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martedì 4 dicembre 2012

Continua la saga delle mafie al Nord: la famiglia Marando è la 'ndrangheta calabrese a Volpiano

Mentre è in corso il processo di primo grado originato dall'"Operazione Minotauro" (giugno 2011), nuovi elementi si aggiungono e rafforzano l'idea di quanto sia stata "poco visibile", spesso sottovalutata, la penetrazione della 'ndrangheta calabrese in Piemonte

fonte : LA Stampa
Ville e terreni, sequestrati beni 

per 20 milioni ai Marando

Sequestrata anche una cascina con terreni
Colpo alla famiglia Marando: dal feudo di Volpiano a tutta Italia
CLAUDIO LAUGERI

TORINO
La Giustizia ha colpito ancora una volta i beni della famiglia Marando. Case, terreni, auto per un ammontare di 20 milioni di euro, tra Piemonte, Lombardia, Lazio e Calabria. 
La Direzione investigativa antimafia (Dia) di Torino guidata da Sergio Molino ha raccolto il materiale utilizzato dal procuratore aggiunto Alberto Perduca per ottenere dalla Sezione «misure di prevenzione» del tribunale torinese il sequestro di quei beni. Tutto collegato all’operazione Marcos, conclusa nel 2010 con 8 arresti. Un’indagine sul riciclaggio delle ricchezze legate al traffico internazionale di droga, il business che finanziava la cosca. 

La famiglia  
Da anni, i Marando sanno di essere nel mirino delle forze dell’ordine. Per questo, utilizzavano prestanome come intestatari di case e terreni. Ma già due anni fa gli investigatori avevano messo le mani sulle ricchezze della famiglia. «Quello era un sequestro legato a un procedimento penale. Oggi è una misura di prevenzione legata alla pericolosità sociale dei personaggi in questione, oltre alla sproporzione tra i loro redditi e i patrimoni posseduti» spiega il procuratore aggiunto Alberto Perduca. Uno strumento legale per contrastare in modo efficace la criminalità organizzata, più rapido di quello penale.  

Il feudo di Volpiano  
L’attenzione degli inquirenti si è concentrata su Volpiano, «feudo» dei Marando. La ricostruzione delle ricchezze della cosca ha portato a scoprire 12 fabbricati (appartamenti e garage) e due terreni a Volpiano, altri due alloggi e un terreno a Leinì, ma anche una «mega-cascina» con 19 terreni a Rivarossa. Quella proprietà (intestata alla società «Green Farm») è costata il coinvolgimento nell’inchiesta a Mario Loi, conosciuto come «padre Rambo», sacerdote che gestisce la comunità «Speranza 2000» alla Falchera, che per alcuni anni sarebbe stato - secondo le accuse - intestatario della società, prima di cederla a un prestanome dei Marando. 

La casa  
In mezzo all’elenco di appartamenti e terreni finiti sotto sequestro c’è anche una villa nelle campagne di Nettuno, ottenuta dai Marando come saldo per il prestito di 50 mila euro fatto a un ex compagno di carcere: lui non riusciva a restituire i soldi e ha ceduto la villa, poi intestata al fratello dell’educatrice carceraria complice della cosca. Lei aiutava la famiglia a tenere i contatti con l’esterno, i Marando l’hanno ricompensata. 

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