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mercoledì 17 luglio 2013

SENTINELLE DEL TERRITORIO: LETTERA APERTA AL SINDACO DI PINEROLO

In queste ultime settimane, il tema dell'urbanistica a Pinerolo è tornato prepotentemente alla ribalta: l'area della P.M.T., primo esempio di applicazione delle "infausta" Legge  106/2011. Successivamente, altre due decisioni:  la delibera di valorizzazione ( vendita!) dell'area dei cosiddetti "Portici Blu" e il cosiddetto "Social Housing " in via Vescovado. 
A nostro parere sono criticabili due aspetti: da un lato, il mancato coinvolgimento della cittadinanza su decisioni e temi importanti per la Città. Dall'alto la tempistica dei fatti accaduti: proprio a ridosso delle ferie agostane, la cittadinanza, i cittadini responsabili, sono "invitati" a presentare -entro 15 giorni dalla pubblicazione della delibera adottata- "le osservazioni" addirittura ad una variante urbanistica importante quale quella relativa all'area dei "Portici Blu": ovvero sull'idea di un secondo "grattacielo" a Pinerolo.  
Riteniamo che il tema meritasse davvero altri tempi e altri metodi decisionali
Ne riparleremo presto!



LETTERA APERTA AL SINDACO SULLE RECENTI SCELTE URBANISTICHE

Le associazioni, i gruppi, i cittadini  che si interessano della città di Pinerolo hanno seguito con attenzione e preoccupazione gli ultimi atti dell’amministrazione e in particolare: la autorizzazione a costruire in deroga al PRGC sull’ area ex PMT;  la delibera contenente la “valorizzazione” dei “Portici Blu”; il progetto di “Social-Housing” di Via Vescovado.
Singoli provvedimenti, alcuni di peso rilevante, che tuttavia non sembrano ricondurre ad alcun progetto unitario e  coerente circa il futuro assetto della città. Tutto questo mentre, oramai alla metà del mandato amministrativo, le competenza  dell’Assessorato all’Urbanistica continuano ad essere mantenute dal Sindaco Eugenio Buttiero e la revisione del vigente Piano Regolatore continua ad essere una “chimera”: da tutti evocata e promessa -in campagna elettorale- ma da nessuno ancora intravista. Né si hanno informazioni sulla cosiddetta “Variante ponte”, citata dal Sindaco come primo passo  -fruttuoso e rapido- per muovere in tal senso.
Le decisioni dell’amministrazione sembrano addirittura contraddire, nel metodo adottato, quanto era previsto  dal programma di mandato  del Sindaco Buttiero, laddove si scriveva: “(…) L’impegno è in particolare, di promuovere forme di consultazione e di dibattito pubblico, prima di adottare decisioni su temi qualificanti e fortemente coinvolgenti l’opinione pubblica, in primo luogo dando attuazione alle forme di partecipazione già previste nello Statuto comunale …..”.
A nulla sono valsi  gli inviti ad una maggiore riflessione e cautela, provenienti anche  da esponenti autorevoli dello stesso partito di maggioranza e proprio su temi “fortemente coinvolgenti l’opinione pubblica” quali, ad esempio, il provvedimento di “valorizzazione” (vendita!) dell’area dei “Portici Blu”.
Da oggi, vogliamo far sentire la nostra voce: proporremo riflessioni e analisi sulla città di Pinerolo, come cittadini che vogliono sentirsi responsabili della loro città e offrire il loro contributo alla comunità.
Una premessa: ci pare che chiunque si proponga di gestire razionalmente ed efficacemente un territorio e una comunità, definirne “un progetto possibile”, debba muovere dall’analisi di quello che per un progettista -ma anche per un amministratore- è il rilievo, la conoscenza dello “stato di fatto”.
Qual’ è “lo stato di fatto” della città di Pinerolo?
Notizie utili possiamo ricavarle dalle risposte ad un questionario che l’associazione nazionale “Salviamo il Paesaggio” ha proposto a tutti i comuni italiani. Anche il comune di Pinerolo ha finalmente fornito le risposte richieste e da queste emergono, a nostro avviso, dati importanti. Ne riportiamo alcuni:
a)      adottato nel 1998, il vigente Piano Regolatore Generale Comunale prevedeva un numero di “abitanti teorici”, insediabili nelle aree edificabili generate, pari a circa 55.000. A distanza di oramai 15 anni, i dati Istat disponibili dicono che gli abitanti di Pinerolo sono  36.000
b)      Il numero delle abitazioni presenti sul territorio pinerolese è di 20.284 e di queste almeno 4.000 risultano  oggi “non occupate”, o sfitte.
c)      l’attuale PRGC mette a disposizione cubature “a destinazione residenziale”, cioè destinate agli abitanti residenti, pari a mc 6.485.760 Per capirci: poiché per ogni abitante occorre garantire almeno un vano di mc. 80( secondo le norme urbanistiche)  da quella cifra  deriva che gli abitanti insediabili a Pinerolo potrebbero essere in  totale  addirittura 80.000!
Alla luce di tutto questo è evidente quanto l’attuale PRGC pinerolese risulti sovra-dimensionato, apparendo purtroppo figlio di quella logica aberrante che vedeva nella predazione dei territori, a favore della rendita e della speculazione edilizia, il suo tratto caratteristico.
Ribadiamo quindi la necessità di una immediata revisione del PRGC,  operando un significativo ridimensionamento dei volumi edificabili previsti; auspichiamo una politica di deciso orientamento alla salvaguardia dei suoli liberi e al recupero del patrimonio edilizio esistente; ma –anzitutto- chiediamo l’immediata apertura di un confronto pubblico su questi temi, al fine di rendere possibile e reale il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte determinanti per il futuro di Pinerolo.

La Legge 106/2011 e   P.M.T.

In relazione alle recenti scelte dell’ amministrazione,  ci pare opportuno partire da alcune considerazioni sull’ intervento di maggiori dimensioni, l’area ex P.M.T., area alla quale sono state applicate le norme previste dalla Legge  106/201. Una norma da molti ritenuta “infausta” e che, in sintesi, “semplifica” le procedure per il cambio di destinazione d’uso delle aree.

A nostro avviso la scelta compiuta dall’ amministrazione è criticabile anzitutto in quanto l’area interessata non ricade nelle situazioni previste dalla legge citata: non si tratta di un’ area urbana degradata, né dimessa o in dismissione; né viene prevista una totale rilocalizzazione della attività produttiva esistenti nell’area stessa.

Approvando l’iter relativo al “permesso di costruire in deroga” per l’ area suddetta non ci pare siano state adeguatamente motivate neppure le ragioni della “pubblica utilità” dell’ intervento, condizione essenziale affinché la deroga sia concessa. A nostro parere, non può essere oggettivamente considerata  di “pubblica utilità” l’azione di una azienda privata che intraprenda una speculazione edilizia realizzando abitazioni private. Nella delibera adottata dall’Amministrazione non vi è traccia neppure di un impegno dell’azienda a mantenere precisi livelli occupazionali.
E allora: qual’è la pubblica utilità di aggiungere aree edificabili in una città che ne ha già in eccesso? A chi giova?

Nel progetto adottato si prevede la compresenza di attività produttiva  e di edifici residenziali. Tuttavia non è chiaro come possano essere rispettate norme fondamentali quali, ad esempio, quelle riguardanti la tutela dall’inquinamento acustico.
La L. 106/2011, descrivendo le condizioni in cui si deve applicare l’iter del “permesso di costruire in deroga” non trasforma affatto questa scelta in un “atto dovuto”, come alcune parti hanno sostenuto, compreso il Sindaco Buttiero. Il “permesso di costruire in deroga”, costituendo una “eccezione” alle normali procedure, è infatti subordinato alla responsabilità del Consiglio Comunale poiché devono essere comparati due diversi interessi pubblici: quello che è connesso all’ordinato, razionale, sviluppo del territorio (in accordo con la pianificazione urbanistica) e quello (eventuale) connesso alla razionalizzazione e riqualificazione degli ambiti degradati.

Pertanto, a nostro avviso il progetto relativo all’area PMT  non presentava le caratteristiche necessarie all’ applicazione della Legge 106/2011 .
Riteniamo doveroso che il Consiglio Comunale  chiarisca al più presto, e in primo luogo a cittadini, quali sono i criteri di valutazione che intende seguire su questa delicata materia. Una applicazione “selvaggia” della L. 106/2011 provocherebbe infatti un ulteriore aumento delle cubature edificabili, già eccessive rispetto alla popolazione esistente. Il risultato conseguente di un eccesso di offerta abitativa, lo insegnano le leggi di mercato, determinerebbe di certo un ulteriore svilimento del valore patrimoniale delle abitazione dei pinerolesi.
Infine: non dimentichiamo che, anche in Piemonte, l’edilizia è stata lo strumento spesso utilizzato dalle mafie per il riciclaggio del “denaro sporco”. Siamo certi sia preoccupazione di tutti, in primo luogo degli amministratori pinerolesi, che in Pinerolo non si creino situazioni di terreno fertile per “infiltrazioni” e situazioni di opacità, simili a quelle che hanno colpito cittadine e comunità a noi vicine e che il Processo Minotauro, in corso a Torino, sta drammaticamente portando alla luce.
Per coloro  fossero interessati ad approfondire gli argomenti tecnici trattati, si allega una scheda più dettagliata.










SCHEDA TECNICA : Legge 106/2011 e circolare Giunta Regionale 9 maggio 2011

I dati prima riportati sembrano avere avuto poco peso nelle decisioni della amministrazione pinerolese, giacchè vigoroso impulso a nuove edificazioni pare emanare adesso dalla applicazione Legge 106/2011 sulla quale avevamo espresso preoccupazioni nella nostra lettera aperta “Dove ci porterà il Ponte?”. Chiariamo ulteriormente il nostro pensiero esaminando quelli che, a nostro parere, sono gli  aspetti più importanti e critici legati all’area della PMT  e alla applicazione della legge citata.

1) Applicabilità delle norme contenute nella legge
L’applicazione della legge in esame riguarda situazioni e contesti circoscritti quali: “la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente”; “la riqualificazione di aree urbane degradate, con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti”; “la riqualificazione di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione ovvero da rilocalizzare”.
Nel caso della P.M.T. osserviamo:
a) non si tratta della riqualificazione di un area degradata, in quanto l’area industriale P.M.T. di per sé non lo è; la riqualificazione, qualora fosse questo il caso, è solo parziale non essendo estesa a tutto il perimetro dell’area P.M.T.
b) per quanto riguarda il concetto diri-localizzazione”, nel caso PMT  questa è solo parziale, in quanto una area produttiva permane e questo suscita anche dei dubbi sulla sua compatibilità con la nuova destinazione residenziale prevista. Così come depone poco oggettivamente a favore dell’applicabilità della legge,a nostro parere, dire che in caso di mancata valorizzazione dell’area la ditta sarebbe costretta a chiudere e quindi dismettere gli edifici.

2) Motivazioni di interesse pubblico addotte nel seguire la procedura
Per dare concreta attuazione alla norma, la Regione Piemonte individua come elemento cardine lo strumento edilizio delpermesso di costruire in deroga” ( in deroga agli strumenti urbanistici vigenti). I Consigli Comunali, il soggetto politico, hanno quindi la responsabilità  gravosa di dover determinare ambiti e discrezionalità entro i quali accogliere progetti che, secondo le norme urbanistiche vigenti, non potrebbero essere di fatto accolti. L’amministrazione è quindi chiamata a motivare fortemente le ragioni di una deroga ( “l’eccezione”)  allo strumento urbanistico vigente ( “la regola”). A contrappeso della discrezionalità riconosciuta ai Comuni, si deve infatti considerare il pregiudiziale carattere di “pubblica utilità” ( l’art. 14 del DPR 380) a cui il progetto in deroga deve rispondere, e seguire quindi la legge di riferimento in materia .
La delibera della PM sembra del tutto carente su questo punto, tenuto conto che l’interesse pubblico non può essere solo quello di razionalizzare un’area degradata. Ne può essere oggettivamente considerata “pubblica utilità” l’azione di una azienda privata che intraprenda una speculazione edilizia realizzando abitazioni private! Né tantomeno può essere “pubblica utilità”sottostare al  “ricatto occupazionale” avanzato da una azienda. Nella delibera adottata, l’azienda privata PMT non è chiamata ad assolvere né a rispondere di nessun impegno in tal senso.

3) Rispetto delle norme di settore
I progetti adottati nell’ambito della L. 106/2011 devono rispettare comunque norme fondamentali ed espressamente previste (Circolare Regionale, comma 11). In particolare: le norme antisismiche; di sicurezza; antincendio; igienico-sanitarie; quelle relative all'efficienza energetica; le norme relative alla tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, nonché le disposizioni contenute nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.L. 22 gennaio 2004, n. 42).
Per quanto riferibile alle norme igienico sanitarie andrebbero anche rispettate le norme in materia di inquinamento acustico (Legge 447/95 e della L.R. 52/00): riferimenti importanti considerando che il progetto prevede nuove abitazioni all’interno di un contesto caratterizzato dalla permanenza della fabbrica P.M.T.; della ferrovia e di una  strada di una certa rilevanza come Via Martinat.
Se si fosse operato con una Variante urbanistica si sarebbe anche dovuto valutare il divieto di accostare destinazioni la cui relazione presenta criticità, quella residenziale e produttiva, se non frapponendo “zone cuscinetto”  di almeno mt. 50 di larghezza.
Nella Delibera relativa alla P.M.T. non vi è traccia di questi aspetti!

4) Natura di “atto dovuto” del “permesso di costruire in deroga”.
In Consiglio Comunale il Sindaco si espresso in termini perentori: “Le leggi si subiscono!”. Ergo: il Consiglio Comunale, obbligatoriamente, dovrà accogliere ogni progetto presentato negli ambiti di applicazione della legge Legge 106.
Davvero il “permesso di costruire in deroga” è un atto dovuto?
Le valutazioni portate avanti dall’ANCI, e riprese anche dagli amministratori di Pinerolo, si fondano sulla pretesa che, essendo la L. 106 una legge di “semplificazione e di stimolo alle attività economiche”, il legislatore ha voluto sancire il “pubblico interesse” di qualsivoglia cantiere venga attivato, quale contributo concreto alla crescita economica e occupazionale del Paese.
Ci permettiamo di dire che se una legge venisse adottata in questi termini travolgerebbe interamente il principio della pianificazione urbanistica e del governo del territorio, in contrasto - inaccettabile!- con le disposizioni contenute addirittura nella Carta Costituzionale ove si enuncia che …..
Non solo. E’errato affermare che il “permesso di costruire in deroga” sia atto dovuto: si tratta invece di un atto “eccezionaleperché ha come  fondamento l’interesse pubblico, interesse che deve essere motivato e giustificato da parte dell’amministrazione! Atto dovuto - e per questo rilasciato esclusivamente dai tecnici-dirigenti comunali- è invece un normale “permesso di costruire” in quanto mero atto ricognitivo di presupposti che, se verificati, configurano un diritto ad edificare.
Pertanto, il Consiglio Comunale è chiamato in causa dalla Legge 106/2011 proprio perché deve comparare due diversi interessi pubblici: quello che è connesso all’ordinato, razionale, sviluppo del territorio (in accordo con la pianificazione urbanistica) e quello che è connesso alla razionalizzazione e riqualificazione degli ambiti degradati. Nella Legge 106 non vi è affatto riferimento alla necessità che si aprano “più cantieri possibili”!

Conclusioni

Il nostro parere è che, nel caso della PMT, la logica della Legge 106/2011 pare addirittura tradita in quanto l’area non è particolarmente degradata, né lo sono gli edifici in essa presenti, e soprattutto perché si va a sostituire un insediamento produttivo,  potenziale generatore di un beneficio economico generale e allargato, con la semplice apertura di cantieri edilizi che hanno una portata economica limitata e comunque ristretta a pochi operatori.
Siamo sicuri che la logica della 106 non sia quella di consentire l’apertura di nuove attività economiche, in deroga ai PRGC, piuttosto che sostituirle per fare nuovi condomini?



Italia Nostra 
Legambiente
presidio Libera "Rita Atria " Pinerolo
Forum nazionale “Salviamo il Paesaggio Difendiamo i territori”
Osservatorio 0121
ASPE
Associazione “Stranamore”
Associazione “Salviamo i Tumpi”

Associazione Ecologista per la Sostenibilità

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