Pagine

martedì 22 maggio 2012

Manifestazione in memoria di Melissa Bassi - Pinerolo 21 maggio 2012


In memoria di Melissa Bassi 


Nel pomeriggio di sabato 19 maggio il Coordinamento Regionale di Libera, aveva diramato un comunicato nel quale si diceva: “(…) Qualunque sia la matrice del gesto inaudito che è costato la vita a Melissa Bassi non possiamo che fermarci a riflettere su ciò che è avvenuto e far sentire la nostra vicinanza alle vittime dell'attentato e alle loro famiglie, tenendo alta l'attenzione sulle indagini e in attesa di capire chi possa avere interesse a seminare terrore e a mietere vittime innocenti.(...)
Siamo qui questa sera perché, in nome di quei giovani, vogliamo ribadire la nostra volontà a voler difendere i principi della Legalità e della Giustizia: principi fondamentali e su cui regge la stessa Costituzione Italiana, una carta a cui tante volte viene recata offesa. Quanto avvenuto a Brindisi mina addirittura le regole etiche basilari di convivenza di una comunità che voglia dirsi civile e democratica: si distrugge la vita di una giovane innocente e proprio dinanzi ad una scuola, luogo-simbolo della apprendimento, della conoscenza, del sapere da cui si deve attingere per poter costruire un futuro possibile, migliore. “Nessuno tocchi la scuola”, abbiamo detto. 
Allora, siamo qui anche per ricordarci che le parole pronunciate da Piero Calamandrei il 26 gennaio 1955 a Milano, a difesa dei principi della costituzione, costituiscono un monito valido oggi più che mai. Diceva Calamandrei: “(…) la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la propria responsabilità, la volontà di mantenere queste promesse, …”.  E le promesse a cui faceva riferimento Calamandrei sono che l’Italia è fondata sul lavoro; che lo stato tutela la salute e la sicurezza dei cittadini; che premia il merito; che  rimuove gli ostacoli economici che i capaci e i meritevoli possono incontrare…
Quante promesse sono state mantenute? Anche per questo che siamo qui stasera.
Ancora non conosciamo gli autori e le motivazioni di quel gesto. Ma siamo qui anche perchè dobbiamo avere il coraggio di dire che occorre un cambiamento profondo: va ricostruita “l’innocenza” e “la speranza” di questo paese. Dobbiamo avere il coraggio di dire ai giovani che sono presenti questa sera, e a noi stessi, che sabato mattina , quando abbiamo appreso quanto era avvenuto a Brindisi, abbiamo avuto tutti lo stesso pensiero: che potesse essere l’ultimo atto della lunga catena di morti innocenti che hanno travagliato la storia dell’Italia negli ultimi decenni. Morti innocenti, delitti oscuri perpetrati da mani a cui abbiamo dato il nome di mafie, bande, terroristi, servizi segreti deviati, golpisti. E’successo e potrebbe succedere ancora: delitti commessi pensando che, in Italia, potesse servire “a qualcosa e a qualcuno” spargere sangue innocente, seminare paure e insicurezza per annientare persone, idee, valori. 
Erano innocenti i contadini che festeggiavano il primo maggio del 1947 a Portella delle Ginestre; erano innocenti le persone che il 13 dicembre del 1969 erano nella sala della Banca dell’Agricoltura a Milano; erano innocenti coloro che, il 1 agosto del 1980 erano alla Stazione di Bologna; erano innocenti, solo per citarne alcuni, uomini come Massimo D’Antona; Vittorio Bachelet, Giorgio Ambrosoli; erano innocenti i due degli eroi italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di cui ci apprestiamo a celebrare il ventennale della morte e di cui ripeteremo: "Non li avete uccisi. Le loro idee camminano sulle nostre gambe” 
Siamo qui  questa sera perché vogliamo dire che morti come quelle non devono più ripetersi; Come ha detto don Luigi Ciotti, noi siamo qui perché «È ora di trasformare le paure in speranza.”  Certezze di  lavoro e  sostegno alle famiglie; certezza di futuro per i giovani affinché possano realizzare i loro progetti e costruire a loro volta famiglie che diano futuro a questo paese; alla convivenza civile di questo paese,  futuro alla stessa democrazia  .
E allora noi siamo qui perché, nel ricordo di Melissa Bassi e dei tanti morti innocenti di questa Italia, dovremmo anche riconquistare l’etica di essere comunità: dovremmo riconquistare il pensiero di sentirci, tutti quanti e tutti insieme, responsabili in piccola parte del destino e della vita di chi ci sta accanto. Dovremmo imparare di nuovo ad avere cura e interesse per chi vive intorno a noi. L’innocenza che abbiamo perduto in questi anni ha portato egoismi, solitudini, insicurezze, paure. Invece dobbiamo fare come questa sera: tornare a riempire le piazze per esprimere le nostre opinioni; tornare ad affollare le assemblee pubbliche, i dibattiti, i circoli nei quali discutere e confrontare idee. E tanto meglio se queste idee sono differenti perché proprio da un confronto onesto di idee oneste e differenti che possono scaturire visioni nuove e di progresso.  
 Aveva ragione Peppino Impastato quando diceva dell’importanza di saper riconoscere e difendere la Bellezza. Perché difendere la Legalità e la Giustizia significa anche imparare a riconoscere e a difendere la Bellezza: la bellezza di vivere in una comunità fondata su principi della nostra costituzione; la bellezza di avere rapporti sinceri e onesti; la bellezza di vivere in luoghi sicuri e sani; la bellezza di vivere in luoghi nei quali siano difesi i valori inestimabili del paesaggio che la natura ci ha offerto; la bellezza di saper riconoscere e difendere i valori  che ci vengono dalla storia e dalla cultura, costruita e tramandata dagli italiani che ci hanno preceduto. 
Noi siamo qui questa sera per ribadire tutte queste cose, in memoria della bellezza negata a Melissa Bassi e addolorati per l'offesa arrecata alla Bellezza degli studenti di Brindisi: che non abbiamo paura; che non ci sentiamo soli; che vogliamo difendere la Legalità e la Giustizia della nostra Italia; che vogliamo riconquistare la Bellezza della nostra vita.  
Arturo Francesco Incurato
Presidio Libera “Rita Atria “ Pinerolo

Nessun commento:

Posta un commento

Abbiamo deciso di non moderare i commenti ai post del blog. Vi preghiamo di firmare i commenti.