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venerdì 17 gennaio 2014

"CARO PAOLO,,," Parleranno: Antonino Di Matteo, Roberto Scarpinato, Salvatore Borsellino, Sonia Alfano

"CARO PAOLO..." A Torino, domani, il 18 gennaio 2014, alla vigilia del 74 compleanno di Paolo Borsellino, alle ore 16:00 - presso il Centro Congressi Santo Volto - Via Borgaro, 1 (ang. Via Nole)


Interverranno: Antonino Di Matteo, Sostituto Procuratore di Palermo recentemente minacciato di morte da Salvatore Riina, Roberto Scarpinato,  Procuratore Generale di PalermoSonia Alfano, Presidente Commissione Antimafia EuropeaSalvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo e presidente del Movimento Agende RosseMarco Travaglio, Vicedirettore de "Il Fatto Quotidiano

I magistrati sono abbastanza protetti dalle istituzioni
La trattativa stato-mafia è tutt'ora in corso?  
Toto Riina è pericoloso anche dal carcere
Di questo e di altro si parlerà, in un incontro/dibattito aperto alla cittadinanza, dopo la proiezione del Docufilm “Caro Paolo” (regia di Donata Gallo), una lettera-denuncia di Roberto Scarpinato, Procuratore generale di Palermo, letta in via D'Amelio in occasione del ventennale della strage.

Riportiamo l'inizio della lettera -denuncia di  Roberto Scarpinato:

"Caro Paolo,
oggi siamo qui a commemorarti in forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa imbarazzante il 23 maggio ed il 19 luglio partecipare alle cerimonie ufficiali che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole – emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà.
E come se non bastasse, Paolo, intorno a costoro si accalca una corte di anime in livrea, di piccoli e grandi maggiordomi del potere, di questuanti pronti a piegare la schiena e abarattare l’anima in cambio di promozioni in carriera o dell’accesso al mondo dorato dei facili privilegi.
Se fosse possibile verrebbe da chiedere a tutti loro di farci la grazia di restarsene a casa il 19 luglio, di concederci un giorno di tregua dalla loro presenza. Ma, soprattutto, verrebbe da chiedere che almeno ci facessero la grazia di tacere, perché pronunciate da loro, parole come Stato, legalità, giustizia, perdono senso, si riducono a retorica stantia, a gusci vuoti e rinsecchiti.(...)"

 

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