Il 25 giugno 1992 Paolo Borsellino interviene ad un dibattito organizzato dalla rivista MicroMega presso l'atrio della Biblioteca Comunale di Palermo; sarà il suo ultimo intervento pubblico.
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venerdì 25 giugno 2021
Paolo Borsellino, Palermo, 25 giugno 1992: "I giorni di Giuda"
mercoledì 16 giugno 2021
La "maturità" in alcuni giovani di questo Paese, in quest'anno con tanti "senza", ancor col bisogno di fare "cento passi".
Siamo giunti alla seconda "notte prima degli esami" nel tempo della pandemia. Che sia l'ultima! Per coloro che sono giunti alla soglia delle sessanta primavere, vi sono prossimi o l'hanno da poco superata, queste notti continuano ad avere il sapore lontano de "la notte prima degli esame" descritta nella celebre canzone di Antonello Venditti. Inutilmente, anche "sessantenni", proviamo ad immaginare le notti delle giovani e dei giovani d'oggi, forse trincerandoci dietro la comoda scusa che tanto "sono così diversi da noi". Che la pandemia non sia servita a migliorare le comunità, quanto piuttosto a fortificare egoismi ed aumentare diseguaglianze, è un dato di fatto su cui la Storia forse interrogherà le classi dirigenti dei nostri giorni. Dal mondo della Scuola, uno dei gangli essenziali di una comunità, dai giovani protagonisti di quel mondo, giungono due notizie che a nostro parere dovrebbero far riflettere su cosa significhi veramente Scuola: su cosa deve essere "scuola", su cosa deve insegnare, sui valori che la Scuola deve esprimere e trasmettere, del bisogno ancora impellente -anche in alcuni giovani- di dover fare memoria di quei "cento passi" che un giovane siciliano, Peppino Impastato, giovane per sempre, ha provato a fare per costruire una vita diversa, migliore, per se stesso e per la comunità.
La prima notizia: Giorgia Lo Schiavo, diciottenne studentessa di Bari, di cui L'ESPRESSO n. pubblica una sua riflessione sulla maturità. E in quella riflessione come non cogliere il nesso con la "maturità" a cui tutti saremmo chiamati ad affrontare, come cittadine e cittadine, come parti di una comunità: "(...) siamo Scuola quando e dove siamo insieme e insieme costruiamo, ragioniamo, pensiamo il futuro, accudendo i nostri sogni e coltiviamo i nostri sogni e coltivando la speranza; siamo Scuola quando capiamo che responsabilità è prendersi cura gli uni degli altri, e lottare, tenaci, per cambiare il presente (aveva ragione la mia professoressa che, mentre spiegava gli anni '70, ha detto: la storia di uno Stato è la storia dei cittadini e l'unico modo per cambiarla è il loro impegno).
La seconda notizia: i "centopassi del Maurolico". Il coro del liceo classico di Messina offre un segno tangibile di memoria viva, interpretando in maniera originale ed emozionante la canzone composta dai Modena City Ramblers per il film che ebbe il grande merito di far scoprire la figura di peppino Impastato. "L'emozione più grande è stato il messaggio della nipote di Peppino Impastato. Ci ha chiesto di poter condividere il video e di andare a ripetere la canzone nella casa di Cinisi dedicata alla memoria di Impastato. Un ringraziamento ai ragazzi del Maurolico è giunto anche da parte di Claudio Fava (figlio di Beppe Fava) fra gli sceneggiatori del film ed ora è presidente della Commissione antimafia della regione Sicilia: "(...) un grazie a tutti coloro che si impegnano lontani dalla solita retorica dell'antimafia a mantenere vivo il ricordo di chi la mafia l'ha combattuta sul serio. (...) Troppe volte, infatti, nel ricordo delle tante- troppe- vittime della mafia tendiamo a focalizzarci sull’atto finale. Sulle efferate dinamiche degli omicidi e degli attentati. Io credo, invece, che occorra sempre di più ricordarne la vita. Ricordare l’impegno e le azioni. Perchè queste sono il lascito più importante che abbiamo. Il vostro lavoro, la gioia nel realizzarlo che traspare, è qualcosa di più di un semplice tributo.(....)".
Giorgia Lo Schiavo, 18 anni, studentessa del liceo Gaetano Salvemini di Bari. Fonte: Blog ilgranteatrodelmondo2.weebly.com ORIPRODUZIONE, articolo pubblicato su L'ESPRESSO
La nostra maturità in questo anno senza"
I "centopassi"del Maurolico, il linguaggio della musica per educare alla legalità: “L'emozione più grande è stato il messaggio della nipote di Peppino Impastato. Ci ha chiesto di poter condividere il video e di andare a ripetere la canzone nella casa di Cinisi dedicata alla memoria di Impastato”.
I "centopassi"del Maurolico
mercoledì 2 giugno 2021
2 GIUGNO - FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA nata dalla RESISTENZA ANTIFASCISTA
ll ricordo di quella giornata storica nei racconti di chi c’era e un appello da parte di Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano: " Ho un appello da fare per questo 2 giugno, ed è proprio a loro, le più giovani: impegnatevi in politica, scendete in campo, non solo per il vostro interesse personale (oggi vedo troppo individualismo in politica), ma per quello di tutti, per lo sviluppo democratico del nostro Paese e dell’Europa"
Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano: un secolo di vita antifascista, vissuta in difesa dei diritti delle donne: partigiana, deputata e senatrice comunista, tra le fondatrici dell'Udi, l'Unione donne italiane. “Gli episodi di odio e razzismo mi hanno riportato ai giorni più bui della nostra storia. Ma chi li ha vissuti non dimentica”
- Adele Bei
- Bianca Bianchi
- Laura Bianchini
- Elisabetta Conci
- Maria De Unterrichter Jervolino
- Filomena Delli Castelli
- Maria Federici
- Nadia Gallico Spano
- Angela Gotelli
- Angela M. Guidi Cingolani
- Leonilde Iotti
- Teresa Mattei
- Angelina Livia Merlin
- Angiola Minella
- Rita Montagnana Togliatti
- Maria Nicotra Fiorini
- Teresa Noce Longo
- Ottavia Penna Buscemi
- Elettra Pollastrini
- Maddalena Rossi
- Vittoria Titomanlio
martedì 1 giugno 2021
(...) Brusca non è libero, sono invece liberi quelli che hanno architettato ciò che poi la mafia ha realizzato"
Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone: "Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell'ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno". Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l'ex capomafia, poi pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l'esplosivo nella strage di Capaci. Nell'attentato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Salvatore Borsellino, fratello del giudice paolo Borsellino:"La liberazione di Brusca, che per me avrebbe dovuto finire i suoi giorni in cella, è una cosa che umanamente ripugna. Però, quella dello Stato contro la mafia è, o almeno dovrebbe essere, una guerra e in guerra è necessario anche accettare delle cose che ripugnano. Bisogna accettare la legge anche quando è duro farlo, come in questo caso. Questa legislazione premiale per i collaboratori di giustizia fa parte di un pacchetto voluto da un grande stratega, Giovanni Falcone, per combattere la mafia, dentro ci sono l'ergastolo ostativo, il 41 bis. Va considerata nella sua interezza ed è indispensabile se si vuole veramente vincere questa guerra contro la criminalità organizzata. L'alternativa, in assenza dell'ergastolo ostativo, sarebbe stato vedere tra cinque anni questa persona libera senza neppure aver collaborato con la giustizia e senza aver permesso di assicurare alla giustizia tanti altri criminali come lui. Non credo al pentimento di Brusca, anche perché la sua collaborazione con la giustizia è stata molto travagliata: in un primo tempo aveva cercato di fingere per minare le istituzioni. Non credo si sia veramente pentito, come, invece, ha fatto Gaspare Mutolo, assassino anche lui, che ha ucciso, strangolandole, 50 persone a mani nude, ma che oggi penso sia una persona veramente cambiata. Di Brusca non ho questa impressione. Anche perché non ha raccontato neanche tutto quello che sa e che avrebbe potuto dire. Sicuramente, però, quello che ha detto è stato tanto e ha permesso di fare tanti processi, di assicurare tanti criminali come lui alla giustizia". Brusca E' fondamentalmente un criminale, di una persona che uccide un bambino e lo scioglie nell'acido dicendo che era come un cagnolino non ci si può fidare appieno. Ma non credo che possa costituire oggi un pericolo".
Rita Dalla Chiesa: "La scarcerazione di Giovanni Brusca è una vergogna di Stato. Sono sconvolta per quanto accaduto. Non mi aspettavo l'ennesima vergogna della giustizia in Italia", ha dichiarato Rita Dalla Chiesa dopo la diffusione della notizia. L'amarezza di
Giuseppe Costanza, il funzionario scampato alla strage di Capaci, colui che avrebbe dovuto essere alla guida dell'auto del giudice Falcone: "Che Paese è il nostro? È una notizia che sicuramente non mi fa piacere. È un'offesa per le persone che sono morte in quella strage. Secondo me dovevano buttare via le chiavi. Sono trascorsi 29 anni da quel giorno, ma né Falcone, né la moglie, né i ragazzi della scorta potranno mai ritornare in vita - aggiunge -. Che Paese è il nostro? Chi si macchia di stragi del genere per me non deve più uscire dalla galera". Se avesse la possibilità di farlo cosa direbbe all'uomo che azionò il telecomando che causò l'esplosione? "Niente. Non mi sento neppure di avvicinarmi a una persona del genere".
Antonio Ingroia: "È comprensibile che possa fare impressione che l'uomo che ha ucciso Giovanni Falcone, che è stato il responsabile della morte orribile del piccolo Giuseppe Di Matteo possa tornare in libertà, ma un conto è la condanna morale, un conto quello che prevede l'ordinamento giuridico. E va accettato".
Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, caposcorta di Falcone: "Sono indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro. Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi e Giovanni Brusca, l'uomo che ha distrutto la mia famiglia, è libero. Sa qual è la verità? Che questo Stato ci rema contro. Io adesso cosa racconterò al mio nipotino? Che l'uomo che ha ucciso il nonno gira liberamente?...Dovrebbe indignarsi tutta l'Italia e non solo io che ho perso mio marito. Ma non succede. Queste persone vengono solo a commemorare il 23 maggio Falcone e si ricordano di 'Giovanni e Paolo'. Ma non si indigna nessuno. Sono davvero indignata e amareggiata - dice - Quando questi signori prendono queste decisioni, come la scarcerazione di Brusca, non pensano a noi familiari, non pensano alle vittime. Lo Stato non sta dando un grande esempio. Abbiamo uno Stato che ha fatto memoria per finta. Mancano le parole. Cosa c'è sotto? A noi la verità non è stata detta e lui è fuori e loro continuano a dire perché ha collaborato... E' incredibile. O ha detto una verità che a noi non è stata raccontata. C'è una giustizia che non è giustizia, allora è inutile cercare Matteo Messina Denaro, noi continuiamo a fare memoria, mi sa che c'è uno Stato che ci rema contro, una politica che ci rema contro...".
Pietro Grasso, senatore ed ex procuratore nazionale antimafia: "Con Brusca lo Stato ha vinto non una ma tre volte. La prima quando lo ha arrestato, perché era e resta uno dei peggiori criminali della nostra storia per numero di reati e ferocia. La seconda quando lo ha convinto a collaborare: le sue dichiarazioni hanno reso possibili processi e condanne e hanno fatto emergere pezzi di verità fondamentali sugli anni in cui Cosa nostra ha attaccato frontalmente lo Stato. La terza ieri, quando ne ha disposto la liberazione dopo 25 anni di carcere, rispettando l`impegno preso con lui e mandando un segnale potentissimo a tutti i mafiosi che sono rinchiusi in cella e la libertà, se non collaborarono, non la vedranno mai. Ora lo Stato dovrà proteggere Brusca: è un dovere perché è importante che Brusca resti vivo e possa andare a testimoniare nei processi. Oltre al punto morale c'è un interesse specifico, quasi egoistico, affinché le sue parole possano essere ripetute nelle aule di giustizia dove servono per condannare mandanti ed esecutori di omicidi e stragi. L'indignazione di molti politici che di codice penale e di lotta alla mafia capiscono ben poco mi spaventa. Se davvero facessero quello che dicono, ovvero ridurre gli sconti per chi collabora con la giustizia, diminuirebbe l`incentivo a pentirsi. Se a questo aggiungiamo che si sta cercando di limitare l`ergastolo ostativo, e lavorerò affinché questo non avvenga, potremo anche dichiarare chiuso il capitolo del contrasto a Cosa nostra. Al contrario, servono sconti di pena forti per chi aiuta lo Stato e prospettiva di ergastolo senza sconti per chi non collabora".
Nicola Morra, Presidente della Commissione antimafia:"A 64 anni ha la capacità di tornare a essere immediatamente efficiente, vero è che resta in libertà vigilata per quattro anni ma ricordo che ci sono 70enni che continuano a guidare i sodalizi mafiosi". Così "L'autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido perché figlio di un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni Brusca torna libero. Non è questa la 'giustizia' che gli Italiani si meritano". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. "E' una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi. L'idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. E' una sconfitta per tutti, una vergogna per l'Italia intera". Lo dichiara il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. ''Il percorso è chiaro come il suo obiettivo e va avanti da anni sostenuto da menti criminali e da utili idioti: delegittimare lo Stato e minimizzare il ruolo della mafia nelle stragi, e di conseguenza ridurre la percezione della sua pericolosità nell'opinione pubblica e in tutte le sedi. Dobbiamo alzare la guardia perché ci stanno riuscendo''. Così all'AdnKronos il colonnello
Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo: 'Brusca fa il suo gioco, nulla di nuovo, le istituzioni devono fare la loro parte. Il presidente Mattarella non ci abbandonerà in questo degrado''.
Claudio Fava, Presidente dell'Antimafia all'Assemblea regionale siciliana: "Che Brusca, scontata la sua pena, venga scarcerato è un fatto normale, è la legge. Quello che non è normale, invece, è che dopo 30 anni la verità sulle stragi sia ancora tenuta ostaggio di reticenze, viltà e menzogne. Brusca avrebbe potuto dire molto di più di quanto ha detto, avrebbe potuto contribuire molto di più per arrivare alla verità di quella stagione, di certo ora non lo farà più".