Riportiamo il testo dell'articolo "Mafia provinciale", resoconto dell'incontro avuto da Arturo Francesco Incurato -referente del presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo- con Vita Diocesana, il primo free-press cattolico del Piemonte, distribuito gratuitamente sull’intero territorio della diocesi pinerolese.
Fa piacere che, proprio a Pinerolo, nella nostra comunità, un
organo di informazione legato alla chiesa cattolica operi la scelta "coraggiosa" di inserire
in prima pagina il tema delle mafie e del "pensiero mafioso". Un tema, quello
delle mafie e del "pensiero mafioso", scomodo per tutti.
Eppure l'azione intrapresa da Papa Francesco è chiara: la scomunica della Chiesa cattolica ai mafiosi e ai corrotti è il gesto forte, l'esempio, che altre entità del Paese paiono riottose a compiere e a mettere in atto. quasi che certe frequetazioni, ombre e comportamenti, siano diventate invece patenti di adesione al "sistema", il "sistema" di potere corrotto e corruttivo che, quotidianamente, cronache giornalistiche e giudiziarie pongono sotto i nostri occhi.
Eppure l'azione intrapresa da Papa Francesco è chiara: la scomunica della Chiesa cattolica ai mafiosi e ai corrotti è il gesto forte, l'esempio, che altre entità del Paese paiono riottose a compiere e a mettere in atto. quasi che certe frequetazioni, ombre e comportamenti, siano diventate invece patenti di adesione al "sistema", il "sistema" di potere corrotto e corruttivo che, quotidianamente, cronache giornalistiche e giudiziarie pongono sotto i nostri occhi.
L'articolo "Mafia provinciale" è pubblicato nel numero del 19 aprile 2015
la prima pagina di Vita Diocesana del 19 aprile 2015 |
“(…)Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di
coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi
combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e
il nostro modo sbagliato di comportarci”. Queste parole
costituiscono, a parere del gruppo pinerolese, il testamento spirituale di Rita Atria, scritte nel suo diario il giorno dopo la strage di Via D'Amelio. Rita è la ragazzzina siciliana, testimone di giustizia, a cui è intitolato il presidio LIBERA di Pinerolo. Abbiamo incontrato Arturo Francesco Incurato, che ne è il referente. In merito al apporto tra il territorio pinerolese e la malavita di stampo mafioso, Incurato non nega che ci siano relazioni:"Abbiamo alcuni esempi di beni confiscati a personaggi legati al mondo della mafia( Cantalupa, Cascina Azilla a Volvera)".
Il nostro è un territorio che ha già registrato la presenza di personaggi legati alle mafie, residenti qui o che avevano interessi economici in zona. Se per ora, nel pinerolese, non abbiamo atti penalmente rilevanti, nel territorio circostante, purtroppo, si sono registrate diverse dinamiche legate alla malavita. Commenta Incurato: " Basti pensare a quanto avvenuto nel 20111 con le operazioni denominate "Minotaturo" e "Maglio" condotte dalle forze dell'ordine; ai tre comuni ( Chivasso, Rivarolo canavese e Leinì) commissariati a seguito dell'Operazione Minotauro stessa; all'ancora del tutto insufficiente consapevolezza dei citadini e delle nostre aministrazioni circa la portata della presenza mafiosa della presenza mafiosa ( 'ndrangheta in primis) nella nostra regione.
"La strategia delle organizzazioni malavitose è semplice, utilizza sempre gli stessi meccanismi. Proprio per questo le amministrazioni pubbliche ( ma anche le aziende private e i singoli cittadini) devono stare all'erta, ponendo attenzione ai casi di speculazione edilizia o finanziaria, di ricilaggio o invenstimenti di denaro illegale. Sono questi due i principali canali atrraverso cui le mafie penetrano e agiscono in un territorio. Lo scopo delle organizzzazioni criminali è guadagnare denaro "sporco" attraverso azioni criminali, per poi "riciclarlo" impiegandolo in situazioni pulite".
Quali i possibili campanelli di allarme di fenomeni di infiltazione mafiosa?
"Sostanzialmente due: investimenti economici abnormi o strani, sospetta provenienza di personaggi e capitali. bisogna lavorare sul principio del "pensiero mafioso", come del resto ci insegna la figura di Rita Atria: la mafia siamo noi coi nostri comportamenti. Magari "non penalmente rilevanti", ma in grado di preparare il terreno a possibili azioni malavitose. Il modo con cui viene gestita l'amministrazione pubblica di un territorio può creare situazioni favorevoli all'infiltrazione mafiosa: basti pensare al caso di bardonecchia( primo comune sciolto del Nord sciolto per mafianel 1995 n.d.r.) teaatro di speculazione edilizia guidata da parte della 'ndrangheta calabrese. Per questo, le amministrazioni devono miuoversi con cautela".
E il cittadino? In che misura i comportamenti dei singoli possono favorire certe diamiche malavitose?
"Pensiamo alle raccomandazioni, alle ingiustizie, ai privilegi, a tutte quelle volte che cerchiamo di ottenere qualcosa che non spetta o non ci meritiamo ( favori da imprenditori, politici...). Un esempio? Chiedere la prenotazione o l'anticipo di una visista medica all'amico di turno che lavora in ospedale: questo è un diritto che pretendiamo a prescindere dai nostri reali meriti. I comportamenti quotidiani dei singoli cittadini spesso ricalcano esattamente il modo di pensare delle mafie: questa è la cosa più difficiel da contrastare. La mafia , in altre parole, siamo noi"
In che modo la società civile può sensibilizzare le giovani generazioni ai valotri della lealità e della responsabilità?
"Con iniziative di informazione e di formazione. Lo scorso 21 marzo, a Pinerolo, in occasionne della XX Giornata della memoria e dell'Impegno in ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie, si è svolta l'iniziativa che quest'anno aveva come titolo " La verità illumina la Giustizia".
Alla Giornata (qui la locandina dell'evento) hanno partecipato i quattro istituti scolastici statali di Pinerolo (Scuola media "F. brignone", Liceo Scientifico " M. Curie", ITI "Istituto Porro", e IPSSAR " A. Prever") con i cui studenti avevamo in precedenza svolto una serie di ncontri, di taglio sotrico, presentando loro alcui personaggi-simbolo della lotta alla criminalità organizzzata. Il lavoro è pensato "in prospettiva", ma ci accorgiamo che è difficile dare continuità, a causa soprattutto dei numerosi impegni scolastici dei ragazzi. Molto positiva è comunque la collaborazione con alcuni docenti. E' stato, è, importante confrontarci con gli studenti su grandi tematiche (giustizia, problemi sociali...) cercando di stimolare il dialogo: in realtà , a ben vederem trattare il tema "mafia" è una scusa per parlare di noi stessi.. Particolarmente significativa la collaborazione con con il "Prever" e il "Porro": quest'anno, per la prima volta, abbiamo proposto questo lavoro in istituti professionali"
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