Augusto Cavadi |
Lo ripetiamo ancora una volta: le mafie sono divenute una sorta di società di servizi e in tanti accorrono a chiedere i servizi che quelle offrono. Anche in Piemonte, anche al Nord, le numerose inchieste giudiziarie e d i processi in corso hanno oramai fatto "scoprire" la quantità e la qualità della presenza mafiosa in "pezzi" del tessuto civile, politico e imprenditoriale di quelle regioni.
Proponiamo allora la risposta offerta da Augurso Cavadi ad uno studente che gli chiede "cosa si può fare contro la mafia?".
Fonte: rivista “Monitor” 27.3.2015
COSA POSSO FARE PER COMBATTERE IL SISTEMA MAFIOSO
Uno studente marchigiano,
Enrico Tidei, mi ha scritto tempo
fa dopo un incontro che ho tenuto per la sua scuola, l’Istituto Tecnico
Commerciale di Amandola (in provincia di Fermo). Avevo un po’ illustrato alcuni
tratti essenziali del sistema di dominio mafioso nel Meridione italiano e il
giovane interlocutore mi ha voluto indirizzare, via internet, una domanda: “Il governo vanta grandi successi nella lotta alle mafie e, a
conferma, televisioni e giornali informano i cittadini sugli arresti
quotidiani. Gli arresti sono necessari. Ma Lei pensa davvero che siano
sufficienti per sconfiggere le mafie?”.
La risposta di Augusto Cavadi
Se le
criminalità di stampo mafioso fossero bande di delinquenti – come ce ne sono
state in ogni epoca e come ce ne sono su tutto il pianeta – la repressione giudiziaria
e poliziesca sarebbe sufficiente. Purtroppo, però, in diverse regioni del Sud
(e, ormai, anche del Centro e del Nord) ci troviamo a fronteggiare delle
organizzazioni complesse, poliedriche: che hanno una struttura militare, certo, ma anche una identità culturale, una strategia politica e una vasta ramificazione in
campo finanziario ed economico.
Se è così,
la convinzione che trapela dal modo in cui Enrico pone l’interrogativo è ben
fondata: lo smantellamento della struttura militare, per quanto necessario, è
insufficiente. Catturati cinque boss, le organizzazioni mafiose ne eleggono
altri cinque; sequestrate dieci imprese commerciali, le organizzazioni mafiose
si impadroniscono di altre dieci. . .
Da questa complessità alcuni
si lasciano scoraggiare: la mafia è troppo radicata, e troppo diffusa sul
territorio, perché la si possa davvero estirpare ! E’ una reazione
comprensibile, ma non giustificabile. In ogni caso, non è l’unica possibile. In
Sicilia migliaia di cittadini -
una minoranza rispetto a cinque milioni di abitanti, ma una minoranza
riflessiva e combattiva – provano a contrastare le associazioni mafiose precedendo, affiancando e continuando
l’opera della magistratura e delle forze dell’ordine. Come ?
Ognuno di noi può fare
qualcosa:
- favorendo gli imprenditori puliti che si impegnano, pubblicamente, a non pagare il pizzo;
- scegliendo partiti politici e candidati che non abbiano frequentazioni sospette;
- testimoniando nei luoghi di lavoro - soprattutto nelle scuole, negli ospedali e nelle carceri – i princìpi dell’uguaglianza democratica, della solidarietà civile, della giustizia sociale, della legalità costituzionale.
- favorendo gli imprenditori puliti che si impegnano, pubblicamente, a non pagare il pizzo;
- scegliendo partiti politici e candidati che non abbiano frequentazioni sospette;
- testimoniando nei luoghi di lavoro - soprattutto nelle scuole, negli ospedali e nelle carceri – i princìpi dell’uguaglianza democratica, della solidarietà civile, della giustizia sociale, della legalità costituzionale.
La
mafia è un cancro e la tattica più urgente è isolare gli “uomini d’onore” e i
loro complici per evitare che moltiplichi le sue metastasi inquinando in
maniera definitiva il tessuto circostante.
E’ bene che queste cose si
sappiano non solo dalle nostre parti, ma anche nel resto del Paese dal momento
che – per riprendere la metafora di Leonardo Sciascia – “la linea della palma”
va salendo: e contrastare i mafiosi nei primi tentativi di infiltrazione è
molto meno arduo che provarci quando ormai si sono insediati stabilmente in un
territorio.
Augusto Cavadi
Nessun commento:
Posta un commento
Abbiamo deciso di non moderare i commenti ai post del blog. Vi preghiamo di firmare i commenti.