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mercoledì 4 aprile 2012

Se l'IMU fa venire la "nostalgia canaglia" per l'CI...


Conseguenza della drammatica necessità di far cassa che impelle di questi tempi dalle nostre parti, in cui tira aria di sacrifici, è il nuovo mostro IMU.
Questa tassa, precisamente l'Imposta Municipale Unica sugli immobili, si propone quale risorsa per rimpinguare le casse comunali, depauperate, a detta dei comuni, dalla rimozione dell'ICI.
Occorre però precisare che si distingue da quest'ultima sotto molteplici aspetti, in primis dal fatto che, oltre a reintrodurre la vecchia tassa sulla casa, incorpora tassa rifiuti ed imposte sui servizi erogati dal Comune.
Ma come si calcola? L'IMU si ricava dalla rendita catastale, rivalutata del 5%,a cui si deve applicare un coefficiente pari a 160 (il 60% in più di quello previsto per l'ICI!) ed un'aliquota del 4 per mille, se si tratta della cosiddetta prima casa, in caso di seconde il 7,6 per mille.
Dato interessante è che questi ultimi indici rappresentano una sorta di minimi statali, data la facoltà per i comuni di variare le aliquote di +2 o -2 per mille.
A questo proposito, il giorno 2 aprile, un articolo de”La Stampa” ha pubblicato, in collaborazione con il Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil, un dossier in cui si ipotizzano le aliquote che verranno applicate in nove città italiane.
Con riferimento alla prima casa, Roma e Genova sarebbero sul 5 per mille, Milano, Bari, Bologna e Firenze rimarrebbero al 4 ex lege, ma con dei distinguo tra le seconde case. Quelle sfitte, a Milano propinerebbero aumenti del 239%, mentre a Catania, dove l'aliquota sulla prima casa verrebbe portata al 6 per mille, del +146%. A Bari le case in affitto hanno delle aliquote basse. A Firenze l'IMU costa meno dell'ICI, ma le case in affitto subiscono considerevoli maggiorazioni. L'aliquota sulla prima casa a Palermo è ipotizzata nel 4,8 per mille e Torino applicherebbe il 5,5.
altro problema che si pone sul versante di questa imposta è la questione inerente alle tempistiche: la scadenza è prevista per il 16 giugno, prorogata di fatto al 18 perché il 16 è un sabato. I Caf pongono l'accento sulla probabilità di intasamento del sistema, anche alla luce del fatto che i Comuni non hanno ancora stabilito ufficialmente le aliquote che vorranno applicare. Ergo: il 3 aprile il Governo ha stabilito che nella data di giugno si pagherà con l'aliquota base ed il resto verrà saldato a fine anno, con l'applicazione degli indici stabiliti dai singoli comuni.
E come direbbe Totò, i cittadini non possono che esclamare:”E io pago!”

Cristina

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