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giovedì 17 ottobre 2013

Ester Castano, giornalista di 23 anni dell’Altomilanese, insegna come essere "sentinelle del territorio": i suoi articoli contribuiscono a far scoprire le mafie dell'hinterland milanese

La notizia è stata diffusa nella giornata di ieri: Sedriano, comune della periferia nord di Milano, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.  In casi come questi, i fatti sono sempre i medesimi: amministratori che agiscono in combutta con organizzazioni mafiose, oppure sono "a disposizione" di queste per indirizzare appalti e politiche di gestione del territori. E' la prima volta che in Lombardia una amministrazione viene sciolta per questi motivi. In quella Lombardia dove "le mafie non esistono" e il problema "mafie" era lontano dai territori della regione. Questo affermavano politici, governatroi e amministratori di quella regione, almenso sino a un paio d'anni . La realtà era purtroppo ben diversa, come ha dimostrato la clamorosa operazione "Crimine" condotta dal procuratore Ilda Boccassini nel 2010 e "il caso Buccinasco", altro centro del milanese nelle mani della 'ndrangheta calabrese. 

Ma riportiamo la notizia dello scioglimento di Sedriate perchè sempre ci chiediamo cosa posa fare la società civile, la comunità dei cittadini, per ergersi a difesa del territorio, per essere "sentinelle del territorio" contro il sistema corruttivo delle mafie. Ce lo insegna Ester Castagno una giovane giornalista che facendo onestamente il proprio lavoro ha fatto quello che molti , noi tutti, potremmo fare: imparare "a vedere" le cose e non limitarci "a guardare". Questo significa essere cittadini responsabili; quello che ha fatto Ester Castagno significa essere sentinelle del territorio

Fonte: La Stampa

Sedriano, la giovane cronista anti-mafia
“Comune sciolto? Il premio più bello”


Ester Castano, classe 1990, è una giovane cronista del settimanale L’Altomilanese. Anche grazie al suo lavoro si è arrivati allo scioglimento del comune di Sedriano per infiltrazioni con la criminalità organizzata

Ester Castano, giornalista di 23 anni dell’Altomilanese, ha contributo con i suoi articoli a sollevare il caso nell’hinterland milanese
DAVIDE LESSI (NEXTA)
TORINO
«Aspetta un attimo», dice. E interrompe la telefonata per parlare al fotografo. «Guarda è quello l’avvocato del sindaco». Ester Castano, 23 anni, risponde al cellulare da Sedriano, il primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata. Il giorno dopo la decisione del Consiglio dei ministri lei è ancora lì. Sulla strada. A fare il suo lavoro di giovane cronista per il settimanale l’Altomilanese. Lo stesso nel quale continua a pubblicare, da più di due anni, articoli e inchieste che hanno contribuito allo scioglimento per mafia di questo comune di 11 mila anime nell’hinterland milanese. «Quando ieri sera ho saputo del provvedimento comunicato da Alfano ho provato una grande emozione», dice. E aggiunge irriverente: «Il vicepremier non mi sembra il primo dei comunisti...Insomma, non vedevo la mafia dovunque solo perché ho origini siciliane». 

Ester Castano, in realtà, ci aveva visto bene. La conferma è arrivata nell’ottobre 2012 quando l’assessore della Lombardia Domenico Zambetti è finito in carcere insieme con altre 19 persone. Tra queste, agli arresti domiciliari, c’era proprio il sindaco del Pdl di Sedriano Alfredo Celeste. Il «Celeste», come lo chiama Ester, aveva stretto rapporti con Eugenio Costantino, chiamato da tanti il «boss» e accusato di associazione mafiosa. «Il bello è che, dopo tre mesi ai domiciliari, il sindaco non si era ancora dimesso». Peggio. Il primo cittadino ha continuato a querelare la giovane cronista e il suo settimanale. Una campagna iniziata nell’ottobre del 2011, quando Ester riesce ad ottenere la prima e ultima intervista con «il Celeste». Da lì in poi è un’escalation di querele per diffamazione. «Non so nemmeno quante sono. L’ultima è arrivata due settimane fa», racconta. E aggiunge: «Il prossimo 18 dicembre ho l’udienza al tribunale di Biella per il procedimento penale che è stato aperto nei miei confronti. Non ho fatto altro che il mio mestiere».  

Un mestiere per cui Ester è pagata una manciata di spiccioli ad articolo. «Dai due ai dieci euro per pezzi che realizzo anche in cinque giorni», racconta. Certo, il “caso” Sedriano le ha portato un po’ di celebrità, alcuni riconoscimenti - due settimane fa ha vinto il premio giornalistico “Vita da cronista” dell’Unci - e qualche collaborazione in più. «Ma continuo ad avere difficoltà - ammette-. Negli ultimi giorni ho mandato il mio curriculum per trovare un lavoro: cameriera, pr, baby sitter. Qualsiasi cosa mi permetta di avere un po’ di soldi per continuare a fare il mestiere che amo, il giornalismo». Un giornalismo fatto sul campo e sui dati. «Scartabellando gli atti del Comune, gli albi, qualsiasi carta possa tornare utile». 
Un giornalismo che ha contribuito a sciogliere il primo comune lombardo per infiltrazioni mafiose. «Ma non chiamatemi eroina anti-mafia. Non sono la prima né l’ultima che prova a cambiare le cose nel modo più semplice: facendo bene il mio lavoro».  


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