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mercoledì 19 giugno 2013

Anche a Pinerolo puoi partecipare al riciclo dei tappi di sughero per finanziare la ristrutturazione di “Cascina Graziella”,


Facendo memoria di Graziella Campagna, anche a Pinerolo raccogliamo tappi di sughero

A partire dalle prossime ore, anche all'IperCOOP di Pinerolo saranno disponibili i contenitori per la raccolta di tappi di sughero. In Piemonte, Libera partecipa al riciclo dei tappi di sughero per finanziare la ristrutturazione di “Cascina Graziella”, una casa che accoglierà donne maltrattate situata a Moncalvo d'Asti.
Il progetto Etico della “Amorim Cork”
La Amorim Cork è una società multinazionale leader nella lavorazione del sughero e che basa la sua attività sulla sostenibilità dei processi produttivi, ponendo particolare attenzione ai diritti dei lavoratori e delle comunità. La Amorini Corke ha lanciato una campagna per la raccolta e il riutilizzo dei tappi di sughero che, riciclati, diventano materiale coibentante per l’edilizia, oggetti di arredamento e design. In Italia, tra i partner dell'iniziativa ci sono i Vignaioli Piemontesi e l'associazione Libera Piemonte. Fondamentale è anche il contributo della Cooperativa del carcere di Bollate (Milano) che vede i carcerati impegnati nello smistamento dei tappi raccolti.
Sono oltre trenta i punti di raccolta tra cantine vinicole, enoteche, i due negozi Eataly -a Torino e Pinerolo- e adesso anche l’IPERCOOP pinerolese.
 Il progetto si definisce "etico" non solo perché promuove una sensibilità ecologica ma anche perché prevede una destinazione benefica del ricavato dalla vendita dei tappi usati che Amorim non riutilizza ma cede -a titolo oneroso- ad aziende del settore edile o ad industrie del design. Tutto il ricavato viene poi destinato ad associazioni operanti nel sociale senza fini di lucro. 

Il progetto di Libera Piemonte: “Cascina Graziella”
Avviato nel giugno 2011, il progetto ha coinvolto dapprima le cantine del Veneto e quelle toscane aderenti al Consorzio Chianti Classico, in seguito ha visto l'adesione entusiastica di numerosi altri attori e nel 2012 è partita la raccolta in Piemonte. In Piemonte, si è scelto di raccogliere fondi per vedere realizzato il sogno di "Cascina Graziella", una cascina nelle campagne del Monferrato astigiano, a Moncalvo, che la magistratura ha confiscato ad un'esponente di spicco della criminalità trapanese che l'aveva acquistato con proventi illeciti di Cosa Nostra. Il bene è stato poi dato in gestione a Libera. Una volta finiti i lavori di ristrutturazione, Cascina Graziella è destinata a diventare un centro di accoglienza per donne in difficoltà, in fuga da maltrattamenti e dipendenze, e una cooperativa di lavoro (si pensa anche a un pastificio artigianale). 

La storia di Graziella Campagna

La cascina è dedicata a Graziella Campagna, una ragazza siciliana di 17 anni uccisa con cinque colpi di lupara. Graziella era nata il 3 luglio 1968 e faceva la stiratrice in una lavanderia di Villafranca Tirrena (Messina). Graziella scomparve la sera del 14 dicembre 1985, dopo essere uscita dalla lavanderia dove lavorava. Allora, il negozio era frequentato da due clienti che si presentavano come l'ingegner Toni Cannata e il geometra Gianni Lombardo, di Palermo. In realtà, i due erano Gerlando Alberti junior (nipote di Gerlando Alberti senior, braccio destro di Pippo Calò) e Giovanni Sutera, pericolosi latitanti ricercati per associazione mafiosa e traffico di droga. Da anni, abitavano in una villetta a Villafranca, a due passi dalla caserma dei carabinieri.
Il destino fa incrociare i due mafiosi con Graziella. Qualche giorno prima della sua esecuzione, la ragazza aveva trovato alcuni fogli, forse una agendina, dimenticata nei vestiti che uno dei latitanti aveva consegnati in lavanderia. Tra le mani di Graziella si aprirono pagine nelle quali erano annotati nomi, fatti, segreti che nessuno doveva conoscere. Inconsapevolmente, Graziella  era diventata una pericolosa testimone.
La sera del 14 dicembre Graziella Campagna non sale sulla corriera che la riporta a casa. Due giorni dopo, il suo cadavere viene trovato a Forte Campone, in un luogo isolato: uccisa con cinque colpi di lupara, un colpo le viene sparato sul viso. Il medico legale aveva cercato invano di impedire che Piero, il fratello carabiniere di Graziella, ne vedesse il viso sfigurato. Sarà proprio grazie a Piero, alla sua volontà di giustizia nel dare un nome agli assassini di Graziella, che i colpevoli verranno infine individuati e processati.
Racconta Piero: “Hanno fatto di tutto per depistarmi, ma non ho mai smesso d'indagare. Graziella aveva confidato a mia madre di aver trovato i documenti di Cannata, aveva capito che era un'altra persona. Tralasciarono volutamente l'indizio".  Depistaggi, collusioni mafiose, Piero viene addirittura censurato dall'Arma dei Carabinieri per aver collaborato con la Squadra Mobile.
Nel 2004, riconosciuti colpevoli dell'omicidio di Graziella Campagna, vengono condannati all'ergastolo Gerlando Alberti e Giovanni Sutera.  L’Alberti uscirà di prigione il 4 novembre 2006 per un vergognoso cavillo burocratico: il ritardo con cui è stata depositata la sentenza.
Gerlando Alberti e Giovanni Sutera saranno comunque ricondannati all'ergastolo il 18 marzo 2008 dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Messina. Il 18 marzo 2009 la Cassazione respinge il ricorso formulato dai due imputati e conferma definitivamente la pena dell'ergastolo ai due assassini

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