Conseguenza
della drammatica necessità di far cassa che impelle di questi tempi
dalle nostre parti, in cui tira aria di sacrifici, è il nuovo mostro
IMU.
Questa
tassa, precisamente l'Imposta Municipale Unica sugli immobili, si
propone quale risorsa per rimpinguare le casse comunali, depauperate,
a detta dei comuni, dalla rimozione dell'ICI.
Occorre
però precisare che si distingue da quest'ultima sotto molteplici
aspetti, in primis dal fatto che, oltre a reintrodurre la vecchia
tassa sulla casa, incorpora tassa rifiuti ed imposte sui servizi
erogati dal Comune.
Ma
come si calcola? L'IMU si ricava dalla rendita catastale, rivalutata
del 5%,a cui si deve applicare un coefficiente pari a 160 (il 60% in
più di quello previsto per l'ICI!) ed un'aliquota del 4 per mille,
se si tratta della cosiddetta prima casa, in caso di seconde il 7,6
per mille.
Dato
interessante è che questi ultimi indici rappresentano una sorta di
minimi statali, data la facoltà per i comuni di variare le aliquote
di +2 o -2 per mille.
A
questo proposito, il giorno 2 aprile, un articolo de”La Stampa”
ha pubblicato, in collaborazione con il Sunia, il sindacato degli
inquilini della Cgil, un dossier in cui si ipotizzano le aliquote che
verranno applicate in nove città italiane.
Con
riferimento alla prima casa, Roma e Genova sarebbero sul 5 per
mille, Milano, Bari, Bologna e Firenze rimarrebbero al 4 ex lege, ma
con dei distinguo tra le seconde case. Quelle sfitte, a Milano
propinerebbero aumenti del 239%, mentre a Catania, dove l'aliquota
sulla prima casa verrebbe portata al 6 per mille, del +146%. A Bari
le case in affitto hanno delle aliquote basse. A Firenze l'IMU costa
meno dell'ICI, ma le case in affitto subiscono considerevoli
maggiorazioni. L'aliquota sulla prima casa a Palermo è ipotizzata
nel 4,8 per mille e Torino applicherebbe il 5,5.
altro
problema che si pone sul versante di questa imposta è la questione
inerente alle tempistiche: la scadenza è prevista per il 16 giugno,
prorogata di fatto al 18 perché il 16 è un sabato. I Caf pongono
l'accento sulla probabilità di intasamento del sistema, anche alla
luce del fatto che i Comuni non hanno ancora stabilito ufficialmente
le aliquote che vorranno applicare. Ergo: il 3 aprile il Governo ha
stabilito che nella data di giugno si pagherà con l'aliquota base ed
il resto verrà saldato a fine anno, con l'applicazione degli indici
stabiliti dai singoli comuni.
E
come direbbe Totò, i cittadini non possono che esclamare:”E io
pago!”
Cristina
Nessun commento:
Posta un commento
Abbiamo deciso di non moderare i commenti ai post del blog. Vi preghiamo di firmare i commenti.