affidato proprio alla figura del "comico" lo stesso ruolo che nel teatro greco svolgeva "la satira", la commedia grassa. licenziosa e volgare, ma nella quale tante libertà-verità erano permesse, consentite. Così come più tardi, nell'epoca mediovale, il giullare di corte aveva licenza di proferire la verità scomoda anche dinanzi al sovrano...tanto, il popolo, la corte e i cortigiani, avrebbero certo stemperato lo scandalo della verità, il dolore della verità, nella risata! 
Ed è già sintomo di "coraggio", per la televisione dei nostri giorni, ingaggiare il comico-giullare che pronuncia quella verità, o almeno una parte della verità...
E allora, ieri sera, ecco andare in scena Enrico Brignano, "comico romano", il quale, finalmente, ha il coraggio di pronunciare il fatidico concetto: "Sono tutti uomini d'onore..."


Ascoltate le parole pronunciate da Enrico Brignano, i nomi, i fatti, le situazioni...non si può non essere daccordo con lui: a Roma, per quel che appare, "sono tutti uomini d'onore"! Ma anche a Venezia ( e nel resto del settentrione) non è che si stia tanto meglio!
"Capitale corrotta, nazione infetta". Bel titolo! D'effetto!...è quello spesso utilizzato per etichettare lo scandole delle mafie che si sono impossessate di Rome-capitale ! Geniale!...Peccato, peccato mortale, perchè era il titolo di un articolo comparso addirittura nel 1995! Così ce lo ricordava la rivista Miocromega nello scorso dicembre 2014, nei giorni in cui l'inchiesta riempiva le pagine dei giornali e gli schermi delle Tv:

Fonte : MicroMega

Capitale corrotta, nazione infetta

di Angelo d’Orsi

"Capitale corrotta, nazione infetta": era il titolo, divenuto presto famoso, di una mirabile inchiesta de “l’Espresso”, apparsa l'11 dicembre 1955. L'articolo era firmato da Manlio Cancogni, grande letterato e giornalista (bellissimo il suo libro "Squadristi" del 1972, abile fusione di giornalismo e storiografia). L'inchiesta documentava, in modo efficace e accorato, gli illeciti negli appalti immobiliari di Roma, nei quali, tra l'altro, era coinvolta una società immobiliare del Vaticano. Ne nacque uno "scandalo" che forse non servì a cambiare il quadro politico, ma se non altro scosse la pubblica opinione, anche se poi ci pensava Lascia o raddoppia? e i festival canori a riaddormentarla.

Allora, appunto, si chiamavano "scandali", per indicare l'eccezionalità di quegli eventi. Oggi, come constatiamo, sono la norma, l'indefettibile regola della nostra quotidianità: la collusione tra malaffare, criminalità organizzata, classe politica. “Capitale corrotta, nazione infetta”: le notizie provenienti da Roma, che si rivela una cloaca maxima, sono sconfortanti, avvilenti. Ovviamente vi sono coloro che – i Salvini di turno – si fregheranno le mani, ripetendo il "Roma ladrona", loro che a Roma ci sono, come sono a Bruxelles, e in ogni ganglio del potere, condividendone gioie e nefandezze.

Lasciamoli gongolare, mentre le Procure della Repubblica mandano, ormai settimanalmente, avvisi di garanzia che svelano la capillare presenza di mafia e ndrangheta nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni del Settentrione.(...) Leggi qui l'articolo integrale

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