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lunedì 27 gennaio 2014

27 gennaio 1945. Il Giorno della Memoria. SHOA

"(…) Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga." 

 brano tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi

il cancello di Aushwitz con la scritta "Arbeit macht frei": "Il lavoro rende liberi")

"...mio Dio, noi vogliamo vivere! Non vogliamo vuoti nelle nostre file. Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!” 
Eva Picková, morta ad Auschwitz, all’età di 12 anni, il 18 dicembre 1943


bambini del Lager mostrano il braccio tatutato

Il Giorno della Memoria ricorda la data in cui l'ersercito russo entra nel lager Aushwitz, oramai abbandonato dalle SS: 27 gennaio 1945 
Fare Memoria significa conoscere quanto è accaduto; fare Memoria significa capire i meccanismi" che si celano dietro ai fatti; fare Memoria significa impegnarsi affinché quanto è accaduto non abbia più “il tempo” e “il modo” di ripetersi. Fare Memoria significa conoscere per diventare ed essere cittadini responsabili. 
Come è stato possibile l'orrore dei Lager? 
Come è stato possibile concepire lo sterminio di popoli? 
La cosiddetta "banalità del male", il pericolo che il male possa ripresentarsi,  è un pericolo sempre presente Dopo quelli nazisti, l'Umanità ha sofferto per altri Lager, altri stermini, altre violenze terribili inflitte da uomini ad altri uomini. 
Perchè? Come è possibile che ciò accada? 
Primo Levi analizza il dramma e cerca possibili risposte nel suo libro I sommersi e i Salvati. Ne riportiamo uno dei brani più significativi
“Il privilegio per definizione difende il privilegio. (…) L’ascesa dei privilegiati, non solo nel Lager ma in tutte le convivenze umane, è un fenomeno angosciante ma immancabile: essi sono assenti solo nelle utopie. E’ compito dell’uomo giusto fare la guerra ad ogni privilegio non meritato, ma non si deve dimenticare che questa è una guerra senza fine. Dove esiste un potere esercitato da pochi - o da uno solo- contro i molti, il privilegio nasce e prolifica, anche contro il volere del potere stesso; ma è normale che il potere, invece, lo tolleri  e lo incoraggi.(…) la classe ibrida dei prigionieri-funzionari ne costituisce l’ossatura ed insieme l’elemento più inquietante. E’ una zona grigia, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi. (…)”. , di Primo Levi




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