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martedì 10 dicembre 2019

Ce lo auguriamo di cuore: "Torino si Slega". E a Roma ci sarà anche l'ANPI


Dopo, Bologna, Modena, e Genova stasera è il turno di Torino: l'appuntamento è alla 19.00 in piazza Castello. "Torino si Slega" è lo slogan della manifestazione indetta dalle "sardine". 
LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE, insegnava l'eterno Gaber. 
Alle "sardine" va il nostro augurio: che possano davvero costituire l'inizio di un cammino, il levarsi dal torpore e dall'indifferenza che pare aver colpito tante cittadine e tanti cittadini italiani, a volte impegnati sì a coltivare "piccoli orticelli" ma spesso incapaci , non interessati, a levare lo sguardo , alzare la voce, quando questo implica mettere in forse piccole certezze e rassicuranti quotidianità. 
E poi c'è la questione sottolineata in tante dichiarazioni delle sardine: la ribellione necessaria contro il decadimento culturale, morale, indotto da una classe politica becera e meschina, ma bravissima a suscitare odio e paure necessari alla costruzione del nemico, del colpevole, del diverso; una classe politica che -quotidianamente- scopriamo essere a volte composta da meri comitati di affari, ben lontani dall'esprimere cura e attenzione nel servire il Paese e le sue comunità; la necessità di una politica che miri concretamente al "bene lungimirante delle comunità".
Ancora una volta, in italia la Storia pare non averci insegnato nulla 


"Torino si Slega", avrà fra i temi anche quello della violenza fisica e psicologica sulle donne. Per questo, stasera aprendo il flash mob partirà il canto di Bella Ciao, inizialmente con le labbra chiuse, senza aprire bocca, "come tutte quelle vittime di violenza che non ne hanno avuto la possibilità".

Gli organizzatori hanno anche varato un  vademecum per chi parteciperà la dimostrazione:

"Portare un libro (porteremo la cultura lasciando a casa l'insulto), no a piazze piene di immondizia, niente bandiere (vi preghiamo e vi suggeriamo di non portare bandiere e nessun logo di partito), no insulti, no cartelloni offensivi, no violenza.

Saremo tantissimi, senza bandiere o simboli di partito, armati soltanto di sardine di tutti i colori e della nostra voglia di urlare "basta", basta all'odio, alla politica del terrore voluta dalla Lega e dal suo Capitano. Basta con l'uso indiscriminato dei media e dei social per diffondere falsità, per metterci gli uni contro gli altri, cercando di controllarci col terrore. 

Siamo persone libere, siamo persone educate e civili, ripudiamo qualunque tipo di violenza e fascismo e non permetteremo più che il clima voluto dalla destra sovranista inquini la nostra vita. 
Siamo contro il razzismo, la xenofobia, il bullismo, l'omofobia, la transfobia, il sessismo. Siamo contro chi costruisce il consenso sulla divisione, la paura e la manipolazione. 
Siamo per l'ecologia della mente e dell'ambiente, perché vogliamo vivere bene in un posto che sta bene. 
Siamo un mare che non si può più fermare, una forza che costringerà il mondo della politica ad assumersi le proprie responsabilità, a ricominciare a lavorare per il benessere delle persone, soprattutto dei più deboli, nel rispetto dell'individuo e della Costituzione. 
Sardine torinesi, dimostriamo ancora una volta come questa città sia culla di civiltà e libertà, torniamo a impossessarci delle nostre strade, delle nostre piazze, spolveriamo quell'orgoglio che ci ha consentito di essere così centrali nella storia di questo Paese. Amiamo l'Italia e vogliamo con forza dimostrare che possiamo farcela, possiamo battere questo male oscuro che ci hanno imposto e che sta condizionando le nostre vite. 
Siamo giovani, anziani, donne, uomini, italiani, stranieri, siamo Sardine!"

Quale sia la potenziale risorsa espressa dal movimento delle sardine lo conferma anche il comunicato dell'ANPI Nazionale, che ha annunciato la partecipazione alla manifestazione nazionale del "movimento delle sardine" prevista a Roma per sabato 14 dicembre. Di seguito il comunicato: 
"Parteciperemo alla manifestazione nazionale promossa dalle “sardine” sabato 14 dicembre alle 15 a Roma, perché si tratta di un movimento fortemente popolare con una dichiarata passione democratica e costituzionale. Ne condividiamo la natura antiautoritaria, il ripudio dell’odio e di ogni linguaggio offensivo, la spontanea vocazione antifascista che si manifesta nel frequente canto di “Bella ciao”. Soprattutto ne condividiamo l’entusiasmo e il desiderio di riconquista del proprio futuro, ed auspichiamo perciò che duri nel tempo. E’ il contrario dell’antipolitica, perché avanza parole d’ordine di riforma della politica e di fiducia nella buona politica. La fortissima presenza di ragazzi in questo movimento è una interessante novità perché, al pari delle recenti manifestazioni studentesche contro il riscaldamento globale, manifesta una speranza ed una volontà di cambiamento che va incoraggiata e sostenuta. Parteciperemo alla manifestazione di Roma senza bandiere e striscioni d’associazione, come cittadini che rivendicano più democrazia e più giustizia sociale, e che vedono nella Costituzione il punto di riferimento fondamentale per ogni cambiamento"



giovedì 21 novembre 2019

Daniela Carrasco, "la Mimo'". "Suicidata"!

Si chiamava, e si chiamerà per sempre, Daniela Carrasco ma era nota come 'la Mimo', artista di strada cilena di 36 anni. Fermata dalla polizia cilena nella giornata del 19 novembre Daniela Carrasco viene ritrovata dopo poche ore, impiccata in un comune nel comune di Pedro Aguirre Cerda, vicino a Santiago del Chile.
Inizialmente, i medici avevano dichiarato si trattasse di un suicidio: la perizia condotta sul corpo della ragazza ha accertato la morte per soffocamento e dal rapporto della polizia  scientifica non risulterebbero violenze né torture, almeno secondo le fonti ufficiali e le dichiarazioni del procuratore. 
Ma tra chi chiede giustizia per la giovane donna, che aveva preso parte alle manifestazioni cilene, sta prendendo piede un’altra ricostruzione, tutta differente da quella ufficiale. Daniela Carrasco sarebbe stata infatti vittima di terribili torture e ripetute violenze sessuali, per erigerla a esempio per tutte le donne che stanno scendendo in piazza nell’ultimo mese per protestare contro il governo cileno. Sarebbero infatti molte le donne scomparse a seguito delle proteste. A sostenere questa ipotesi è il coordinatore di “Ni Una menos“, il corrispettivo cileno dell’organizzazione Non una di meno, che sui social network ha denunciato come Daniela sia stata «è stata violentata, torturata, nuovamente violentata fino al punto di toglierle la vita». Accuse sostenute anche dalla rete di attrici cilene, secondo cui la 36enne «è stata rapita dalle forze militari nei giorni della protesta il 19 ottobre».

lunedì 18 novembre 2019

PUBBLICO INTERESSE E SPECULAZIONE EDILIZIA NELL’AREA DEL TURCK


Torniamo ad occuparci dell'area TURK. Torniamo ad occuparci di urbanistica  perché a nostro parere "(...) L’urbanistica può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi, il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale".
Ricordando che la definizione urbanistica e architettonica dell'area TURK era stata affidata alla “regia pubblica”, insieme alle associazioni ambientaliste di Pinerolo già lo scorso anno auspicavamo si concretizzasse un progetto nel quale risultasse evidente l'aspetto della “pubblica l'utilità”. 
Ci chiedevamo quindi se quanto previsto dalla normativa che regola quell'area ( la cosiddetta "Variante ponte" approvata dalla precedente amministrazione) si inserisse in una visione organica della città e se rispondesse alle reali esigenze della comunità: l'attuale piano regolatore consente infatti di edificare in quell'area ben 869 vani residenziali, oltre a superfici commerciali. Non solo, ma proprio con fine evidente di agevolare l'edificazione dell'area, si è reso possibile anche la demolizione dello storico edificio detto “follone”, più noto come “il TURK”, edificio che incarna parte essenziale della memoria storica della città, edifico lasciato colpevolmente diventare "rudere". (puoi leggere qui)
Gli articoli comparsi ultimamente sulla stampa locale hanno riportato  il tema dell'area TURK alla ribalta. Anche la sezione pinerolese di ITALIA NOSTRA, presidente Maurizio Trombotto,  ha rilasciato un comunicato nel quale ha posto in seria discussione la validità, la sostenibilità, la cultura", espressa del progetto urbanistico edilizio che incombe sull'area TURK così dichiarando: 
"(...) Riproporre come paradigma urbanistico uno sviluppo edilizio fatto di opere (la strada, il ponte sul Lemina, gli argini) che forzano un'area a ricevere molta più volumetria di quanta la città ne può ospitare, è reiterare gli errori del passato.(...)"

Di seguito un collage degli articoli pubblicati da "Eco del Chisone " e "Vita Diocesana"

Da tutto questo sono sorte altre domande che vorremmo porre alla comunità e alla sua amministrazione. A seguire le domande contenute nella nostra riflessione, riportiamo anche il testo integrale del comunicato di ITALIA NOSTRA pinerolese.


Associazione "Rita Atria" Pinerolo: "PUBBLICO INTERESSE E SPECULAZIONE EDILIZIA NELL’AREA DEL TURCK "
A chiosa dell’articolo pubblicato da “Eco del Chisone” due settimane or sono riguardante l'area del Turk, il sindaco di Pinerolo Luca Salvai prospettava l'avvio di una procedura d’esproprio dei terreni necessari alla realizzazione della strada di accesso all'area stessa. L’esproprio in questione, lo ricordiamo, favorirebbe i soggetti privati ( gli attuatori dell’intervento immobiliare) nella lottizzazione dell’area al fine di realizzare 869 vani di nuova residenza. Poiché l’esproprio è uno strumento che la pubblica amministrazione utilizza in casi eccezionali, e per palese e dimostrato "interesse pubblico", sorgono spontanee alcune domande:
a) Dov'è l’interesse pubblico nell'aggiungere così tanti alloggi in una città che già oggi ne conta circa 2000 in affitto o in vendita?
b) Di quanto si svaluterebbe ulteriormente il valore degli immobili dei pinerolesi con l’immissione sul mercato di così tanti nuovi alloggi?
c) Come peggiorerebbe la viabilità in Corso Piave, tenuto conto che ogni famiglia che si dovesse insediare in quell’area comporterebbe mediamente l’aggiunta di 2 auto?
d) Conseguentemente, di quanto degraderebbe la qualità dell’aria, stante la sostituzione dell’attuale "foresta" e dell'adiacente prato (il prato ha 10.000 mq di superficie) presenti ora nell’area, con tutte quelle nuove auto?
e) Quale impatto ambientale avrebbe sulla città l'imponente cantiere necessario per rimuoveredistruggere "la foresta", gli edifici esistenti, e per realizzare i nuovi condomini?
f) Che fine hanno fatto i buoni propositi dell'amministrazione, anche per dare una concreta risposta alle istanze del movimento “Fridays for Future”, di agevolare la ristrutturazione dell'esistente anziché di favorire la costruzione di nuovi edifici?
I contenuti dell'articolo "Non siamo noi gli speculatori", pubblicato la scorsa settimana dallo stesso settimanale "Eco del Chisone", portano poi a formulare altre domande a partire dalla considerazione che anche nell'articolo citato la questione del "pubblico interesse " pare essere posta in dubbio pure dal parroco del Murialdo, Manuel Monti, parrocchia i cui terreni sarebbero fra quelli coinvolti nell’esproprio:
g) Quale interesse pubblico sarebbe quello che”, per permettere a privati la costruzione di nuovi condomini, mette in pericolo gli impianti sportivi esistenti nell’area parrocchiale, impianti di elevato valore sociale giacché su quelli “(…) gravitano circa seicento giovani a cui si aggiungono coloro che frequentano la parrocchia)
h) Se la motivazione dell’esproprio si basa sulla necessità di realizzare una strada per alleggerire il traffico in quella zona allora, per maggior coerenza, non sarebbe più semplice impedire la realizzazione di così tanti condomini, giacché non solo questi vanificherebbero il risultato auspicato ma addirittura aggraverebbero la situazione della viabilità rispetto a quella attuale?
i) Infine la domanda che a questo punto si impone: stante l’enorme offerta di alloggi in affitto / vendita presenti già in città, chi potrebbero essere i "veri speculatori" di cui al titolo del suddetto articolo?

Comunicato di ITALIA NOSTRA, sezione "Ettore Serafino": 
"Riguardo alle recenti notizie di stampa che riferiscono delle difficoltà che incontrano i proprietari dell’area comunemente detta del Turck, nell’acquisizione delle superfici necessarie ad urbanizzare compiutamente la medesima area, come Sezione pinerolese di Italia Nostra non possiamo che vedere confermate in tale circostanza, i dubbi, le riflessioni e le proposte che da anni portiamo avanti.
Come dicevamo nella pubblicazione a supporto del concorso di idee i cui progetti regalammo alla città, il Turck e la sua area resistono, sebbene inerti, da più di 40 anni a tutti i tentativi di trasformazione urbanistica di matrice puramente espansiva, non ultimo a quello proposto.

Questo poiché l'area compresa fra il Lemina ed il Moirano è un vuoto urbano troppo grande da colmare per Pinerolo ma è anche troppo denso di valenze storiche ed ambientali per poter essere facilmente cancellato.
‌L'idea che una strada, quella solo disegnata - non pianificata - nella Variante Ponte, fuori dal comparto edificabile del Turck e senza perequazione possa essere realizzata dai relativi proponenti, è un errore di sintassi urbanistica facilmente prevedibile. E lo sarebbe ancor di più l'esproprio, in quanto non supportato da un adeguato vincolo ad esso preordinato peraltro inaccettabile ove venisse attuato a carico della fiscalità di tutti i cittadini.

La questione non è solo viabilistica ma di sostanza; la bretella parallela alla ferrovia non risolve il problema del traffico, limitandosi a spostarlo, e non incide sull'eccessiva capacità edificabile.
Riproporre come paradigma urbanistico uno sviluppo edilizio fatto di opere (la strada, il ponte sul Lemina, gli argini) che forzano un'area a ricevere molta più volumetria di quanta la città ne può ospitare, è reiterare gli errori del passato.

Preso atto di questo ennesimo fallimento, occorre come più volte detto, ripianificare l'area all'interno della prossima Variante, riducendo le cubature evitando torri incongrue, frazionando i comparti attuativi, stralciando il commerciale a favore dell'artigianato di servizio e recuperando il Follone nel suo complesso. Tutto ciò senza costosi argini, ponti e strade che servirebbero solo a spostare il problema del traffico.
‌Nel frattempo, fiduciosi, confidiamo nella solida cortina dell'ex Merlettificio che, pur sfregiata dalla incuria, ci ripara dalla consueta urbanistica della quantità."

venerdì 8 marzo 2019

L'OTTO E' SEMPRE

Alle Donne , a noi tutti.
"(...) Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse, se ognuno di noi prova a cambiare , forse ce la faremo. " 
 Rita Atria - Erice 5 giugno 1992

Auguri alle donne e agli uomini che non hanno festa perchè c'è ancora tanto per cui dover lottare.
Auguri alle donne che, "nel nostro mondo", 
scelgono di vivere il loro essere donna 
con responsabilità e consapevolezza.
Auguri più grandi alle donne "di altri mondi"
dove non sanno che questa è la "Giornata della Donna"
ed hanno per traguardo la fine del giorno

per avere un altro giorno da vivere.




Auguri alle donne e agli uomini che non hanno festa perchè c'è ancora tanto per cui dover lottare.
Auguri alle donne che, "nel nostro mondo", 
scelgono di vivere il loro essere donna 
con responsabilità e consapevolezza.
Auguri più grandi alle donne "di altri mondi"
dove non sanno che questa è la "Giornata della Donna"
ed hanno per traguardo la fine del giorno
per avere un altro giorno da vivere.


 
La BALLATA DELLE DONNE  (Edoardo Sanguineti)

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.