Sentinelle del territorio.
Torniamo
ad occuparci dell’Amministrazione pinerolese in relazione alle vicende urbanistiche
della città.
Quello dell’Urbanistica ci pare un
tema importante in quanto, a nostro parere, può rappresentare un indicatore utile
ad individuare gli scopi, gli indirizzi, il “progetto generale” che guida e determina
il carattere di una amministrazione locale.
A questo proposito il presidio
“Rita Atria” incontra il dott. Andrea
Chiabrando e ing. Marcello Bruera,
consiglieri eletti per il gruppo "Progetto per Pinerolo".
dott. Andrea Chiabrando |
Con loro vogliamo discutere dell’urbanistica della città di Pinerolo alla
luce di una proposta di mozione presentata dal gruppo a fine agosto 2012 e
nella quale si legge: “La valorizzazione
di aree dal punto di vista urbanistico è, da molti anni, al centro del
dibattito a Pinerolo, specialmente a seguito dei casi PMT, Corcos, Galup. Tale
strumento consente di raggiungere interessanti obiettivi economici e sociali,
ma una sua applicazione non regolamentata rischia di generare disparità di
trattamento, squilibri urbanistici e di originare plusvalenze a beneficio degli
operatori che non portano alcun ritorno alla collettività”
ing. Marcello Bruera |
Il tema è quello delle cosiddette
“valorizzazioni” (cambiamenti di destinazioni d’uso) consentite attraverso la Legge nazionale 106/2011, una legge che introduce
di fatto elementi importanti in materia di gestione urbanistica e di edilizia. Scopi
fondamentali della Legge sono quelli indicati come “Razionalizzazione del
patrimonio edilizio esistente” e “Riqualificazione di determinate aree
urbane e/o di determinati edifici a
destinazione non residenziale”.
Occorre sottolinearlo: questa legge, come tante altre nel passato, ha suscitato perplessità e critiche da parte di molti di coloro che hanno a cuore la tutela del Paesaggio. Primo fra tutti, il prof. Salvatore Settis più volte ha condannato il paradosso di un eccesso di legislazione in materia urbanistica che spesso si traduce in incertezza e in arbitrio: il contrasto che a volte si verifica tra legislazione nazionale e legislazione regionale; un coacervo di leggi che hanno permesso, legalmente, il degrado e la distruzione di parti importanti del paesaggio italiano, bene tutelato pesino dall'articolo 9 della Costituzione Italiana.
Occorre sottolinearlo: questa legge, come tante altre nel passato, ha suscitato perplessità e critiche da parte di molti di coloro che hanno a cuore la tutela del Paesaggio. Primo fra tutti, il prof. Salvatore Settis più volte ha condannato il paradosso di un eccesso di legislazione in materia urbanistica che spesso si traduce in incertezza e in arbitrio: il contrasto che a volte si verifica tra legislazione nazionale e legislazione regionale; un coacervo di leggi che hanno permesso, legalmente, il degrado e la distruzione di parti importanti del paesaggio italiano, bene tutelato pesino dall'articolo 9 della Costituzione Italiana.
Tralasciando tecnicismi e
complessità della materia, la legge 106/2011
assegna alle amministrazioni locali un ampio potere decisionale che, ad esempio,
consente cambiamenti di “destinazione d’uso” di aree e fabbricati
in determinate situazioni. Semplificando: un’area o un edificio industriale
possono essere riconvertiti in una area o in un edificio residenziale e conseguentemente,
veder variare di molto il valore dell’area e dell’edificio stessi. A detta di
molti, una legge così concepita, senza preventivi e stringenti regolamenti
attuativi da parte delle amministrazioni locali, può innescare azioni che,
potenzialmente, sono in grado di scardinare e superare gli indirizzi e le
indicazioni contenuti nei piani regolatori, determinando così potenziali azioni
speculative e discriminatorie.
A conferma della delicatezza della
situazione esistente anche a Pinerolo, il 24 settembre scorso una
delibera presentata dalla maggioranza presieduta dal sindaco Eugenio Buttiero -
il quale conserva ancora per sé la delega dell’Assessorato all’Urbanistica- riguardante proprio il principio della “valorizzazione” (cambiamento di
destinazione d’uso) di una parte dell’ex Hotel Cavalieri aveva suscitato rilievi, dubbi e contrarietà
da parte di esponenti della minoranza. Dubbi e rilievi tanto fondati che la
delibera è stata poi ritirata dalla maggioranza stessa.
La storia e il contesto.
Pinerolo
vive oggi una situazione particolarmente delicata a riguardo della sua situazione
urbanistica e proprio a partire dal Piano Regolatore Generale attualmente
vigente che, a detta di tutte le forze politiche locali, è da considerarsi uno
strumento sovradimensionato e oramai superato, da rivedere. Adottato nella seconda
metà degli anni ’90, il Piano Regolatore
prevedeva infatti un aumento notevole della popolazione residente che da 36.000
abitanti doveva passare a 55.000. Ovviamente, a tal fine molte aree del
territorio interessato dal Piano vennero rese edificabili.
A distanza di anni, possiamo affermare che la
previsione del Piano Regolatore si è rivelata del tutto infondata in
quanto la popolazione residente si è mantenuta pressocchè sui medesimi livelli
degli anni ’90. A questo si aggiunge la stima, più o meno ufficiosa, di un numero
di alloggi sfitti pari a 4.000/5.000 unità.
Paradossalmente, Pinerolo corre però il rischio di apparire -agli occhi di
qualcuno- come una sorta di “secchio mezzo vuoto” ( da riempire....da chi?) a causa delle
aree edificabili previste dal Piano Regolatore e non ancora utilizzate.
Eppure, durante la passata
campagna elettorale per le elezioni amministrative della città svoltesi nel
2011, i principi della difesa del paesaggio, la difesa dei suoli dalla
speculazione edilizia e quindi la necessità di ridurre gli interventi di
fabbricazione, erano principi presenti nei programmi di tutti i candidati-sindaco
e, primo fra tutti, anche nel programma dell’attuale sindaco Eugenio Buttiero.
Alla luce dei provvedimenti già adottati
dall’amministrazione, primo fra tutti la scelta di riconfermare il piano di
edificazione previsto per l’area vicina a Monte Oliveto ( la cosiddetta area
CP7), e per i provvedimenti che la maggioranza
amministrativa della città si accinge a discutere, la realtà
appare diversa e i principi declamati rischiano di apparire già
dimenticati.
E’ davvero così?
E’ questa la domanda che ci sta a
cuore come presidio di LIBERA, volendo continuare a svolgere il ruolo di "Sentinelle
del territorio".
L’ interesse del presidio "Rita Atria" al tema urbanistico deriva anche dalle implicazioni che, storicamente, il settore dell’urbanistica e dell’edilizia nel nostro paese ha avuto con le organizzazioni criminali. Le mafie, colludendo e intrecciandosi con la “mala-politica”, hanno determinato e guidato addirittura la definizione di Piani Regolatori: a partire dal “sacco di Palermo”, passando per le vicende urbanistiche di Bardonecchia e giungendo a Leinì tanto per fare esempi anche a noi vicini. Le mafie e le consorterie a quelle legate, lo sappiamo, hanno “suggerito e imposto” varianti, modifiche e stravolgimenti di Piani Regolatori; tanto che, in Italia, l’edilizia è campo privilegiato per il riciclo del "denaro sporco". A questo proposito, basterebbe rileggere l'ultima intervista rilasciata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Giorgio Bocca nell'agosto del 1982, a pochi giorni dal suo assassinio."(...) La Mafia ormai sta nelle maggiori città italiane dove ha fatto grossi investimenti edilizi, o commerciali e magari industriali. Vede, a me interessa conoscere questa "accumulazione primitiva" del capitale mafioso, questa fase di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o grafici di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e ristoranti a la page. Ma mi interessa ancora di più la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, a quelle imprese, a quei commerci magari passati a mani insospettabili, corrette, sta nei punti chiave, assicura i rifugi, procura le vie di riciclaggio, controlla il potere."
L’ interesse del presidio "Rita Atria" al tema urbanistico deriva anche dalle implicazioni che, storicamente, il settore dell’urbanistica e dell’edilizia nel nostro paese ha avuto con le organizzazioni criminali. Le mafie, colludendo e intrecciandosi con la “mala-politica”, hanno determinato e guidato addirittura la definizione di Piani Regolatori: a partire dal “sacco di Palermo”, passando per le vicende urbanistiche di Bardonecchia e giungendo a Leinì tanto per fare esempi anche a noi vicini. Le mafie e le consorterie a quelle legate, lo sappiamo, hanno “suggerito e imposto” varianti, modifiche e stravolgimenti di Piani Regolatori; tanto che, in Italia, l’edilizia è campo privilegiato per il riciclo del "denaro sporco". A questo proposito, basterebbe rileggere l'ultima intervista rilasciata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Giorgio Bocca nell'agosto del 1982, a pochi giorni dal suo assassinio."(...) La Mafia ormai sta nelle maggiori città italiane dove ha fatto grossi investimenti edilizi, o commerciali e magari industriali. Vede, a me interessa conoscere questa "accumulazione primitiva" del capitale mafioso, questa fase di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o grafici di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e ristoranti a la page. Ma mi interessa ancora di più la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, a quelle imprese, a quei commerci magari passati a mani insospettabili, corrette, sta nei punti chiave, assicura i rifugi, procura le vie di riciclaggio, controlla il potere."
Chi ha a cuore la città di Pinerolo, cittadini e amministratori tutti, certamente desidera che situazioni quali quelle che hanno visto coinvolti comuni e amministrazioni della nostra regione, e per le quali vi sono in corso importanti procedimenti giudiziari , rimangano lontani e distanti dalle vicende di Pinerolo.
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