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martedì 8 aprile 2014

Giornata della Memoria e dell'Impegno in Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie". Il racconto della mattina , a Pinerolo.

"Radici di memoria, frutti d'impegno"
E' quanto abbiamo cercato di fare anche noi, a Pinerolo, la mattina del 22 marzo 2014: "Fare memoria" Fare memoria vuol dire conoscere i fatti,  comprendere i meccanismi, le cause, che hanno determinato gli  avvenimenti e impegnarsi affinché avvenimenti simili non debbano più accadere. 
Ecco cos'è stato per noi il lavoro che ha preceduto la celebrazione della GIORNATA DELLE MEMORIA: "(...) Un cammino ricco di impegno e speranza, che ci vede al fianco di studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, a riscrivere nella quotidianità la nostra scelta per la lotta alle mafie e per l'affermazione della giustizia sociale.(...)". E insieme a questo, l'agire del presidio "Rita Atria" nella nostra comunità; agire per diventare cittadini responsabili: cittadini che si assumono responsabilità. 
A simboleggiare il significato della GIORNATA, i due Alberi realizzati dagli studenti dei plessi scolastici dell'Abbadia Alpine e di san Secondo,della scuola media  "F. Brignone" di Pinerolo e su cui affiggeranno "biglietti di impegno"; i Limoni, simbolo scelto dagli studenti del Liceo Scientifico "M. Curie"; i Principi della Costituzione Italiana. Questi gli Omaggi alle Vittime Innocenti, i cui nomi sono stati letti dagli studenti degli Istituti presenti quella mattina: il Liceo Classico "Porporato", che ospitava la celebrazione; il Liceo Scientifico "M. Curie"; la Scuola media Statale "F. Brignone"; la Scuola media Statale "D. Carutti" di Cumiana; l'istituto "M. Buniva".

Il racconto della mattinata
Quest'anno la celebrazione si è svolta all'Auditorium Baralis, per evitare una pioggia incombente che non è poi arrivata. Ma l'Auditorium ha reso ancora più profondi i momenti che abbiamo vissuto.
Nello stesso momento, a Latina, nel Laziosi svolgeva la manifestazione nazionale della XIX GIORNATA.  Perchè a Latina, perchè il Lazio? Terre di straordinarie risorse ambientali e di grande vocazione agricola, anche grazie alle fatiche e ai sacrifici di migliaia di migranti, di ieri e di oggi, oggi sono terre segnate da una presenza sempre più grave e diffusa delle mafie, in particolare camorra e 'ndrangheta. Le mafie  inquinano l'economia e la politica, distruggono il paesaggio e avvelenano l'ambiente.
A Latina, anche nel ventennale dell'uccisione di don Peppe Diana, avvenuta il 19 marzo 1994. Come don Pino Puglisi, don beppe Diana ha pagato con la vita il coraggio della testimonianza e delle denuncia. Abbiamo letto alcuni brani della sua lettera "Per Amore del mio Popolo" una denuncia aperta e chiara. Ne  riportiamo alcuni brani:
Per amore del mio popolo
don Beppe Diana
"Siamo preoccupati. Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di  diventare componente endemica nella società campana(...)
Precise responsabilità politiche. E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi(...)
Un appello. (...) l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale (...). Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili. (...)"

                                                                Le riflessioni degli studenti
In questi mesi , tanti sono stati gli incontri nelle scuole Pinerolesi che hanno aderito al nostro progetto. Alla lettura dei Principi della Costituzione seguono le  riflessioni degli studenti di alcuni degli Istituti presenti.

Scuola media "F. Brignone", plesso scolastico Abbadia Alpina. Teresa e Nicolò leggono le riflessioni    
"I nomi che oggi leggiamo , Radici della Memoria, hanno dato frutti di Impegno. Vogliamo essere noi questi frutti e ci impegniamo a rispettare le regole. Rita nel suo diario, prima di morire scrive: "Tutti hanno paura ma io ‘unica cosa di cui ho paura  è che lo stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici. La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci".
Questo vogliamo dire a chi, tra noi ragazzi, si diverte alle spalle dei più deboli, a chi non prende le difese di chi non può.
Questo vogliamo dire a chi passa col rosso, “tanto non c’è nessuno”; a chi non rispetta la fila d’attesa; a chi non dà lo scontrino; a chi lavora o assume “in nero”; a chi costruisce sugli argini; a chi dice “Ritorna da dove sei venuto”; a chi pensa che tutto gli è dovuto; a chi dice “Chi se ne frega!”…Ai corrotti e ai corruttori; a chi cerca soldi facili; a chi mette in mano ai ragazzi promesse di “sballo”; a chi guarda solo a propri interessi anche se calpesta quelli degli altri
Noi vogliamo crescere in un mondo giusto e onesto, che ci dia la possibilità di realizzarci come persone, di poterci affermare grazie all’impegno, al lavoro guadagnato col merito
Vogliamo essere liberi nelle nostre scelte, vogliamo che i diritti della Costituzione diventino la strada maestra dei nostri comportamenti
Condanniamo le scorciatoie, i favori, i furbi che si fanno strada grazie alle raccomandazioni…
Ancora Rita nel suo tema di maturità, scritto dopo la morte di Giovanni Falcone: “…L’unica speranza è non arrendersi mai…Forse un mondo onesto non esisterà mai, MA CHI CI IMPEDISCE DI SOGNARE? Forse , se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo"
Allora AFFERMIAMO CON FORZA che faremo di tutto perchè i nostri sogni si realizzino, ce la metteremo tutta per cambiare  questo mondo...anzi VOGLIAMO URLARLO: ....
CI VEDIAMO GRANDI: CHI OPERAIO O PARRUCCHIERA, CHI MEDICO O INSEGNANTE, CHI GUARDIA FORESTALE O IMPIEGATO, CHI ARCHITETTO  O CAMPIONE DI HOCHEY...
NON IMPORTA CHE COSA SAREMO PURCHE’ CITTADINI DI UNO STATO FINALMENTE LIBERO DAGLI ARROGANTI E DAI PREPOTENTI."                                                                                   
Scuola media "F. Brignone", plesso scolastico di San Secondo di Pinerolo. Giorgia e Lorenzo leggono "Io ho paura", scritto da Matteo e Lorenzo.
Io ho paura
-         -Io ho paura della mafia perché uccide, uccide con il suo silenzio.
-         - Io non ho paura perché siamo liberi di parlare senza aver bisogno di seguire delle regole.
-        - Io ho paura perché si può avere la mentalità mafiosa senza essere un criminale; la mafia possiamo essere anche noi
-        - Io non ho paura perché sono sicura delle azioni che compio contro di essa e so di non commettere errori.
-        - Io ho paura della mafia perché agisce a spese della società civile e a solo vantaggio dei suoi membri.
-        - Io non ho paura perché so di non accettare i suoi compromessi
-        - Io paura della mafia perché rovina la bellezza, il nostro futuro…
-         - Io non ho paura della mafia perché niente e nessuno può rovinare il nostro futuro
-        - Io ho paura perché la mafia manipola le coscienze e anche la nostra salute… la terra dei fuochi… i frutti della nostra terra inquinata dai rifiuti… solo per miserabili interessi.
-        - Io non ho paura della mafia perché ci sono uomini come Falcone e Borsellino che ci hanno insegnato che la mafia si può sconfiggere
-         - Io ho paura perché la mafia uccide i nostri sogni.
-         - Io non ho paura perché Rita Atria ci ha insegnato che i sogni vanno inseguiti
-         - Io ho paura perché a volte siamo soli con i nostri ideali e le nostre battaglie.
-         - Io non ho paura perchè al mondo ci sono gli ideali di legalità e giustizia
-         - Io ho paura perché la mafia ha ucciso grandi uomini come Falcone e Borsellino e continuano  minacciare magistrati coraggiosi come Nino Di Matteo.
-         - Io non ho paura, guarda oggi , siamo tanti, siamo forti, siamo uniti, più forti della mafia
     - Io non ho più paura!

Scuola Media "F. Brignone" di Pinerolo,  plesso scolastico San Secondo di Pinerolo. Sara legge la sua riflessione
"La mafia, come abbiamo potuto capire con l’Associazione Libera e con i molti lavori svolti quest’anno, è un modo di ragionare e di comportarsi che implica il non rispetto delle regole, l’approfittare dei più deboli e la ricerca di scorciatoie che permettano di raggiungere il proprio obiettivo con facilità.
La mafia entra nella vita delle persone che, piano piano, ci fanno l’abitudine finché tutto non diventa cosa normale perché, come disse Rita Atria:“La mafia siamo noi...”.
Per poter vivere bene tutti insieme occorre seguire le regole che permettono ad un piccolo ma anche ad un grande gruppo di funzionare in armonia e gli esempi di Borsellino, Falcone, Don Pugliesi, Impastato hanno inciso sulla società proprio in questo senso.
Per loro, così come adesso per Nino Di Matteo, è stato molto difficile combattere la mafia ma, una volta entrati nella lotta, non si sono tirati indietro trovandosi, molto spesso, di fronte al tacito appoggio della gente comune, l’omertà.
Oggi vogliamo testimoniare, con la nostra voce e la nostra presenza, che ciò che loro hanno seminato germoglia, ogni giorno, nelle nostre scelte e nei nostri comportamenti 

Scuola Media "F. Brignone" di Pinerolo,  plesso scolastico San Secondo di Pinerolo. Valentina legge la sua riflessione.
Grazie ai due incontri con “libera” noi ragazzi abbiamo finalmente conosciuto la mafia per quella che è in realtà, ovvero un’organizzazione criminale.
Siamo stati informati della storia di persone vittime della mafia: magistrati, poliziotti, giornalisti, ragazzi, adulti, sacerdoti, anziani e persino ex mafiosi che hanno avuto la forza e il coraggio di riprendere la strada giusta.
Quest’organizzazione criminale non esce alla scoperto perché è formata unicamente da codardi che agiscono nel buio, che uccidono e feriscono, che non sanno confrontarsi, che non sanno parlare; queste persone sono maschere senza volto, corpi senz’anima, senza il coraggio di affrontare la vita e i problemi che essa pone. Noi ci chiediamo…..perché, per quale motivo sentono il bisogno di mutilare la vita di altri esseri umani?
La verità è che non esiste una risposta a questa domanda, infatti non c’è giustificazione che regga contro famiglie disperate che piangono i loro cari deceduti, contro genitori che perdono i loro figli per un tema scritto contro la mafia.
Loro dicono di aiutare l’Italia ma dov’è l’Italia se non nel diritto di parola, di stampa e di pensiero? Come possiamo noi chiamare Repubblica un Paese dove si deve camminare con la testa bassa, dove bisogna ubbidire ai potenti per non essere colpiti alle spalle da una coltellata o un colpo di pistola? Come possiamo noi definirci fieri della nostra patria se essa viene associata a questa piaga della società?
Si definiscono una grande famiglia ma una famiglia assicura un futuro ai propri figli non gli tarpa le ali impedendogli di volare. All’estero parlano della mafia italiana e hanno paura, subito dopo magari lodano i nostri monumenti; ma un Paese non è formato solo dalla sua architettura ma soprattutto dai suoi cittadini.
Dobbiamo dire basta alla paura, BASTA! Non possiamo essere schiavi dei nostri timori, delle nostre insicurezze o il “mostro” così si ingrandirà sempre di più, fino a schiacciarci. Unendoci vinceremo questa guerra perché l’unione fa’ la forza! Il futuro è il nostro, tocca a noi difenderlo!

Liceo Scientifico di Pinerolo "M. Curie: Alyna legge la sua riflessione
"Anche quest'anno molte classi del liceo scientifico hanno intrapreso un percorso in collaborazione con l'associazione Libera di Pinerolo, finalizzato all'educazione alla legalità.
Il progetto è stato un momento di grande riflessione sui temi riguardanti la legalità e su come essa possa aiutarci concretamente  a migliorare le nostre vite e il nostro Paese.
Il percorso si è articolato in tre fasi. Nella prima abbiamo letto alcuni romanzi, saggi, assistito ad uno spettacolo teatrale e visto il film “I Cento Passi”, il cui protagonista è Peppino Impastato, una delle vittime. La seconda fase invece ha visto la partecipazione delle classi alle conferenze dei volontari dell'associazione Libera, che si sono tenute con un excursus storico che dalle origini del fenomeno è giunto fino alla più stretta attualità, in parallelo con una riflessione di Peppino Impastato sulla difesa della bellezza. Alla terza fase hanno partecipato le classi quinte del Liceo. Il tema  affrontato è stato: “Dalle parole alle regole”. Partendo dalla bellezza minacciata dalle associazioni mafiose si è riflettuto sulla legalità attraverso la definizione del concetto di regole e l'analisi del rapporto tra principi e regole nella nostra Costituzione.
L'esperienza è risultata a nostro parere particolarmente significativa per il suo agire nella direzione di una saldatura tra scuola e società, tra teoria e pratica.
Infatti crediamo sia stato proprio questo il motivo che ci ha permesso di seguire le lezioni con molto interesse, poiché il loro fine non era un compito in classe o un'interrogazione, ma piuttosto una proposta per migliorare le nostra vite rendendoci consapevoli che le più grandi organizzazioni criminali al mondo, le mafie,  devono essere combattute e annientate da noi giovani attraverso l'unica arma a nostra disposizione, l'informazione.
Radici di memoria, frutti d'impegno”: questo lo slogan scelto da Libera quest'anno per la celebrazione della giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nel corso della lettura dei nomi delle vittime, il nostro liceo ha scelto il limone come elemento chiave. Perché i limoni?
gli studenti depongono i limoni, omaggio alleVittime Innocenti
Il limone frutto solare per eccellenza rimanda alla Sicilia, è in senso metaforico l'emblema dell'energia vitale, è ben visibile.
I limoni frutti maturi caduti dall'albero come le vittime delle mafie alle quali noi oggi vogliamo ridare visibilità , celebrandone la memoria.
Limoni depositati in una cesta da ognuno di noi con delicatezza come fiori sull'acqua per non dimenticare...
Per concludere vorremmo riportare una citazione di Rita Atria a cui peraltro è dedicato il presidio di Libera di Pinerolo.: “Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”.

Scuola Media di Cumiana "D. Carutti". Arianna e Niccolò leggono un brano tratto dal libro "Per questo mi chiamo Giovanni" di Garlando:  Cecilia commenta i cartelloni realizzati in classe.
La riflessione di Cecilia.: "In classe parlando dell'adolescenza abbiamo riflettuto sul tema del bullismo che a volte si presenta tra i ragazzi della nostra età. Siamo giunti a definirlo come un sistema di atti di violenza fisica o psicologica da parte di uno o più individui verso uno più debole. Abbiamo poi individuato alcuni suoi aspetti  come la prepotenza, gli atti di estorsione, la legge del più forte, la violenza. Infine abbiamo riflettuto sul fatto che il bullismo ha caratteristiche simili al comportamento mafioso perchè in entrambi prevale la legge del più forte. Ci siamo resi conto del fatto che spesso il ragazzo violento lo è a causa di problemi del suo vissuto, di problemi familiari o di cattive frequentazioni. Abbiamo capito che per stare bene insieme dobbiamo fare riferimento a un sistema di regole che, se rispettate fanno vivere in pace e armonia una comunità. Esse sono un limite necessario per la vita della società.

  I Principi Fondamentali della COSTITUZIONE ITALIANA
Rileggendo la lettera-denuncia "Per Amore del mio Popolo" rimaniamo sgomenti: la situazione descritta da don Beppe Diana non solo non è cambiata ma  si è consentito che si aggravasse e  si estendesse ad altri territori, come dimostra il Processo Minotauro che vede "svelate" le mafie il Piemonte. Criminalità e corruzione! Quante ipocrite e inutili parole  sono state dette (anche) da quel 1994!
Per questo motivo, dopo il saluto del Sindaco di Pinerolo Eugenio Buttiero, e le riflessioni, gli studenti delle scuole presenti leggono quello che consideriamo il "testo antimafia" più bello, più vero, ma ancora tutto da realizzare: I Principi Fondamentali della COSTITUZIONE ITALIANA

gli studenti leggono i Principi della Costituzione Italiana
I nomi delle Vittime Innocenti delle mafie. 
Dopo la lettura di Principi della Costituzione Italiana, leggiamo i nomi delle vittime Innocenti delle mafie: morti per mano delle mafie perché colpiti inermi, senza colpa alcuna; morti per mano delle mafie perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere in nome dei  Principi della Costituzione Italiana. Ma sappiamo che da questo elenco mancano ancora moltissime vittime.
Vogliamo ricordarli tutti. Quelli di cui conosciamo le storie e i tanti dei quali non abbiamo ancora conoscenza: “ A Voi, alle vittime Innocenti di cui abbiamo letto i nomi, e a tutte le Vittime innocenti che ancora ci sfuggono, la nostra memoria e il nostro impegno”
Il collage è composto dalle immagini in nostro possesso del momento della lettura dei nomi delle VittimeInnocenti . 
Ci scusiamo con coloro che non sono presenti nelle fotografie e invitiamo chi fosse possesso di altre immagini,
se lo vuole, di farcele avere per aggiungerle al collage.
La conclusione della manifestazione mattutina avviene con le parole di Paolo Borselino, ascoltate con commozione -ancora una volta-  prima di  omaggiarle, tutti in piedi, col lungo applauso di tutti i presenti. 


Sono morti per noi e abbiamo un grosso debito verso di loro; questo debito dobbiamo pagarlo giosamente continuando la loro opera, rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne, anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro, facendo il nostro dovere; la lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità; ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse "La gente fa il tifo per noi"; e con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l'appoggio morale della popolazione dà al lavoro del giudice, significava qualcosa di più, significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche smuovendo le coscienze"

Ascoltiamo le parole di paolo Borsellino




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